- Inutile parlare di lotta all’evasione fiscale se poi i primi provvedimenti del nuovo governo sono contrari a questo obiettivo.
- In questi giorni abbiamo sentito false giustificazioni per aumentare l’uso del contante e informazioni sbagliate su quali sono i redditi che sfuggono alla tassazione.
- E’ necessario lottare contro l’elusione d’imposta e i paradisi fiscali europei.
Giorgia Meloni si è presentata alle Camere dimostrando di aver studiato molto, inserendo nel suo discorso anche dotte citazioni. Ma sul fisco le sue considerazioni sono totalmente sbagliate, in particolare riguardo all’uso del contante e sulla grande evasione.
Sull’uso del contante la prima affermazione sbagliata è che in altri paesi europei dove non c’è limite all’uso del contante o un limite più alto del nostro, questo non ha prodotto evasione fiscale. Ma in paesi come Francia, Olanda o Gran Bretagna storicamente le imposte si pagano quasi integralmente.
In Gran Bretagna, l’evasione o elusione d’imposta è stimata pari a 2 miliardi di euro contro i nostri 120 miliardi. Si capisce, allora, che anche un limite alto all’uso del contante non può aumentare l’evasione fiscale in quei paesi.
Giorgia Meloni ha poi detto che un limite basso all’uso del contante penalizza i poveri. Ma è difficile pensare che chi guadagna al massimo 1500 euro al mese per lavoro o pensione vada in giro a far spese con 10.000 euro in tasca. Questi poveri possono magari avere difficoltà ad usare il Pos, ma in questo caso 2.000 euro di contante sono più che sufficienti. Piuttosto si intervenga sulle commissioni bancarie per ridurre i costi dei pagamenti elettronici.
E’ invece certo che più alto è il limite e più si favorisce il riciclaggio di denaro sporco, quindi soprattutto le mafie e tutta l’economia sommersa. Un limite alto favorisce anche la corruzione, quasi sempre pagata in contanti.
Categorie fiscalmente protette
Lega e Fratelli d’Italia sono sempre stati attenti a proteggere professionisti e artigiani perché da loro ottengono molti voti. La flat tax è un esempio concreto. Ma le statistiche ci dicono che una gran parte dell’evasione fiscale deriva da queste classi di contribuenti.
Le statistiche del Censis mostrano che un avvocato italiano denuncia in media un reddito annuo di 40.180 euro, mentre i notai dichiarano in media 91.200 euro essendo i loro atti sempre registrati. Inutile osservare che il reddito medio dichiarato di un avvocato appare piuttosto basso.
Secondo il ministero dell’Economia, lavoratori autonomi nel 2020 hanno dichiarato un reddito medio di 52.980 euro. Sempre secondo il ministero, le persone fisiche (artigiani, commercianti, liberi professionisti) hanno dichiarato in media un reddito pari a 25.290 euro. Importo, quest’ultimo, che appare assai modesto.
L’elusione fiscale
Giorgia Meloni ha altresì affermato che la vera evasione riguarda le grandi imprese. Anche questo è sbagliato. Le grandi imprese fatturano sempre tutto, anche perché il sistema informatico di un’impresa controlla tutto quello che entra ed esce. Per le grandi imprese è più corretto parlare di elusione di imposta che si attua spostando la sede legale della società dall’Italia all’Olanda, al Lussemburgo o all’Irlanda, che sono i paradisi fiscali all’interno dell’Unione europea.
In Olanda l’imposta sulle società è del 15 per cento, in Lussemburgo del 20 per cento e in Irlanda del 12,5 per cento, In Italia l’imposta sulle società (IRES) è del 24 per cento.
Se poi i redditi trasferiti in Olanda vengono successivamente trasferiti nelle Antille Olandesi il carico totale d’imposta su questi redditi è del 2,4 per cento.
Suggeriamo sommessamente a Giorgia Meloni che, oltre a correggere le sue considerazioni sbagliate sull’uso del contante, volendo agire nel contesto dell’Unione europea, come lei stessa ha promesso, inizi una guerra senza quartiere a questi paradisi fiscali che permettono una concorrenza fiscale tra i paesi dell’Unione che altera i parametri di profitto e di crescita, dei singoli paesi, anche spostando ingenti quantità di capitali lontano dai luoghi di produzione del reddito industriale.
Infine dispiace vedere che il nuovo governo non ha tenuto in minima considerazione le raccomandazioni di Confindustria, una volta tanto veramente sagge, di abbandonare progetti come la flat tax e i prepensionamenti che sottraggono preziose risorse da destinare semmai a temperare i costi dell’energia per famiglie e imprese. Il governo è appena nato ma sembra già di essere di nuovo in campagna elettorale.
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