- Non è Bankitalia in conflitto con gli interessi della Nazione, il cui nome proprio è Repubblica, ma chi è giunto al potere strizzando l'occhio all'evasione fiscale e facendo intendere di volere leggi tali da rendere superfluo evadere!
- Fazzolari si muove, e con lui certo la sua dante causa Meloni, sulla scia dell'ex presidente Usa Donald Trump
- Trump voleva “prosciugare la palude dello Stato profondo” contrario alle sue decisioni. E così Meloni e Fazzolari.
La legge di bilancio va approvata entro 24 giorni, Natale incluso. Il tempo non basta e la lamentela del parlamento sarebbe credibile se all'audizione di Fabrizio Balassone, dirigente di vertice di Banca d'Italia, alle Commissioni Bilancio riunite avessero partecipato più dei 7 parlamentari (su 48) presenti o collegati.
Le critiche di Banca d'Italia non sorprendono chi legga i suoi documenti: servono limiti sul contante, per contrastare criminalità e evasione, la flat tax discrimina fra lavoro dipendente e autonomo accrescendo le disparità. Il reddito di cittadinanza, pur nei suoi limiti, ha contrastato la povertà; bisogna vararne la nuova versione prima di toccare la legge.
Tanto è bastato a irritare Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio; per lui «Bankitalia è partecipata da banche private… ha una visione che reputa più opportuno non ci sia più utilizzo di denaro contante». Davanti alle reazioni critiche, egli ha detto d'apprezzare l'operato della Banca, e di ritenere quelle “posizioni legittime”. Bontà sua!
Fazzolari pare uscire direttamente dall'età della pietra, per lui «L'unica moneta con corso legale è la banconota»! Non sarà il sottoscritto a fare di Bankitalia un totem indiscutibile, ma se è “legittimo”, questo sì, dissentire da quelle posizioni, attribuirle alla sua supposta “cattura” da parte delle banche partecipanti al capitale è grave vulnus istituzionale.
Se egli avesse il ruolo o l'esperienza degli spin doctor di Giuseppe Conte o di Matteo Salvini, quelle parole sarebbero comprensibili, ma ha in mano la macchina dell'esecutivo, ed esse dovevano morirgli nella strozza.
Non è Bankitalia in conflitto con gli interessi della Nazione, il cui nome proprio è Repubblica, ma chi è giunto al potere strizzando l'occhio all'evasione fiscale e facendo intendere di volere leggi tali da rendere superfluo evadere!
Fazzolari si muove, e con lui certo la sua dante causa Meloni, sulla scia dell'ex presidente Usa Donald Trump; egli voleva “prosciugare la palude dello Stato profondo” contrario alle sue decisioni.
Stato profondo sarebbe l'insieme di leggi, istituzioni e prassi in cui consiste l'essenza stessa della democrazia liberale, un complesso meccanismo di cui le elezioni sono solo il punto finale, privo di senso se privo dei suoi elementi costituenti.
Con queste parole, che negano i compiti di indirizzo e garanzia di istituzioni come Bankitalia o la spaesata Consob, Fazzolari si mostra ignaro dell'antica arte democristiana: mai reagire alle opinioni che non ci convengono. Diamine, penserà, mica abbiam vinto le elezioni per consentire a un burocrate da nessuno eletto, teleguidato dalle banche, di darci la linea!
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