- Con la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista avevamo una classe politica, piacesse o no, di certo colta e preparata. Questa è la ragione per cui sono riusciti a fare riforme fondamentali per il nostro paese.
- La discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994 ha spazzato via in un colpo solo la competenza vista come virtù. È diventato il padre assoluto del populismo.
- Forse Giorgia Meloni voleva davvero creare il governo migliore possibile, il fatto è che quello che ha passato il convento è stato un disastro. Il peggio che si potesse immaginare. Meloni oggi è sola.
Con la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista avevamo una classe politica, piacesse o no, di certo colta e preparata. Questa è la ragione per cui sono riusciti a fare riforme fondamentali per il nostro paese. La discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994 ha spazzato via in un colpo solo la competenza vista come virtù. È diventato il padre assoluto del populismo.
Ha sdoganato, grazie alle sue televisioni, ai suoi giornali e non in ultimo alla sua personalità, una cultura da bar sport becera e superficiale che ancora non riusciamo a scrollarci dalle spalle.
All’inizio l’unico che è stato in grado di contrastare questa visione del mondo è stato Romano Prodi, battendolo alle urne due volte, purtroppo poi messo fuori gioco da Massimo D’Alema.
Nei successivi vent’anni ci sono riusciti solo Mario Monti e Mario Draghi, due tecnici. Ogni volta che si ritorna a un governo politico, vediamo rigenerarsi senza tregua il populismo. E’ il fallimento della politica.
La società di solito è più avanti della sua classe dirigente ma questa volta con il nuovo governo di Giorgia Meloni lo scarto appare incolmabile.
Mario Draghi ha lasciato palazzo Chigi. In questi 20 mesi ha fronteggiato un’epidemia e fatto ripartire l’economia nonostante una guerra in Europa.
Negli ultimi giorni è riuscito a mettere un tassello fondamentale per il tetto europeo al prezzo dell’energia e di certo voleva dire qualcosa di preciso quando ha insistito per attuare un piano per i diritti LGBT.
Il problema più serio per Giorgia Meloni è non avere figure rilevanti al suo fianco.
I nuovi ministri sono per lo più vecchi nostalgici, non solo politicamente pericolosi ma anche incompetenti, e a parte Antonio Tajani, nessuno sa chi siano al di là di Chiasso.
Giorgia Meloni sembrava voler virare verso una soluzione più moderata rispetto alle sue urlate in piazza da Vox.
Ha provato a interpellare tecnici autorevoli ma ha ricevuto solo porte chiuse, poi ha dovuto accontentare i suoi alleati filoputiniani ed è passata dal 2 per cento al 26 per cento con grande abilità ma senza costruire niente intorno a sé.
Forse voleva davvero creare il governo migliore possibile, il fatto è che quello che ha passato il convento è stato un disastro. Il peggio che si potesse immaginare. Giorgia Meloni oggi è sola.
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