- La storia della bambina di 15 mesi, nata in Ucraina e poi abbandonata alle cure di una babysitter da una coppia italiana, restituisce impulso al dibattito sulla gestazione per altri e impone un ulteriore sforzo di riflessione sulla necessità di una regolamentazione stringente.
- Non c’è ragione per negarlo, la vicenda – per quanto ancora avvolta dall’incertezza – è sconcertante. E proprio per questo, è brandita da alcuni come una clava. Viene trasformata in un banco di prova per condannare la gestazione per altri, da un lato appiattendone le complessità, dall’altro accendendo ad arte i riflettori sugli aspetti più controversi.
- La regolamentazione deve porre al centro tutte le donne coinvolte secondo diverse direttrici e naturalmente i bambini. Sono molti i pilastri, emersi nel dibattito che si è sviluppato all’interno del femminismo e non solo.
Maternità surrogata, il vero problema è l’assenza di regole
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23 novembre 2021 • 10:00Aggiornato, 25 ottobre 2024 • 16:23