- Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che sulle bottiglie di vino potrebbe divenire obbligatoria un’etichetta analoga a quella dei pacchetti di sigarette: “nuoce alla salute”.
- La vicenda è più complessa della sintesi, talora lacunosa e distorta, che molti ne hanno fatto.
- L’autorizzazione della Commissione all’Irlanda circa le avvertenze sanitarie sulle etichette degli alcolici non significa che l’UE vada nella stessa direzione, anzi l’esatto opposto: altrimenti, ai sensi della vigente normativa europea, la legge irlandese sarebbe stata bloccata, in attesa della disciplina UE.
Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che sulle bottiglie di vino potrebbe divenire obbligatoria un’etichetta analoga a quella che compare sui pacchetti di sigarette: “nuoce alla salute”. La vicenda va affrontata su tre livelli: l’azione europea di lotta contro il cancro, gli obblighi informativi per le etichette dei vini, l’autorizzazione dell’Unione europea (Ue) alla legge irlandese che prescrive di apporre sulle bottiglie specifiche avvertenze sui danni da alcol.
Come si vedrà, al momento non c’è nessuna ipotesi di regolamentazione europea tesa a imporre etichette sanitarie sulle bottiglie di vino.
Il piano europeo di lotta contro il cancro
Il 3 febbraio 2021, la Commissione europea ha presentato il Piano europeo di lotta contro il cancro (COM 2021-44). Il Piano rappresenta un impegno politico dell’Unione per invertire la tendenza dell’andamento di questa malattia, con un nuovo approccio in materia di prevenzione, trattamento e assistenza.
Al contempo, presso il parlamento europeo è stata istituita una commissione speciale sulla lotta contro il cancro (Beca), che ha concluso il proprio mandato nel dicembre 2021. La commissione ha svolto una serie di audizioni pubbliche, nonché di interlocuzioni con i parlamenti nazionali e organizzazioni ed esperti internazionali.
Nel febbraio 2022, a seguito dei lavori della commissione speciale, il parlamento europeo ha adottato una risoluzione dal titolo «Rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro». Con tale risoluzione il parlamento non ha del tutto accolto la posizione espressa sul tema dell’alcol dalla Commissione Ue nel febbraio 2021.
Nella risoluzione si parla di contrasto all’abuso di alcol – cioè al consumo «nocivo», «dannoso» - e non al mero uso, come invece scriveva la Commissione.
Il parlamento, inoltre, non si è conformato alla proposta di quest’ultima circa «l'obbligo» di indicare sulle etichette delle bevande alcoliche anche «avvertenze sanitarie», ma ha sottolineato «la necessità di offrire ai consumatori informazioni appropriate», «migliorando l'etichettatura delle bevande alcoliche con l'inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol e introducendo l'indicazione obbligatoria degli ingredienti e delle informazioni nutrizionali nonché mediante l'introduzione dell'etichettatura digitale».
Insomma, non è passata la posizione di etichettare le bottiglie di vino come i pacchetti di sigarette.
Obblighi informativi per le etichette dei vini
L'industria del vino Ue, a differenza di quella del cibo, non era finora obbligata a elencare gli ingredienti, salvo gli allergeni, sulle etichette.
Il regolamento europeo del 2011 (n. 1169) relativo alla «fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori» non si applicava alle bevande alcoliche.
A seguito di ulteriori valutazioni, la Commissione europea ha ritenuto non ci siano ragioni oggettive per giustificare «l’assenza di informazioni sugli ingredienti e di informazioni nutrizionali sulle bevande alcoliche».
E così, nell’ambito della politica agricola comune (PAC), pubblicata il 6 dicembre 2021, sono stati previsti obblighi anche per le etichette dei vini. Dall'8 dicembre 2023, si dovranno riportare i valori nutrizionali e la lista degli ingredienti utilizzati (regolamento UE 2021/2117).
Non basterà soltanto segnalare i vitigni e la presenza di solfiti, com’è attualmente, ma occorrerà elencare anche tutti gli additivi utilizzati.
Per risolvere il problema degli spazi limitati sulle bottiglie, il regolamento consente che le indicazioni possano essere fornite in via elettronica - un codice QR consente un’estensione virtuale dell’etichetta - evitando comunque «qualsiasi raccolta o tracciamento dei dati degli utenti».
Dal 1° gennaio di quest’anno la normativa sull’etichettatura ambientale degli imballaggi, anch’essa di derivazione europea, impone che sulle bottiglie di vino siano apposte istruzioni per consentire il riciclo delle varie parti.
Insomma, nemmeno le discipline sulle etichette prevedono indicazioni sanitarie sulle bottiglie di vino.
Le etichette sull’alcol in Irlanda
Lo scorso 21 giugno, l'Irlanda ha notificato alla Commissione europea una proposta di legge per inserire sulla etichette dei prodotti alcolici, tra le altre cose, avvertenze tese a informare «sul pericolo del consumo di alcol» o sul «legame diretto tra alcol e tumori letali».
La legge è stata motivata dall’Irlanda con il fatto che «il volume e i modelli di consumo di alcol» nel paese causano alte percentuali di decessi e disabilità, incidendo negativamente e in modo notevole sul sistema sanitario nazionale.
La notifica prevista dalla direttiva serve a valutare l’insorgenza di ostacoli al commercio in Ue a seguito di progetti nazionali di regolamentazione tecnica relativa, tra l’altro, a prodotti industriali, agricoli e ittici.
Dalla data della notifica inizia un periodo di sospensione di tre mesi, per consentire alla Commissione e agli altri Stati di esaminare la compatibilità del testo notificato con i principi del diritto dell'Ue e, in particolare, con la libera circolazione nel mercato interno. Qualora emergano profili di incompatibilità, la Commissione e gli Stati possono presentare un parere circostanziato.
La sospensione viene prorogata per altri tre mesi, nei quali lo Stato notificante deve fornire spiegazioni, decorsi i quali, se la Commissione non blocca il progetto, tale Stato può procedere alla sua adozione.
Il progetto di legge irlandese è stato oggetto di pareri contrari da parte di nove Paesi, tra cui Francia, Italia, Portogallo e Spagna.
Nel documento italiano, in particolare, si sottolineava che l’obbligo di un’etichettatura ad hoc per i prodotti destinati al mercato irlandese avrebbe indotto le aziende a lasciare tale mercato o non entrarvi a causa dei relativi costi.
Oggi in Italia si sostiene che l’autorizzazione data dalla Commissione all’Irlanda circa i messaggi di allarme sulle etichette di vino preluda all’adozione del medesimo approccio a livello europeo. Di fatto, è vero l’opposto.
Secondo la citata direttiva, se l’Ue avesse avuto allo studio una normativa in tema di etichette sanitarie per gli alcolici, avrebbe dovuto bloccare la proposta di legge irlandese, proprio per salvaguardare l’armonizzazione della disciplina dell’Unione. Così non è stato. Dunque, aver dato il via libera alla legge non significa che oggi l’Unione stia andando nella stessa direzione, anzi.
Detto ciò, l’Ue non è un’entità che cala dall’alto le proprie determinazioni ai singoli Stati. Sono gli stessi Stati che, nel consesso europeo, decidono con metodo democratico le regolamentazioni da applicare nell’Unione. Anche quelle sulle etichette del vino.
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