Con il decreto Sicurezza il governo lancia un messaggio alla maggioranza silenziosa: non occupatevi di politica, fatevi i vostri affari privati senza disturbate il conducente
La Camera ha approvato il decreto Sicurezza in un clima di distrazione generale, con la stampa da giorni interessata quasi esclusivamente a dar conto delle esternazioni del ministro Matteo Salvini contro i magistrati palermitani.
Il vicepremier prende in giro tutti, poiché l’autorizzazione a procedere (senza la quale i magistrati non avrebbero potuto fare nulla, tanto meno avviare le indagini) l’aveva concesso il Senato di cui Salvini faceva e fa parte.
In buona sostanza, senza quei poteri assoluti che alcune estati fa il leader della Lega ha minacciato di volere, egli può poco. Se non gettare discredito su un fondamentale potere dello stato, che deve essere indipendente da quello politico per poter garantire che a governare nel nostro paese sia la legge, non l’arbitrio di un leader o di una maggioranza.
Se un ministro fosse sopra la legge, tutti noi avremmo meno libertà. L’uguaglianza di fronte alla legge vale e deve valere per tutti. Questo ovviamente importa poco al ministro Salvini, tutto concentrato a misurare il suo consenso. L’avanspettacolo accalappia l’attenzione dei media e delle cronache.
Svolta autoritaria
Intanto, il parlamento discute e approva le norme più autoritarie che l’Italia repubblicana abbia mai sfornato. Secondo il decreto Sicurezza, chi si associa e manifesta in pubblico le proprie opinioni (anche per solidarizzare con chi occupa una casa o manifesta contro la cementificazione) rischia il carcere.
È perseguita penalmente anche la resistenza passiva, come un sit-in che blocca il traffico o la decisione degli studenti di gettarsi a terra per non essere portati via dalla celere. Il governo di destra detesta la Costituzione del 1948 e usa il codice penale per umiliarla.
Lancia un messaggio alla maggioranza silenziosa: non occupatevi di politica, fatevi i vostri affari privati senza disturbate il conducente. Conta sull’assuefazione di una stampa sempre più conformista e fa leva sull’indifferenza di una larga fetta di cittadini. Si affida infine alla forza dei numeri in parlamento.
Tirannia della maggioranza
L’opposizione può fare poco per fermare l’onda nera che monta da palazzo Chigi. In questo caso, tuttavia, ha fatto davvero poco anche per mostrare la propria determinazione a opporsi, vista la larga diserzione dall’Aula di diversi deputati di tutti i partiti d’opposizione.
È certamente vero che manca il potere dei numeri. Questo ci fa presagire come potrebbe diventare la Repubblica se il progetto di Giorgia Meloni diventasse realtà: la riforma costituzionale sul premierato prevede infatti un’allineamento granitico del parlamento col governo che rende le opposizioni mera tappezzeria. Sui testi scolastici questa eventualità ha un nome: tirannia della maggioranza.
La vicenda del decreto Sicurezza dimostra un’altra cosa: ovvero, come i partiti parlamentari da soli non riescano a fare un buon servizio alla democrazia. Andavano benissimo nell’èra liberale, quando il diritto di voto era goduto da un’infima percentuale che pochi notabili rappresentavano facilmente, provenendo dalla stessa classe sociale.
Ma i partiti solo parlamentari sono un problema serio per la democrazia perché incapaci di assicurare rappresentanza alla grande quantità e diversità di elettori, e poi perché incapaci di far svolgere al parlamento la funzione di controllo e di fermo (già menomata dalla riforma dei regolamenti parlamentari).
La forza della cittadinanza
Gli esistenti partiti di opposizione sono impotenti, non solo numericamente ma anche politicamente. Partiti di eletti e di amministratori (un nuovo notabilato) sono povera cosa per la democrazia rappresentativa.
Avendo abbondantemente sperimentato la loro impotenza numerica, che cosa aspettano le opposizioni, e soprattutto il Partito democratico, ad attivare una corrente politica con la cittadinanza fuori del parlamento? Perché attendere che il sindacato indica una manifestazione il 25 settembre contro la normativa sulla sicurezza? Perché il Pd non si è mosso direttamente e in prima persona?
L’opposizione può e deve ispirare movimenti di contestazione, dar vita ad assemblee di cittadini per sensibilizzare l’opinione pubblica e infine dare gambe alle proposte e alle strategie per un’alternativa concreta alla destra.
Del resto, soltanto la forza associativa della cittadinanza sembra capace di indurre gli inconcludenti leader dei partiti a uscire dai loro recinti notabiliari e unire le forze d’opposizione.
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