- Il centrodestra ha presentato in vari modi proposte di riduzione delle tasse attraverso la formula della flat-tax, ossia di una tassa proporzionale e non più progressiva.
- Una tassa proporzionale in sostituzione di una tassa progressiva favorisce chi è più ricco rispetto a chi ha un reddito basso, dato che la progressività dell’imposta ha proprio la funzione di tassare di più chi ha un reddito maggiore.
- Ben il 41 per cento degli elettori del centrodestra dichiara di appartenere alla categoria dei redditi medio/bassi, eppure votano per partiti che hanno dichiarato di penalizzarli fiscalmente.
Il centrodestra ha presentato in vari modi proposte di riduzione delle tasse attraverso la formula della flat-tax, ossia di una tassa proporzionale e non più progressiva.
Si va dalla tassa al 15 per cento per tutti proposta da Salvini, pur se con un processo graduale in modo da favorire prima il mondo dei lavoratori autonomi, alla proposta bizzarra di Giorgia Meloni Meloni di applicare la flat-tax agli incrementi di reddito (sicché chi subisce una perdita di reddito è penalizzato due volte), fino alla più moderata ipotesi di Silvio Berlusconi per una tassa al 23 per cento per tutti.
Non bisogna essere grandi tributaristi, né sofisticati matematici per capire che una tassa proporzionale in sostituzione di una tassa progressiva favorisca chi è più ricco rispetto a chi ha un reddito basso, dato che la progressività dell’imposta ha proprio la funzione di tassare di più chi ha un reddito maggiore.
Né è lecito dire che comunque la progressività si recupera grazie al gioco delle detrazioni e deduzioni, perché questo significa attribuire al caso (o alle lobby che premono per favorire i loro interessi) la progressività delle tasse, che comunque finirebbe per favorire i più ricchi che possono anche permettersi maggiori detrazioni e deduzioni.
Se il centrodestra preme per favorire i ricchi nel nostro paese, se ne dovrebbe dedurre che i ricchi votino in larga maggioranza per il centrodestra. Ma le cose non stanno così.
Secondo le ultime indagini disponibili di Ipsos sulle intenzioni di voto, gli elettori benestanti o con reddito medio/alto che sceglierebbero il centrodestra sono il 46,6 per cento, mentre la maggioranza di questa categoria (53,4 per cento) intende votare per gli altri partiti (sono esclusi da questo computo quanti non intendono votare).
E neppure si può dire che siano le categorie degli imprenditori, professionisti e commercianti quelli attratti dalle lusinghe di Salvini: anche per questa categoria di elettori il 44,1 per cento dichiara di voler votare per il centrodestra, contro il 55,9 per cento che dichiara di votare per gli altri partiti.
Più equilibrato, invece, il voto degli elettori con reddito decisamente basso: il 49,1 per cento è a favore del centrodestra!
Il mistero dei poveri
E qui entriamo in uno dei misteri di questi tempi. Perché i più poveri, con redditi medio bassi sono attratti da una coalizione di partiti che dichiara di voler favorire i ricchi?
Ben il 41 per cento degli elettori del centrodestra dichiara di appartenere alla categoria dei redditi medio/bassi, eppure votano per partiti che hanno dichiarato di penalizzarli fiscalmente.
Certo, il voto non è razionale e sappiamo che la destra, in tutto il mondo, è riuscita a imporre un’ideologia contro le tasse, col risultato di ottenere anche il voto di quanti, guadagnando poco, vivono grazie alla spesa pubblica finanziata con le tasse che quei partiti vogliono abbassare. Misteri della logica umana.
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