Il cosiddetto decreto Sicurezza, approvato il 18 settembre alla Camera dei deputati, rende reato penale il blocco stradale e ferroviario: uno degli obiettivi ovvi di questa norma sono le proteste degli attivisti climatici. D’altra parte, come ha ricordato Ferdinando Cotugno su questo giornale, un giorno prima dell’alluvione Giorgia Meloni ha criticato il Green deal.

Il decreto inasprisce anche le pene contro gli occupanti abusivi di case e i furti (toglie attenuanti per le donne incinte e madri di bambini inferiori a un anno). Proviamo a prendere sul serio il fondamento politico di queste misure. Trovarsi la casa occupata è una violazione del diritto alla sicurezza – la sicurezza delle aspettative, dei piani di vita – lasciando perdere i diritti di proprietà. Lo stesso vale per chi va al lavoro e viene bloccato da una manifestazione. Non parliamo poi del pendolare sulla metropolitana che si trovi a essere stato derubato.

Perdere sicurezze

La sicurezza delle proprie aspettative è un diritto. Immaginatevi di vivere senza sapere dove dormirete stanotte, senza poter pianificare i vostri spostamenti o poter disporre dei vostri soldi. Ma ci sono vari modi di perdere sicurezze.

Immaginatevi, ad esempio, di vivere in Emilia-Romagna e venire sfollati nella notte, per un evento con ogni probabilità dovuto al cambiamento climatico. La vostra casa non è stata occupata da estremisti di sinistra, ma da una più neutrale alluvione. Mettiamo le manette all’acqua?

D’altra parte, per qualcuno l’acqua di un’alluvione – questa era quella del 1970 a Genova, per lo straripamento del Polcevera – era «nera che picchia forte che butta giù le porte». Era immigrata, l’acqua, straniera e invasora.

Oppure, immaginate di campare di agricoltura nel nostro sud e di avere avuto i raccolti decimati da una siccità tremenda, che ha anticipato le vendemmie e asciugato i grappoli, e anche questo è un effetto del cambiamento climatico.

La legge e la realtà

Cosa fanno i protettori della sicurezza contro tutto questo? Quanti sono gli automobilisti in ritardo per un blocco stradale? Più o meno degli sfollati in Emilia-Romagna, quelli di quest’anno e quelli dell’anno scorso? E i derubati sulla metropolitana? Sono più o meno delle persone che hanno vissuto con l’acqua razionata in Sicilia quest’estate? E il valore del denaro di cui eventualmente i viaggiatori delle metropolitane potrebbero venire derubati è maggiore o minore di quello che i cittadini siciliani hanno speso per comprare l’acqua da fornitori spesso non regolari?

Occuparsi della sicurezza dei cittadini non è di destra. Fra la libertà di espressione del dissenso e la sicurezza delle aspettative deve esserci un bilanciamento. Quello che non è ammissibile è la menzogna sistematica, il distacco profondo fra i provvedimenti legislativi e la realtà delle cose.

Si può attirare lo sguardo sui blocchi stradali di Ultima generazione e altri movimenti, sulle occupazioni delle case, sui piccoli furti. E alcuni possono cascarci. È un gioco facile. Ma in un paese in prima linea di fronte alla crisi climatica, in una terra a mollo in un mare sempre più caldo, tempestata da piogge monsoniche e colate di fango, in un paese nel quale i disastri naturali sono sociali, perché esacerbati dalle inadeguatezze infrastrutturali e politiche, le cui responsabilità non possono essere solo locali, è questo facile giochetto la vera ideologia.

Per Meloni il Green deal è «ambientalismo ideologico». Ma la vera ideologia non è quella di chi considera la voce unanime degli scienziati, il diritto internazionale (l’obiettivo di tagliare le emissioni è stabilito in trattati firmati anche dal nostro paese) e il buon senso, proponendo soluzioni per evitare future alluvioni.

L’ideologia è quella di chi vuole privilegiare gli interessi di poche persone che vivono nel presente a scapito di quelli di molti e moltissimi che vivranno nel futuro. Non ci sono vincoli, piani di industrializzazione, vie medie possibili di fronte a uno sconquasso meteorologico che si abbatte e si abbatterà periodicamente sulle nostre case. La vera sicurezza deriva dall’azione decisa contro il cambiamento climatico, non dalle pene a donne rom incinte e ragazzi che protestano.

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