- Il giallo è letteratura. E che sia tale anche in Italia, da Carlo Emilio Gadda a Leonardo Sciascia, non ci piove. Ed è la letteratura di genere più amata dagli italiani. Praticata da molti scrittori tra i più bravi.
- Antonio Manzini è un grande scrittore, primo in classifica. Di una classifica stabile. Nelle cui prime posizioni troviamo i libri resi attraenti dai post dei giovani tiktoker
- Fate un esperimento: scaricate la app cinese e scrivete nella ricerca i titoli dei libri che occupano il secondo, terzo e quarto posto della classifica della settimana.
Il giallo è letteratura. E che sia tale anche in Italia, da Carlo Emilio Gadda a Leonardo Sciascia, non ci piove. Ed è la letteratura di genere più amata dagli italiani. Praticata da molti scrittori. Tra i più bravi. Come Antonio Manzini e Massimo Carlotto. Con il suo Le ossa parlano, Sellerio, Manzini mantiene la prima posizione, con numeri di vendita altissimi.
Ha inventato Rocco Schiavone, il poliziotto borderline, fin troppo insofferente alle regole. Governato da una tassonomica gerarchia di livelli di rotture di coglioni. I bambini che urlano, gli zero degli Iban, le moto smarmittate. I centri commerciali, le poste, la sabbia nelle vongole, gli intenditori di vino. Radio Maria, i magistrati pazzi, il teatro, il campeggio. I tabaccai chiusi, i bar senza l’Algida. I dentisti. I matrimoni, i battesimi. La vecchiaia. L’omicidio, la madre di tutte le rotture di coglioni.
Le rotture di Schiavone
In questo ultimo capitolo del grande romanzo del suo personaggio, accade che Lupa, un esemplare di Saint-Rhémy-en-Ardennes, una razza creata dal barone Gaston de Veilleuse nel XVIII secolo, razza inesistente inventata da Schiavone perché, appunto, non gli rompano i coglioni chiedendoglielo, partorisca tre cuccioli e lui li vuole chiamare con nomi shakespeariani.
Il fantasma di Marina, la moglie amatissima e uccisa in un agguato contro di lui, che Schiavone non riesce a dimenticare, cerca di dissuaderlo e gli chiede: «Ma a parte Shakespeare hai altri suggerimenti?». «A parte Shakespeare non c’è niente» le risponde icastico Rocco. Più in là le leggerà una poesia di Giorgio Caproni.
Ecco: questo è il magnifico vicequestore, che detesta le rotture di coglioni, di Antonio Manzini. Un grande scrittore. Primo in classifica. Di una classifica stabile. Nelle cui prime posizioni troviamo i libri resi attraenti dai post dei giovani tikToker.
Passaparaola su TikTok
Fate un esperimento, scaricate la app cinese, se non avete paura di essere tracciati dai loro spioni, e scrivete nella ricerca i titoli di questi libri che occupano il secondo, terzo e quarto posto della classifica della settimana. Sono Fabbricante di lacrime di Erin Doom da Magazzini Salani, La canzone di Achille di Madeline Miller da Marsilio, Una vita come tante di Hanya Yanagihara da Sellerio. Troverete una sorprendente quantità di post di giovani lettrici, soprattutto, che li consigliano. Spontaneamente.
Non è advertising acquistato dagli editori. È passaparola di ragazze e ragazzi via TikTok. Il modo più efficace per vendere i libri nei nostri giorni. Di pandemia e di rivoluzione digitale. Erin Doom è, assieme a Manzini, il primo fenomeno editoriale del 2022. È emiliana, ha meno di 30 anni, è laureata in giurisprudenza: di lei sappiamo solo questo. Se non che con questo pseudonimo ha firmato due romanzi: uno, Fabbricante di lacrime, pubblicato nei mesi scorsi da Magazzini Salani dopo aver avuto 6 milioni di lettori su Wattpad, la piattaforma digitale di condivisione di storie che ha lanciato diversi scrittori esordienti, una su tutte Anna Todd, e che grazie al passaparola su TikTok è ora in cima alle classifiche, con 60mila copie vendute in pochi mesi. L’altro è Nel modo in cui cade la nave, al decimo posto.
Unica new entry quella de Il francese di Massimo Carlotto, Il Giallo Mondadori. Un personaggio nuovo. Un magnaccia che gestisce una maison di dodici donne. In grado di soddisfare manager, imprenditori, avvocati. Un giro d’alto bordo e un omicidio: sullo sfondo l’anima bigotta e torbidissima della provincia italiana. Quella del nord est di cui Carlotto è il migliore narratore. Dai tempi di Signore e signori, il capolavoro di Pietro Germi su quella provincia negli anni Sessanta.
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