Donald Trump dice e replica che la Ue deve guardarsi dal rompere le scatole al pentapolio: Microsoft, Apple, Amazon, Alphabet (Google e YouTube), Meta (Facebook e Instagram). In effetti nel mondo sfociato in zuffa nello studio ovale l’Unione ha emanato quattro regolamenti (Privacy, Mercati, Servizi, AI) per tamponare l’evasione fiscale conclamata, ma si è tenuta alla larga dalla sostanza dei problemi. Ora i tempi sono cambiati e quei regolamenti andrebbero radicalmente ripensati nella più ampia prospettiva della sovranità digitale dell’Unione. Né più né meno di quanto si va delineando riguardo alla Difesa. L’ultimo miglio che la sinistra non sa compiere Il contenzioso digitale Usa-Europa Due i settori dolenti. Il primo è l’affidamento, molto diffuso, a Google e Microsoft di molteplici servizi interni a stato, accademia, imprese. Se Starlink suscita l’angoscia di esporre i nostri militari a spionaggi permanenti e a ricatti estemporanei, la compenetrazione strutturale del pentapolio nelle strutture decisionali nazionali e almeno altrettanto insopportabile. Il secondo settore è costituito dal servizio social Usa che contrasta frontalmente la sovranità digitale di tutti i 27 stati dell’Unione. In primo luogo la qualità del servizio è pessima perché i social Usa si basano su account dall’identità non accertata e quindi sono terreno di pascolo per campagne di fake, disinformazione, misinformazione che, danni politici e culturali a parte, garantiscono alla piattaforma traffico e ricavi in proporzione. L’Unione, bersaglio privilegiato della destra trumpiana e degli hacker del Cremlino, può intervenire obbligando i social operanti nell’Unione a richiedere la carta d’identità degli account esistenti e disattivarli in caso negativo. Ma rimanendo liberi gli utenti di preferire username di fantasia. Di conseguenza ogni utente, in quanto reale, starà attento a quel che posta né più né meno di quanto non usi rispetto a quel che dice. Last but not least, sarebbe serenamente dismessa l’ipocrisia censoria della “moderazione”. Non mancherà chi si farà sotto a sostenere che in questo modo la libertà di espressione garantita dall’anonimato viene compressa, ed esibirà la circostanza che attualmente l’obbligo della carta d’identità è fissato solo in Cina. Ma, a ben guardare, l’attenzione censoria dei cinesi non è maggiore di quella di Russia, Egitto o di qualsiasi tirannia senza che nessuno fra costoro pretenda il documento. Perché chi reprime maggiormente trae grande vantaggio dall’accounting anonimo. Per mille ragioni tecniche, tra cui l’essenziale è che Internet è uno scambio continuo di “identificatori” per cui l’anonimo è facilmente svelabile al tiranno e gli conferisce il vantaggio di arrestare o pedinare a discrezione. Per non dire delle armate di account anonimi arruolabili da chiunque abbia il denaro o potere per godere della disuguaglianza digitale rispetto agli utenti reali. Gas, meno tasse ai bigh tech, pesticidi: cosa vuole davvero Trump dall’Europa Regole e conseguenze L’identità accertata degli account, nonché l’obbligo che i dati europei restino in Europa e affidati a mani europee, sono i fondamenti della sovranità digitale. La Ue dovrebbe di conseguenza rifare i regolamenti e imporre per il territorio dell’Unione il risanamento strutturale del modello social “anonimo”, imperiale, monopolistico, robotico e disinformante incarnato dal pentapolio Usa. Anche come premessa necessario della sovranità nel cloud e negli sviluppi dell’intelligenza artificiale che condizionano a loro volta la capacita autonoma di innovazione e difesa. Il rapporto Draghi, presentato ormai mesi fa, affronta il problema (pagina 26), ma esplicitamente rinuncia a risolverlo: «È troppo tardi perché l'Ue cerchi di sviluppare sfidanti sistematici per i principali fornitori di servizi cloud statunitensi: le esigenze di investimento sono troppo grandi e distoglierebbero risorse dai settori e dalle imprese in cui le prospettive innovative dell'Ue sono migliori». Tuttavia, imporre la sovranità sui dati e l’identificazione degli account mette in discussione il cuore del modello di servizio del pentapolio Usa e i 500 miliardi (2024) di margine operativo di cui gode permettendo di contendergli la disintermediazione fra merci/servizi e consumatori e il vantaggio di espandere l’utenza a costo marginale zero. Da cui la crescita di scala è e la convenienza a investire nel settore contiguo del Cloud, usare in proprio la generazione di grandi masse di dati e creare le condizioni adatte alle imprese e start up dell’Intelligenze artificiale. Specie di questi tempi, si può fare. Potere, ricchezza e tech in mano a poche persone: il revival della Grande Crisi