Dalle spiagge alle autostrade, dai taxi al trasporto pubblico e, appunto, alle banchine portuali, è un “far west”. Le proroghe oltre che prestarsi a fenomeni di corruzione, impediscono la crescita delle aziende che, per essere competitive, farebbero investimenti e svilupperebbero nuove tecnologie
Uno degli aspetti dell'indagine di Genova riguarda la proroga trentennale dell’assegnazione del terminal portuale “rinfuse” all’imprenditore Spinelli. Una situazione paradigmatica di diffusa illegalità che esiste in tutto il Paese. La proroga delle concessioni portuali, quindi senza gara, interessa in generale gran parte delle concessioni, sia di aree demaniali che della gestione di servizi pubblici. Vengono disattese non solo le direttive europee, ma anche precise norme legislative nazionali sulla concorrenza.
Dalle spiagge alle autostrade, dai taxi al trasporto pubblico e, appunto, alle banchine portuali, è un “far west”. Le proroghe oltre che prestarsi a fenomeni di corruzione, impediscono la crescita delle aziende che, per essere competitive, farebbero investimenti e svilupperebbero nuove tecnologie.
L'istituto della proroga ormai ha intaccato buona parte degli enti pubblici. La Corte Costituzionale già in diverse sentenze ne aveva censurato l’eccessivo utilizzo, in quanto le modalità di aggiudicazione diretta di un contratto di servizio o di una proroga consensuale ledono fortemente la concorrenza.
Imprese di operatori terminalisti che lavorano sulle banchine portuali, società ex municipalizzate di trasporto pubblico locale, taxisti e gestori delle spiagge non sono stimolati, anzi vivono sulle loro rendite di posizione monopolista, generando così lauti profitti e posizioni dominanti a danno della qualità dei servizi offerti e dei consumatori. Per quanto riguarda i nostri porti, la competitività è tra le più basse d’Europa.
Troppi scali portuali, gestioni monopolistiche, alti costi dei servizi, alte rendite di posizione ingiustificate. Ciò vale anche per il trasporto pubblico locale. Infatti i passeggeri stanno calando, le aziende tagliano servizi e il traffico automobilistico aumenta.Le spiagge italiane sono carissime, utilizzano vecchie strutture e sono mal gestite. Le spiagge italiane, una risorsa limitata, secondo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato, necessitano del superamento delle concessioni da sempre prorogate.
C’era da aspettarselo che proprio a Genova ci fosse una corsa ad accaparrarsi in tutti i modi gli spazi portuali, visto anche l’avvio dei lavori per la realizzazione della diga foranea, presupposto per poter accogliere navi sempre più grandi. La diga servirà a far arrivare a Genova enormi navi portacontainer. I lavori della diga, nel 2023, sono stati al centro di un' indagine dell’Anac: anche in questo caso, sarebbe stata violata la concorrenza per la maxi opera da 1,3 miliardi di euro, finanziata dal Pnrr.
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