- Il negazionismo è come il Covid: nel tempo si aggiorna, si sviluppano nuovi ceppi e varianti imprevedibili, per cui la verità è che non si può mai stare tranquilli.
- Ora ad esempio, quasi sparita la corrente no vax e indebolita quella no Ucraina, sta prendendo piede un nuovo fronte del negazionismo, se possibile ancora più becero: quello del #nosic, il no siccità, ovvero il cittadino convinto che tutte queste notizie sulla siccità siano come di consueto false e partorite dai poteri forti per sottometterci tutti.
- Lo schema e i protagonisti sono sempre gli stessi: c’è Enrico Montesano, che tra post sulle scie chimiche e gli effetti avversi dei vaccini, pubblica video di fiumi prossimi all’esondazione spacciandoli per recenti o scrive «Siccità? Alluvioni? Per farci stare in ansia va tutto bene…».
Il negazionismo è come il Covid: nel tempo si aggiorna, si sviluppano nuovi ceppi e varianti imprevedibili, per cui la verità è che non si può mai stare tranquilli. Ora ad esempio, quasi sparita la corrente No vax e indebolita quella no Ucraina, sta prendendo piede un nuovo fronte del negazionismo, se possibile ancora più becero: quello del #nosic, il no siccità, ovvero il cittadino convinto che tutte queste notizie sulla siccità siano come di consueto false e partorite dai poteri forti per sottometterci tutti.
Lo schema e i protagonisti sono sempre gli stessi: c’è Enrico Montesano, che tra post sulle scie chimiche e gli effetti avversi dei vaccini, pubblica video di fiumi prossimi all’esondazione spacciandoli per recenti o scrive: «Siccità? Alluvioni? Per farci stare in ansia va tutto bene…» e giù commenti dei suoi lettori del tipo: «Certo anche in Piemonte dicono che no ce più acqua ma io ho amici contadini che dicono che non ce tutta questa emergenza noi abbiamo tutte le risaie piene di acqua sto governo è dal Covid che cerca di prenderci in giro per giustificare i rincari!».
O: «Si inventano le emergenze per continuare a terrorizzare la gente per poter fare i porci comodi, il problema è che la gente ci crede!».
E ancora: «Nei tg di regime girano filmati vecchi di anni di fiumi in secca, tutto per privatizzare qualsiasi cosa mentre il popolo è in coma irreversibile».
Ma soprattutto: «Chiudono da non so dove le dighe!». E a dimostrazione del fatto che chiudono le dighe per assetarci, per spaventarci, per trasformare i campi nel deserto di Gobi, ci sono i #nosic che vanno a girare video nei pressi delle dighe o lungo gli argini dei fiumi, un po’ come quelli che andavano nei pronto soccorso o riprendevano le ambulanze per dimostrare che la pandemia era finta e i poteri forti ci volevano solo spaventare.
Insomma, gli stessi idioti, ma in una nuova variante più innocua, meno pericolosa e ugualmente molesta. E proprio Montesano propone il video girato da un signore veneto con un livello di paranoia che neppure Vladimir Putin col tavolo lungo quanto un isolato, il quale è andato a girare delle immagini nei pressi della diga del Chievo.
Immagini che svelano una realtà sconvolgente: presso la diga c’è acqua! Un fenomeno inquietante, chissà quando scopriranno che presso un bosco ci sono alberi, che trauma. Su Twitter invece, tal Domenico afferma che qualcuno sta trattenendo l’acqua nelle dighe per creare siccità, per cui bisogna organizzarsi con i droni per mostrare la dura realtà.
In particolare poi, secondo i #nosic, le grandi bugie riguardano le reali condizioni del fiume Po. Che sia in secca, che il mare sia entrato nel Po per 30 chilometri, che in vaste aree si passeggi nel letto del fiume come al parco sarebbero tutte balle, secondo i #nosic.
Il Po, come dimostrano molte foto postate su Twitter dai negazionisti delle secche nel Po, è pieno d’acqua. E quindi taggano ministri, sindaci, presidenti di regione invitandoli a dire la verità, a rivelare il loro piano diabolico, a smetterla di chiudere i rubinetti nei campi degli agricoltori col loro pulsante malefico con cui assetano e dissetano il mondo tramite un microchip presente sotto le ali delle anatre del Po.
E siccome, dicevamo prima, lo schema è sempre il medesimo, arrivano pure gli esperti a supportare la paranoia complottista, esperti intervistati con diabolico tempismo da una serie di giornali che ammiccavano ai No vax, ai No Ucraina e così via.
L’altro Prodi
Il faro dei negazionisti climatici è Franco Prodi, fisico, accademico e meteorologo italiano esperto di nubi e fratello di Romano Prodi. Per intenderci, uno che parla come piace ai negazionisti di qualunque campo, dicendo cose come «non posso fare a meno, quando parlo, di parlare facendo riferimento alle conoscenze scientifiche che abbiamo a disposizione, e che non dicono quello che il regime catastrofista che domina il discorso pubblico vorrebbe che dicessi».
Basta abbinare una laurea alla parola “regime” applicata a qualunque discorso e un negazionista scolpirà un busto con le tue fattezze. Secondo Prodi, «tutto rientra in una normalità della Terra caratterizzata da oscillazioni climatiche influenzate in gran parte dall’attività solare”, quindi l’uomo non c’entra niente, il caldo non è una novità, ci sono tante speculazioni. Morale: un buon deodorante anti-sudore e non pensiamoci più.
Altro faro dei negazionisti è il climatologo Nicola Scafetta molto amato e intervistato da La Verità, secondo il quale “le attuali politiche green fraintendono le vere cause dei cambiamenti climatici e questo è un grosso problema perché il rischio è che esse non avranno effetti positivi sperati sul clima, ma, contemporaneamente, politiche climatiche discutibili rischiano di apportare povertà, disoccupazione e quindi enormi tensioni sociali».
Insomma, la terza guerra mondiale non sarà colpa di Putin ma di Greta Thunberg. Nel frattempo arriverà presto il partito NoSic. Che comunque, diciamolo, suona pur sempre più originale di “Insieme per il futuro”.
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