- La pubblicazione da parte della NASA delle prime fotografie dell’universo ricavate dal telescopio di ultima generazione Webb hanno suscitato molto scalpore.
- In particolar modo l’immagine dell’ammasso di galassie SMACS 0723 ha scatenato le reazioni più accanite e fantasiose, quasi che si trattasse di un test di Rorschach globale.
- Alla Nasa pare che abbiano messo su un gazebo in cui chi vuole può sedersi e commentare, in modo da poter avere una prima sistematizzazione tipologica di queste reazioni alla vista del nuovo cosmo a infrarossi.
La pubblicazione da parte della NASA delle prime fotografie dell’universo ricavate dal telescopio di ultima generazione Webb hanno suscitato molto scalpore. In particolar modo l’immagine dell’ammasso di galassie SMACS 0723 ha scatenato le reazioni più accanite e fantasiose, quasi che si trattasse di un test di Rorschach globale.
Così alla Nasa pare che abbiano messo su un gazebo in cui chi vuole può sedersi e commentare, in modo da poter avere una prima sistematizzazione tipologica di queste reazioni alla vista del nuovo cosmo a infrarossi.
Il primo a sedersi è un noto beone della zona, il quale subito dopo aver sgranato gli occhi esclama:
- Somiglia moltissimo a un bancone in graniglia di un bar anni settanta che frequentavo quando ancora ero sposato con la mia prima moglie.
L’addetto scienziato prende nota.
- Nient’altro?
- Sull’universo o sulla mia prima moglie?
Il secondo a sedersi è un religioso che non ha il minimo dubbio.
- In questa immagine vedo il volto di Dio.
- Ne è sicuro?
- Posso vedere perfino la sua barba.
- E’ sicuro di non sovrapporre un suo pregiudizio all’immagine inedita e per certi versi inaudita che ci ha fornito il nostro telescopio di ultima generazione Webb?
- Dio e l’universo, lo sa che le il primo non esclude il secondo? Adesso sappiamo una cosa nuova però. Dio non ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza, bensì direttamente il cosmo.
Il terzo a sedersi fu un complottista.
- Ancora con questi giochetti voi della NASA, eh?
- In che senso?
- Che nessuno è mai andato sulla luna, e ora ci volete far credere che siete arrivati pefino al Big Ben.
- Non ancora, ma ci arriveremo.
- Sì, come no. Questa nuova iconografia cosmica è l’ennesimo tentativo per distrarre le masse dalla creazione del nuovo ordine mondiale.
Il quarto a sedersi era un ottimista.
- Questi scatti sono bellissimi, l’universo non è un posto buio e inospitale, bensì colorato e luminoso. Sono immagini festose, che mi riempiono il cuore di commozione e spirito di fratellanza.
Il quinto invece era un pessimista.
- Questi scatti sono bruttissimi, l’universo era già stato perfettamente fotografato oltre due secoli fa da Leopardi, quando definiva la natura come “matrigna”, non c’è niente oltre a se stesso, è tutto insensato e caotico, un brodo primordiale, vediamo meglio il mistero, ma non siamo riusciti a risolverlo.
Il sesto a sedersi fu un uomo del popolo.
- Se lo guardo non mi dice niente, però posso giocare a unire i puntini luminosi delle varie galassie come quel gioco della Settimana Enigmistica…
- E se unisce i puntini che disegno si crea?
- Lo devo proprio dire?
- Prego, siamo qui per questo.
- E’ una scritta, non un disegno. “W la fica”.
Da ultimo venne chiamato appositamente dalla NASA uno dei più grandi filosofi contemporanei, il quale dopo aver osservato SMACS 0723 per diversi minuti chiese un pennarello e andò a disegnarci sopra un grosso fallo.
L’addetto scienziato cacciò un urletto inorridito.
- Ma che cosa ha fatto? Vede questa figura dentro al quadro?
- No, non ce lo vedo, è un disegno surrettizio, è uno sfregio.
- E’ uno scherzo?
- Mai stato più serio in vita mia.
- Cosa la spaventa?
- Il cosmo, il fatto che non abbia una giustificazione fuori da sé. Disegnare un fallo è un atto che restituisce a quello scatto spaventoso l’uomo, la razza umana.
- Un graffito osceno?
- Esattamente, né più né meno di quei cazzi che disegnavamo nei cessi dei bagni delle medie, per affermare la nostra esistenza, per dire che c’eravamo, che desideravamo, che c’era un senso nell’insensatezza.
- Il punto di vista delle stelle non le interessa?
- Siamo noi che guardiamo l’universo attraverso il telescopio, non viceversa.
- Lo scopo della scienza è sempre sato quello di mettere a lato l’uomo, di smontare le sue teorie egocentriche. Si ricorda di Galileo Galilei? E le religioni in fondo che altro esprimono se non il bisogno di un padre putativo che infantilmente ci giustifichi?
- E’ passato molto tempo e adesso viviamo in un’epoca scientista. La scienza è l’unica religione, il resto superstizione.
- Lei è un filosofo o un mago?
- Un filosofo, ecco perché continuo a provare sentimenti irrazionali senza doverne provare un senso di colpa.
L’addetto scienziato alzò le spalle, prima di congedarlo. Con il rinomato filosofo avevano concluso quella prima fase di elaborazione delle reazioni all’universo primordiale. Sopra alla cartella venne scarabocchiato sbrigativamente: “A mirror”.
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