La stretta di Big Tech sulla libertà di espressione
PIXABAY
Gregory M. Dickinson
04 settembre 2021 • 15:40
Le piattaforme sono in una posizione difficile: subiscono contemporaneamente le pressioni del Congresso per promuovere la libertà di espressione e allo stesso tempo rimuovere i contenuti dannosi e offensivi.
Scegliendo di rimuovere, di bandire mettendo in ombra e di affibbiare etichette di ammonimento a discussioni brutte, ma ordinarie, Big tech ha fatto chiaramente capire che la priorità è che l’online sia bello, non che ci sia la libertà di parola.
Big tech ha capovolto completamente l’inerzia di vecchia data tra autore e editore. Le principali società di social media – Facebook, Twitter e Google – possono davvero fare quello che vogliono. Con il Congresso a un punto morto, la questione potrebbe presto passare alla magistratura.