- A margine del fervore scatenato dall’improvvido intervento video di Grillo, fervore di cui sono stata parte attiva scrivendo della mia indignazione su questo giornale, rimane qualcosa da chiedersi. Come mai prima del video di Grillo non ho provato lo stesso stimolo a intervenire?
- Alcuni potranno dire: non tutti gli episodi che lo meritano conquistano l’attenzione dei media. Però, in questo specifico caso c’era ogni possibile elemento per avviare una riflessione e quantomeno fare notizia.
- Abbiamo forse temuto che, parlandone, potessero incrinarsi le basi dell’alleanza di governo tra Cinque Stelle e Pd, dando così un contributo al ritorno del centrodestra al governo?
A margine del fervore scatenato dall’improvvido intervento video di Beppe Grillo, fervore di cui sono stata parte attiva scrivendo della mia indignazione su questo giornale, rimane qualcosa da chiedersi. Come mai prima del video di Grillo non ho provato lo stesso stimolo a intervenire? Come mai nonostante conoscessi i fatti – un presunto stupro di gruppo – non ho pensato di scriverne? Eppure, la lunghezza dell’iter investigativo mi sembrava anomala, l’oblio che avvolgeva il caso mi stupiva e la vicenda toccava profondamente il mio senso di ingiustizia.
Nel luglio del 2020 (un anno dopo l’episodio), Susanna Turco sulle pagine dell’Espresso ha dedicato ampio e adeguato spazio all’insolito silenzio sull’indagine giudiziaria, ma nemmeno allora sono poi intervenute altre voci a parlare del caso, quando invece sulla vicenda di Alberto Genovese e su tanti altri presunti stupri non ancora arrivati al rinvio a giudizio siamo state ben più loquaci. Alcuni potranno dire: non tutti gli episodi che lo meritano conquistano l’attenzione dei media. Però, in questo specifico caso c’era ogni possibile elemento per avviare una riflessione e quantomeno fare notizia.
C’era la Sardegna della ricchezza esibita nel suo massimo simbolo, il Billionaire; c’era il branco di ragazzini con le tasche piene di denaro e il ventre tartarugato; c’erano due studentesse della Milano più borghese; c’era soprattutto il proprietario di casa e padre di uno dei ragazzi, famoso moralista, leader politico e re delle invettive e degli insulti sessisti rivolti financo a Rita Levi Montalcini e Laura Boldrini.
Fosse successo negli Stati Uniti o in Inghilterra, ci sarebbe stata una simile cappa di silenzio, una simile soffusa indifferenza mia e di tutte le altre donne? Dove sono finite la loquacità e la partecipazione sfoderate ai tempi del movimento #Senonoraquando? Sono stata zitta. Siamo state zitte.
Abbiamo forse temuto che, parlandone, potessero incrinarsi le basi dell’alleanza di governo tra Cinque stelle e Pd, dando così un contributo al ritorno del centrodestra al governo? Credo che, una volta spenti i riflettori sulle mattane di Grillo, sia opportuno chiedersi il perché del nostro silenzio. Ci insegnerebbe a leggere le notizie e noi stesse con una maggiore profondità. Perché di alcune cose si parla e di altre, altrettanto o ben più rilevanti, si tace?
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