- Grida vendetta la gestione dell’immigrazione della destra italiana. Riavvolgiamo il nastro. In principio venne Mare nostrum.
- In parallelo alla questione sbarchi ha viaggiato quella legata all’accoglienza. Stesso copione: sabotare ogni possibile soluzione per pura speculazione politica.
- Che la destra abbandoni la propaganda, si arrenda all’inconsistenza delle loro pseudo soluzioni e ammetta di aver totalmente sbagliato alleanze in Europa. Tirare una riga e ricominciare. Anche perché l’Italia e l’Europa di immigrazione hanno enormemente bisogno. Pena, la scomparsa.
Grida vendetta la gestione dell’immigrazione della destra italiana. Riavvolgiamo il nastro. In principio venne Mare nostrum, «Operazione - secondo il Ministero della difesa - militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale iniziata il 18 ottobre 2013 per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria in corso nello Stretto di Sicilia, dovuto all'eccezionale afflusso di migranti».
Era la risposta alle polemiche fomentate dalla destra che denunciava l’assenza di controllo nei nostri mari.
L’operazione terminò un anno dopo, il 31 ottobre 2014, perché sempre la destra di Salvini e Meloni, allora fissa all’opposizione, si lamentava dei soldi spesi dallo Stato per salvare i migranti.
Tolto il coordinamento militare nelle operazioni di salvataggio, il lavoro fu sostanzialmente appaltato alle Ong, che affiancavano le navi della marina militare. Ma, naturalmente, anche questa via non andava bene perché bisognava utilizzare l’immigrazione per puro lucro politico.
Le navi delle organizzazioni non governative diventarono, secondo definizione di Luigi Di Maio poi ripresa dalla Lega, “taxi del mare” e complici dei trafficanti di esseri umani.
Seguì la politica del ministro dell'Interno Marco Minniti, governo Gentiloni, vera svolta nella gestione dell’immigrazione in Italia. I confini dell’accordo portato avanti dall’allora Ministro della Difesa non sono mai stati chiari.
Minniti conosceva la Libia e i capi tribù che di fatto la governavano e con loro ha stipulato il suo patto. Gli arrivi sulle coste italiane calarono drasticamente, ma anche questo non bastava.
L’apice della retorica anti immigrati arriva con gli anni salviniani, dove si assiste allo scempio di far aspettare nei porti persino le navi militari.
In parallelo alla questione sbarchi ha viaggiato quella legata all’accoglienza. Stesso copione: sabotare ogni possibile soluzione per pura speculazione politica.
Centri di accoglienza? Non andavano bene. Allora distribuire i migranti sull’intero territorio nazionale in centri comunali? Nemmeno per idea. Come, il comune non garantisce case ai suoi cittadini e trova i soldi per gente venuta da chissà dove?
Nuova opzione: chiedere accoglienza ai cittadini privati in strutture alberghiere o a casa propria. Anche questa bocciata.
Si ricordano sit-in intimidatori sotto casa di comuni cittadini additati come traditori e speculatori. Oltre a barricate notturne alle porte di paesi a cui erano destinati 10 immigrati.
Furono proprio queste manifestazioni stimolate dall’alto ad aver convinto Minniti a firmare il classico patto col diavolo una volta constata l’impossibilità di trovare a breve termine una soluzione europea.
Non credo che Meloni sia contenta della riedizione farsesca, ma sulla pelle di gente innocente, a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Archiviata la panzana del blocco navale, agisce per difendersi da Salvini alla sua destra. Non è questo il punto, però.
Tutti, e dico tutti, sanno che l’unica risposta è la revisione di Dublino e la redistribuzione in Europa. Che la destra abbandoni la propaganda, si arrenda all’inconsistenza delle loro pseudo soluzioni e ammetta di aver totalmente sbagliato alleanze in Europa.
Tirare una riga e ricominciare. Anche perché l’Italia e l’Europa di immigrazione hanno enormemente bisogno. Pena, la scomparsa.
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