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Per anni abbiamo fatto un programma di grande successo e poi, quando venne abbinato alla lotteria Italia Carràmba che fortuna! è stato un programma di enorme successo per il quale abbiamo lavorato moltissimo ma ci siamo divertiti ancora di più.
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A questo successo hanno contribuito molte persone ma gli autori eravamo Raffaella Carrà, Sergio Japino, Giovanni Benincasa e io. Raffaella diceva che eravamo un tavolo, e un tavolo ha quattro zampe, tutte indispensabili.
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E proprio intorno a un tavolo abbiamo detto di ritrovarci, a cena, a ricordare i tanti aneddoti di quel periodo appena finita la pandemia. Purtroppo non è andata così, ma per qualche minuto faccio finta di no.
Per anni abbiamo fatto un programma di grande successo che si chiamava Carràmba che sorpresa! e poi, quando venne abbinato alla lotteria Italia Carràmba che fortuna! è stato un programma di enorme successo per il quale abbiamo lavorato moltissimo ma ci siamo divertiti ancora di più. A questo successo hanno contribuito molte persone ma gli autori eravamo Raffaella Carrà, Sergio Japino, Giovanni Benincasa e io. Raffaella diceva che eravamo un tavolo, e un tavolo ha quattro zampe, tutte indispensabili. E proprio intorno a un tavolo abbiamo detto di ritrovarci, a cena, a ricordare i tanti aneddoti di quel periodo appena finita la pandemia. Purtroppo non è andata così, ma per qualche minuto faccio finta di no.
Il redattore Claudio
Giovanni, ma ti ricordi quella volta a Carràmba con il redattore Claudio? Dunque: Raffaella provava meticolosamente ogni parola, ogni gesto, ogni percorso. Quella volta doveva camminare insieme a una persona che avrebbe poi ricevuto una sorpresa e lo faceva uscendo dallo studio, percorrendo i corridoi esterni per poi rientrare e far trovare la sorpresa sul palco. Il giro lo provava insieme a chi aveva seguito la storia e, passando, incrociava tecnici, collaboratori e così via. Al redattore Claudio, che aveva velleità attoriali, abbiamo detto che durante il percorso doveva incrociare Raffaella e dirle: «Raffaella, allora poi ci vediamo a cena». Raffaella passa, lui dice la sua battuta e Raffaella: «Ma chi è quello lì? Come si permette?». E noi: «Lascia perdere, ne gira di gente strana». La faccia di lui ancora me la ricordo. Raffaella, adesso possiamo dirtelo: era uno scherzo.
Palomo
Una puntata venne ospite Palomo, attore sudamericano che aveva molto successo con una telenovela e del quale avevamo una fan fortissima. Non fu facile averlo, ma avevamo preparato una sorpresa molto divertente, ricostruendo nell’ammezzato la camera della fan e piazzandoci Palomo che sembrava essere lì mentre la fan era in studio ma poi entrava in Auditorium eccetera. Però viene fuori all’ultimo che Palomo poi deve cantare una sua canzone sennò non viene e salta tutto. Ma noi di trasmettere una sconosciuta canzone di Palomo in un programma che allora faceva anche il 50 per cento di share al sabato sera non avevamo alcuna intenzione. Quindi che si fa? Si accetta. Ma poi, in onda, dopo aver lanciato la canzone e mentre Palomo attaccava a cantare tu, Raffaella, scendevi i gradini laterali del palco e nell’androne trovavi un divano con su il protagonista del ricongiungimento che seguiva e cominciavi a raccontare la sua storia. Insomma, Palomo cantava ma in onda c’eri tu. Credo che l’artista messicano non abbia mai saputo di aver cantato solo a favore dei cameramen e del pubblico dell’Auditorium.
Madonna
E quella volta che venne Madonna? Non proprio una ospite semplice. Come suo camerino si fece allestire tutta la sala prove con specchi, poltrone di pelle, statue in marmo… prova il suo pezzo e torna in camerino senza voler incontrare nessuno. Dovevamo spiegarle tutto. Avevamo preparato filmati, omaggi, un collegamento con Pacentro, il paese dei suoi nonni. Niente. Parliamo con i discografici e loro dicono: «Niente intervista, canta e va via». Veniamo a dirlo a te, Raffaella, ma dici che se non fa l’intervista può anche non cantare. I discografici ribattono: massimo due domande. Tu dici: «Diciamogli di sì. Poi quando siamo lì ci penso io». Madonna canta. Tu le fai la prima domanda. Madonna risponde. Le fai la seconda domanda. Madonna risponde. Le fai la terza domanda e Madonna: «Ciao Italia!». E se ne va.
Maradona
Sergio, ti ricordi la puntata di Maradona? Era la prima volta che tornava in Italia dopo molto tempo, un ritorno faticosamente organizzato dribblando sue vaghe situazioni fiscali e mille altri ostacoli. Tra contatti, tensioni, budget da dividere con Rai3 e altri accordi Giovanni avrà perso decine di capelli e fumato centinaia di sigarette (all’epoca fumava). Maradona sbarca a Torino dove pranza a tartufi col suo amico Ciro Ferrara e beve una bottiglia di limoncello. Quando arriva a Roma sta malissimo e non riesce a muoversi dalla sua stanza d’albergo. All’Auditorium avevamo organizzato l’impossibile. Tutta la squadra del Napoli con la quale aveva vinto lo scudetto, per dirne una. Alla fine riesce ad arrivare in studio, a scendere la scalinata e a fare anche due palleggi sul palco. Dopo la puntata tutti a cena da Raffaella, assediati dai fotografi per tutto il percorso. Maradona si era ripreso e ancora me lo ricordo alla fine che palleggiava le arance nel tuo salotto beige, Raffaella, senza mai rischiare di macchiare la moquette.
Tombola
Sempre a casa tua, sotto Natale, un anno avevi organizzato una grande tombolata con tutta la redazione, incartando personalmente tanti pensierini da dare come premio. Il più prezioso era un walkman che avresti voluto andasse a una certa redattrice (puoi confessarlo, è passato tanto tempo). Solo che le partite si susseguivano e questa redattrice si scordava di segnare i numeri, non si accorgeva di aver fatto terno, non chiamava la cinquina… insomma, un disastro. Nel frattempo la pila dei pacchetti si assottigliava e il walkman si avvicinava pericolosamente ad altri pretendenti, quindi correvi per casa cercando e impacchettando altri premi. Passate le due di notte avevamo tutti sonno, così in un attimo di tua distrazione siamo riusciti a simulare una tombola della redattrice sbadata, assegnarle il premio e andare a dormire. Insomma ti abbiamo un po’ raggirata, ma ormai il reato è caduto in prescrizione. E se non avessimo fatto così mi sa che staremmo ancora lì ad estrarre 54! 71! 15!
Santillo
Walter Santillo era il tuo inviato preferito, Raffaella, e il nostro anti-stress. In una delle prime puntate nelle quali lui era in studio tu iniziavi in esterno, e naturalmente era tutto organizzato (tempi, staffette della polizia) per far sì che poi dopo la sigla arrivassi in tempo. Ma Santillo era comprensibilmente teso e noi continuavamo a dirgli: «Tieniti pronto perché Raffaella è in ritardo. Preparati che tocca a te. Pochi secondi e ci siamo, ti ricordi bene cosa dire?». Naturalmente non ce n’era alcun bisogno e tutto filò liscio, ma lì Walter cominciò la sua carriera di grande incassatore.
La lezione
Sergio, io da te ho ricevuto la più grande lezione di televisione della mia vita, ti cito sempre. Non so se lo ricordi. Un sabato pomeriggio arriva in redazione una soffiata che ci avvisa che la storia di un ricongiungimento è falsa, nel senso che in realtà si erano già incontrati un mese prima, e non 25 anni. Indaghiamo e scopriamo che è così. Quindi si taglia il caso, perché l’attenzione ad avere solo verità è sempre stata assoluta. Ma i casi di Carràmba non erano semplici e solitamente intrecciati ad altre storie più leggere (fan, vip, cose così) per cui in tutto saltava mezz’ora di programma a due ore dalla messa in onda. Panico. E adesso così al volo chi invitiamo? A fare cosa? Chiamiamo Fiorello (ogni volta che suona una sirena d’allarme si dice «Chiamiamo Fiorello»). In questa ansia che annebbia la vista l’unico sereno e sorridente è Sergio che dice: «Manca mezz’ora? Embè? Finiamo prima». Un genio. Non si annacqua niente, più il mare è in tempesta più bisogna essere calmi e lucidi. Quindi Raffaella condusse la puntata con serenità e alla fine la puntata non durò meno del solito. Ancora grazie, Sergio.
Heather Parisi
Giova’, e Heather Parisi? Tu e io eravamo sempre seduti in prima fila ai posti più estremi della platea, non inquadrati ma vigili e pronti a parlare con Raffaella o a consultarci con l’ispettore di studio, il mitico Magazzù. Sempre. Una sola volta durante la diretta abbiamo detto: «Ma vogliamo andare a prendere un caffè? Tanto adesso c’è un balletto con Heather Parisi e poi la pubblicità, che vuoi che succeda?». Attraversiamo il corridoio e arriviamo al bar interno chiedendo due caffè al barista Giacomo, famoso per mettere nei panini una fetta di salame così sottile da sembrare una fotocopia. Nel bar c’era naturalmente la televisione accesa e buttando l’occhio vediamo la Parisi svenuta a terra e Raffaella che la raggiunge e si china su di lei. Giustamente allarmata fa partire la pubblicità. Poi non era niente di grave, un calo di pressione dovuto a un farmaco assunto contro l’influenza, però a prendere il caffè durante la diretta non siamo più andati.
Amici, si è fatto tardi, mi sa che dobbiamo andare. Però dobbiamo rifarlo presto, perché ne abbiamo ancora troppe da ricordare: Ciro Di Mola, quella volta di Comaschi in America, il Festival di Sanremo, Paolo De Andreis, i Telegatti… Dai, rifacciamo presto.
Ciao Giova’. Ciao Sergio.
Buonanotte, Raffaella.
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