- Per la seconda volta, per rispondere alle critiche del segretario del Pd Enrico Letta, Giorgia Meloni ha detto: «Chi attacca me scredita l’Italia».
- Una perfetta espressione di nazional-populismo. Io sono il popolo e la nazione, e chi è contro di me è contro il popolo e la nazione.
- Che Giorgia Meloni si identifichi con la nazione indica già un inclinazione al delirio di onnipotenza. Ma che consideri antinazionale chi la critica, preoccupa ancora di più.
A chi avesse ancora bisogno di qualche prova sulla estraneità di Giorgia Meloni ai principi di base della democrazia liberale basterebbe leggere cosa ha dichiarato, l’altro giorno, per la seconda volta, al Corriere della Sera in risposta alle critiche del segretario del Pd Enrico Letta: «Chi attacca me scredita l’Italia».
Una perfetta espressione di nazional-populismo. Io sono il popolo e la nazione, e chi è contro di me è contro il popolo e la nazione. Quindi, è un “nemico della patria”, una quinta colonna di interessi occulti e stranieri, ovviamente giudodemoplutocratici, perfettamente rappresentati dal finanziere George Soros, definito tempo fa da Meloni come un “usuraio” (sic!).
Significativo che nessuno ebbe niente da dire per questo riferimento antisemita, mentre ora si fa l’esame del sangue ai candidati del Pd per le loro critiche a Israele, come se in quel paese non ci fosse una coscienza critica degna di un vero paese democratico, espressa da intellettuali indimenticati come Zeev Sternhell e Abraham Yehoshua.
La first lady della nazione procede, grazie alla condiscendenza di una classe dirigente che fiuta il vento, a un tentativo affannoso quanto farlocco di rivestire i panni del conservatorismo: tentativo tardivo e strumentale visto che quando Gianfranco Fini imboccò questa strada, venne abbandonato dalla stessa Meloni che lo definì poco meno che un venduto.
Non per nulla la leader di FdI palpita di affetto e nostalgia per Giorgio Almirante che non aveva nulla non solo di democratico e liberale ma nemmeno di conservatore, mentre disdegna e disprezza l’ex leader di Alleanza nazionale. Il primo era rimasto fedele all’ “Idea”, (indovinare quale), come detto e ripetuto in tante occasioni - dalle tesi di Trieste del secondo congresso di FdI, alla commemorazione del camerata Teodoro Buontempo – il secondo aveva tradito la destra.
Che Giorgia Meloni si identifichi con la nazione indica già un inclinazione al delirio di onnipotenza. Ma che consideri antinazionale chi la critica, preoccupa ancora di più.
Perché con questa visione intollerante e illiberale, non ci sarà da sorprendersi se l’opposizione, per tutelare il bene superiore dell’interesse nazionale, dovrà essere sottoposta ad adeguate misure…
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