- Sembra che il vero obiettivo di Forza Italia sia di rendere i voti di Berlusconi determinanti per chi voglia salire al Colle.
- Non c’è un nome di donna che possa essere degno tanto quanto quello di Berlusconi. Il quale, ha subito una condanna penale definitiva e per tale ragione è stato dichiarato decaduto dalla carica di senatore.
- Sembra di capire che il genere sia solo degli altri (in questo caso delle altre), che gli uomini siano il prototipo dell’umano genere.
Il tormentone sull’elezione del presidente segna i nostri giorni come i bollettini sulla pandemia. Anch’esso punteggiato da polemiche e confusioni. Segnato, soprattutto, dallo spauracchio della candidatura di Silvio Berlusconi. Un’eventualità forse non realistica ma che potrebbe servire a far convergere le preferenze su Mario Draghi, che si riconfermerebbe nel ruolo di salvatore della patria.
Sembra che il vero obiettivo di Forza Italia sia di rendere i voti di Berlusconi determinanti per chi voglia salire al Colle. Berlusconi come Deus absconditus. In questo minuetto fa a volte capolino un altro spauracchio: una candidata donna. Che è un vero spauracchio.
Tanto che si parla di possibilità di candidate essenzialmente per escludere che ce ne siano. Non c’è un nome di donna che possa essere degno tanto quanto quello di Berlusconi. Il quale, ha subito una condanna penale definitiva e per tale ragione è stato dichiarato decaduto dalla carica di senatore. Eppure il suo nome sovrasta quello di ogni possibile candidata.
Si sente spesso dire: “Bene proporre il nome di una donna, per ragioni di competenza tuttavia, non di genere”. Non c’è limite al ridicolo. Verrebbe da rispondere: “Bene proporre il nome di un uomo, non per ragioni di genere tuttavia ma di competenza”. Sembra di capire che il genere sia solo degli altri (in questo caso delle altre), che gli uomini siano il prototipo dell’umano genere. Va da sé che solo a chi ha un genere si deve fare l’esame della competenza.
In Assemblea costituente, obiettando alla proposta di Teresa Mattei di aprire le porte della magistratura alle cittadine, un rappresentante disse: «Signorina, lei vuole ammettere le donne alla magistratura! Ma sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?». La risposta della Mattei fu perfetta: «No, ma so che molti uomini come lei non ragionano tutti i giorni del mese».
Ecco, così si dovrebbe rispondere a chi scrive e dice che una donna può essere candidata alla presidenza della Repubblica solo se competente: “Gli uomini che ragionano così” sono incompetenti perché illogici o incoerenti. Se infatti la competenza ha un valore e un senso ciò deve essere anche nel caso di Berlusconi che per le ragioni sopra elencate non è competente ovvero degno di essere presidente della Repubblica.
La questione della competenza è un espediente poco convincente, in effetti usato per escludere tutti a eccezione di Mario Draghi. Eppure, c’è solo una competenza desiderabile per svolgere il ruolo di presidente di una Repubblica parlamentare: conoscere e condividere la Costituzione, circondarsi di ottimi/e costituzionalisti/e come esperti e consiglieri e, soprattutto, essere capaci di sganciarsi da ogni partito (soprattutto dal proprio) e ispirare le proprie parole e decisioni sempre e solo all’interesse generale. Il genere non c’entra, non si scelga un candidato perché uomo, lo si scelga perchè dotato di queste capacità. E c’è da scommettere che si sono uomini così, proprio come ci sono donne.
© Riproduzione riservata