Nello stato brasiliano tutto parla di Italia: i nostri emigrati vi trovarono rifugio, lavoro e futuro tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ora tocca a noi dare una mano che sarà molto apprezzata
Arrivano i primi aiuti disposti dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Rio Grande do Sul. Dobbiamo proseguire nell’impegno per tantissime ragioni: le inondazioni hanno distrutto le casa di oltre mezzo milione di persone, la crisi rischia di durare, il Brasile è un paese amico e ora ha bisogno di noi.
Ma c’è anche una ragione del tutto speciale: si tratta dello stato brasiliano con il più alto tasso di cittadini di origine italiana. In tutto il Brasile ci sono oltre 30 milioni di italodiscendenti, molti dei quali proprio al sud. Paulo Roberto Falcão, il giocatore di calcio che tanto è stato in Italia e specialmente a Roma (al punto di essere soprannominato l’ottavo re di Roma), ha rilasciato un video in cui chiede aiuto per la sua gente, ricordando il legame che unisce il nostro paese al Rio Grande do Sul. Alla fine dell’Ottocento e all’inizio del secolo scorso, in epoche difficili di povertà e miseria per l’Italia, tanti italiani trovarono rifugio, lavoro e futuro in quelle terre che oggi chiedono di essere aiutate.
Le inondazioni in Brasile stanno mettendo a dura prova la popolazione civile e l’economia. Gli ultimi bilanci parlano dell’85 per cento del territorio del Rio Grande inondato, di centinaia tra vittime e dispersi e di quasi 2 milioni le persone colpite in vario modo dalle conseguenze delle piogge torrenziali. Il consolato generale d’Italia a Porto Alegre si sta attivando a raccogliere le manifestazioni di solidarietà e di aiuto ricevute da individui e associazioni: infatti è possibile donare dall’Italia direttamente al governo del Rio Grande do Sul tramite bonifico bancario al conto corrente di SOS Rio Grande do Sul. Falcão vive proprio a Porto Alegre dove la situazione è molto difficile. Sui nostri siti abbiamo visto tante immagini delle alluvioni, tra cui quelle ormai famose del cavallo Caramelo rimasto bloccato per sei giorni su un tetto di lamiera di una fattoria, alla fine salvato con i gommoni dai pompieri brasiliani.
Le forti piogge che hanno colpito il sud del Brasile dalla fine di aprile hanno investito più di 400 centri urbani. Il fiume Guaíba ha ricoperto interamente d’acqua la stessa Porto Alegre.
In nome dei legami
È urgente che l’Italia faccia uno sforzo particolare per il Rio Grande do Sul in nome dei legami di sangue, di lingua e di cultura che ci uniscono. In altre parole occorre che il governo sblocchi significativi aiuti finanziari di emergenza per quelle terre colpite; che invii squadre della protezione civile a Porto Alegre e che si faccia presente con ogni mezzo necessario. Il Brasile è un paese dalle grandi risorse, ma lo Stato del Rio Grande do Sul oggi è talmente in crisi che molta gente sta pensando di abbandonarlo ed emigrare verso nord o all’estero.
Chi le ha visitate sa bene quanta italianità vi sia in quelle terre: questa è una ragione sufficiente per fare un gesto in più e subito. Tra l’altro una visita a livello governativo in questo momento di emergenza sarebbe politicamente alquanto opportuna. Le stesse reti italiane e di italodiscendenti del Brasile possono essere coinvolte: come si usa dire, forse San Paolo del Brasile è la più grande città italiana del mondo.
Le conseguenze economiche delle inondazioni sono gravi e dureranno nel tempo: il Rio Grande è la quinta economia del paese e produceva fino al 70 per cento del riso, alimento onnipresente sulle tavole dei brasiliani, che ora dovranno farne a meno. Un aiuto sostanziale e continuo dall’Italia, oltre che benvenuto, sarebbe anche motivo di rafforzamento di legami futuri tra i due paesi in tutti i settori.
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