Nei talk show emerge come per i discendenti dei fascisti la libertà è sinonimo di incoerenza, quindi libertà di sfruttare le istituzioni al meglio per sé stessi. La coerenza del fascismo sta nell’essere incoerenti. Questa mancanza di coerenza o di rigore intellettuale e morale, applicata diversamente nel tempo e nello spazio, crea il presupposti di quel pensiero politico
Osservando molte trasmissioni d’approfondimento politico, soprattutto quelle legate al gruppo Cairo su La7, ho notato la spasmodica ricerca della contraddizione nel pensare e nell’agire politico della presidente del Consiglio e dei rappresentanti di governo, il tutto intrecciandolo con le radici fasciste e post fasciste del partito di Fratelli d’Italia.
Che quella matrice sia il punto cardine di questo partito è ben evidente a tutti, ben esposto nel logo di Fratelli d’Italia, ormai anche gli stessi rappresentanti di quell’area politica fanno poca fatica a mascherarlo: Massimo Magliaro presidente Fondazione Almirante, incalzato da Ascanio Celestini se fosse fascista ha risposto, «Sì, che fai chiami i carabinieri», dimenticandosi che l’apologia del fascismo è un reato.
Ritornando alle righe d’apertura, quello che mi preme far notare è che cercare la coerenza nel pensiero di estrema destra equivale a trovarsi di fronte a una chimera, ovvero un’idea senza fondamento, anzi nel pensiero di destra è vero il contrario, ovvero incoerenza. Tale caratteristica è da sempre presente nell’agire dei politici di estrema destra italiana, Benito Mussolini fu sempre scaltro ad adattarsi alle situazioni e sfruttarle al meglio per sé stesso e le sue politiche: come disse Bobbio, il Duce fu il grande demagogo.
La linea del paradosso
Anche in questo caso per comprendere il più profondo pensiero della destra nostalgica dobbiamo fare riferimento ai paradossi: ovvero la coerenza del fascismo sta nell’essere incoerenti. Questa mancanza di coerenza o di rigore intellettuale e morale, applicata diversamente nel tempo e nello spazio, crea il presupposti di quel pensiero politico, non deve però indurci a pensare che in quella dottrina non vi siano convinzioni appassionate e obiettivi politici chiari (a loro).
Il cuore di questa pratica è la trasformazione dell’altissimo concetto di Libertà, determinata da regole chiare e prestabilite, nella banale e infantile licenza di fare i comodi propri ovvero il caos. A oggi, da quello che ho potuto vedere solo un esponente politico, Pier Luigi Bersani, ha opposto al tema populista del “popolo sovrano” il rispetto della nostra Costituzione che invece scrive che «la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».
I limiti della Costituzione
Nella Costituzione è appunto chiarito questo, la libertà non è assoluta e illimitata, ma è legata alla Carte stessa, ai suoi limiti e alle sue forme. La differenza è enorme, ed è lo scarto tra le democrazie deboli e senza difese e invece una democrazia forte e matura. Oggi la destra nazionale e quella europea calcano molto la mano sul tema della sovranità, del voto popolare, come se questo avesse solo lati positivi, quando invece la storia, il caso di Adolf Hitler per primo, ha dimostrato che la sovranità popolare senza contrappesi può scatenare le forme di potere più criminali che l’uomo possa generare. In maniera inversamente proporzionale più aumenta la governabilità più diminuisce la pluralità e la democrazia.
Per arrivare a questi pieni poteri, a queste mani libere, bisogna scardinare due capisaldi, la storia da cui è nata questa Repubblica, e in questo senso l’attacco è continuo da oltre 20 anni, e la Costituzione, e questa incoerenza è funzionale al loro progetto, gli esempio sono talmente tanti che non è faticoso fare esempi, vedi le tasse, la politica estera, la gestione della giustizia. Il crinale su cui ci muoviamo a stretto e pericoloso, un’importante testimone del Novecento come Liliana Segre, ci ha messo in guardia anche sulla riforma Costituzione, che insieme alla riforma delle autonomie differenziate, come sottolineato da molti analisti sono per l’appunto incoerenti tra essi. Ma questa incoerenza diventa coerenza se la guardiamo attraverso i loro occhi, ovvero trasformare la Repubblica antifascista in qualcos’altro.
Accanirci sui tratti di incoerenza della destra non dimostra nulla di più oltre a quello che non sapevamo già, la coerenza della sua incoerenza è da sempre stata un suo tratto distintivo per ottenere quello che si prefissano di giorno in giorno.
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