- Contiamo fino a cento prima di premere invio e proviamo così a sottrarci all’agenda social che impone di parlare di quella sola e unica cosa, ogni volta, come il cane di Pavlov.
- Leggiamo più romanzi e saggi, su qualunque formato e supporto – se viene comodo non c’è nulla di blasfemo nel leggere Tolstoj o Joan Didion scrollando.
- Chiediamo a gran voce a chi ci governa, per rispetto dei morti e tutela dei più deboli, assoluta intransigenza con i no-vax, mentre a noi stessi la pazienza di comprendere quanto intricata e paradossale possa essere la mente umana.
Nelle preghiere d’ogni epoca e latitudine si è soliti rivolgersi a una qualche entità superiore per ottenerne la benevolenza, il sostegno: oggi, nel nostro tempo che eleva l’individuo a centro narrativo e iconografico del tutto, non resta che fare appello all’arbitrio personale per promuovere tempi migliori.
Dunque, procedendo un po’ a caso tra i tanti temi che reclamano attenzione, vorrei chiedere nel 2021 a tutti noi di recuperare innanzitutto un dispositivo di pensiero caro ai filosofi antichi: l’epochè, ovvero la sospensione del giudizio.
Contiamo fino a cento prima di premere invio e proviamo così a sottrarci all’agenda social che impone di parlare di quella sola e unica cosa, ogni volta, come il cane di Pavlov.
I social sono formidabili e terribili insieme, non possiamo più permetterci l’attenuante dell’innocenza. Meno opinioni compulsive, più ascolto: ognuno è portatore di un pezzo di verità, che magari a noi sfugge del tutto.
Leggiamo più romanzi e saggi, su qualunque formato e supporto – se viene comodo non c’è nulla di blasfemo nel leggere Tolstoj o Joan Didion scrollando.
A proposito di anno nuovo e futuro: smettiamo di leggere gli oroscopi, se ci interessa il campo piuttosto cominciamo a studiare l’astrologia, disciplina bistratta e fraintesa (proprio a causa degli oroscopi), umanistica e non scientifica, utile più a riflettere su sé stessi che a vaticinare il futuro.
Venendo all’attualità: chiediamo a gran voce a chi ci governa, per rispetto dei morti e tutela dei più deboli, assoluta intransigenza con i no-vax, mentre a noi stessi la pazienza di comprendere quanto intricata e paradossale possa essere la mente umana, quanto il bisogno di sentirsi speciali possa accecare, rendere fragili.
Affrontiamo gli eventuali nuovi lockdown con impegno e lungimiranza: è probabile che il mondo a venire ci ripresenti situazioni analoghe o persino peggiori di quelle del 2020 (magari andiamo a documentarci su origini e cause sistemiche). Ricordiamoci del corpo e del pianeta prima che ci costringano loro a farlo, per esempio, provando a ridurre o a eliminare dal nostro menù carne e derivati animali: diamo una possibilità all’antispecismo, per tutti gli esseri senzienti ma anche per l’ambiente (vedi alla voce: allevamenti intensivi).
Iniziamo un percorso di psicoterapia: facciamo quella benedetta telefonata, esistono ormai molti centri che offrono sedute a prezzo calmierato.
Normalizziamo la cura della salute mentale, e anche di quella sessuale (cosa sapete del Papilloma virus?): questo Paese fatica ancora moltissimo ad occuparsi, alla luce del sole, di questi temi.
In generale quest’anno individuiamo le nostre resistenze, almeno un punto, e proviamo, in modi nuovi, con tutti gli alleati che troviamo, a sovvertirle.
Si dice che le persone non cambino mai: bene, non è solo falso, si tratta a ben vedere di un comando inconscio, di un vero e proprio esorcismo.
Le persone che diventano altro smettono di essere prevedibili, fanno paura.
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