- È l’ora di interlocutori automatici capaci di “inventare” composizioni, immagini, discorsi a partire da come ogni singolo utente glieli chiede. Per ora il servizio è gratuito, ma solo per seminare dipendenza in vista dello spaccio a pagamento.
- Una volta che l’utente le dà l’esca, la macchina raduna gli schemi che “conosce” e li dispone nel modo che, secondo le sue statistiche, va per la maggiore. L’output è sempre ragionevole e forbito, ma il contenuto può essere sbagliato. Quindi sono sistemi che non producono opere, ma bozze.
- Dal brulicare di intelligenze artificiali di stampo post specialistico e, per così dire, “generaliste”, traspare il tradizionale modello di business: profilarci ancora meglio e incassare ricavi rivendendoci.
Dalla oralità alla scrittura e poi alla stampa, dalla tessitrice casalinga al telaio mosso dal vapore, dalle opere d’arte une ed esclusive alle riproduzioni in serie, dal ritrovarsi fra colleghi al connettersi da casa. In continuazioni le abilità precedenti cedono spazio a quelle nuove: la catastrofe di alcuni è la premessa di fortune altrui.
Stavolta il passo pare grosso con le intelligenze artificiali generative e generaliste che stanno accumulando ogni traccia di sapienza riconducendola a forme componibili secondo la logica del Lego e sanno mettersi al livello del più disarmato degli utenti.
Basta esprimere un semplice desiderio, anche quello che sfarfalla confuso nel cuore o nella testa, lasciando alla macchina di “capirlo” e comporre un qualche “discorso” che lo serva, sia musica, immagine, trama avventurosa, saggio di dottrina, istruzione per computer, servizio di Cyrano se urge un sonetto per l’amata.
Stanno arrivando tutte insieme: Night Cafè, DALL-E 2, Midjourney per generare arte, What3Words per localizzare un posto al volo usando solo tre parole, e altre ancora fino alla più recente, ChatGDP l’enciclopedica.
Al momento sono gratuite, un po’ per testare i prodotti al di fuori del giro degli addetti e molto per seminare dipendenza fra i curiosi in vista del trionfo finale: lo spaccio del servizio a pagamento, l’associazione con la pubblicità mirata, il commercio dei dati che noi stessi genereremo esprimendo desideri ai server del padrone.
L’IA che ci prova e può sbagliare
ChatGDP è l’eroina del momento, che parla, ma talvolta sproloquia, scegliendo risposte in base alla probabilità che ricava dal passato, ma senza ricalcolare che siano quelle giuste. Ed ecco quanto può accadere: Ben Thompson (blog Stratechery) le ha chiesto di produrre – a supporto dei compiti a casa della figlia - un temino sulla separazione dei Poteri dello Stato.
In un attimo quell’Intelligenza ha scritto con lingua tonda e convincente, che Thomas Hobbes (sec XVII) è il padre della divisione fra chi legifera, che governa, e chi interpreta le leggi.
Una topica terribile, considerando che Hobbes propugnava il contrario, e cioè l’assolutismo che pone ogni potere nelle mani del sovrano.
Ma un errore comprensibile se quell’intelligenza ha ingurgitato un mare di testi in cui si poneva la questione fra Assolutismo o Divisione dei Poteri e ha trovato Hobbes fra gli autori più citati. Così lo ha rovesciato come un laziale proclamato romanista solo perché esperto dei difetti della lupa.
Rischi
Ecco dunque il rischio che si corre a pendere dalle labbra di qualsiasi intelligenza artificiale d’iltimo grido che, come un mezze maniche di Stato, spulciano ad orecchio nelle pratiche passate. Il rischio sociale è ingigantito dal fatto che queste Intelligenze non sono elitarie, e s’adeguano al linguaggio “parla come mangi” mettendogli in mano sempre e senza rabbuffi una risposta.
Mentre l’uso accorto è assai elitario, vuole scegliere attentamente le parole, sperimentare lo strumento, capirne punti forti e debolezze, valutare se convenga un registro formale («La prego di esplicitare le ragioni di questo mio specifico politico disagio», chiederebbe un militante del Pd) o confidenziale (da parte del medesimo piddino: “aiutami a esprimere la rabbia che mi gira confusa nella testa da quando una minoranza ha vinto le elezioni”).
Soppesando attentamente se e come ricorrere a gerghi di mestiere, acronimi, mozziconi di parole, a premesse e giravolte per far capire quello che si vorrebbe. Rischi astratti? No davvero se Stake Overflow del gruppo Meta, già proibisce ai suoi sviluppatori di usare quella troppo generosa ChatGDP per formulare questioni al suo sistema.
L’evoluzione degli utenti
Pare certo che il mercato degli “esperti”, quelli che producono report a pagamento, subirà un forte contraccolpo. Ne serviranno di meno per scrivere i rapporti perché le intelligenze artificiali produrranno molte bozze.
Ma servirà più tempo e più pazienza per leggere le versioni, nonché mani molto ferme nel tenere le redini alla macchina, scaltrite nel formulare le “domande”, critiche e diffidenti nel valutare le “risposte”. Insomma, non è escluso che, per volgere a fini produttivi tanta produttività cieca e furente della macchina, servano alla fin fine più stipendi e più elevati .
Quanto agli utenti comuni è scontato che si esporranno a un processo di degrado, invasi da forbite scemenze realizzate a colpi di Intelligenza, sia pure Artificiale.
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