Intanto una buona notizia. Perfection di Vincenzo Latronico (per le raffinate prestigiose edizioni inglesi di Fitzcarraldo) è stato selezionato nella longlist per l’International Booker Prize 2025, uno dei premi letterari più importanti al mondo. La lista celebra le migliori opere di narrativa tradotte in inglese e pubblicate nel Regno Unito e in Irlanda.

Le perfezioni 

Vincenzo Latronico, bravo scrittore quarantenne, è entrato nel gruppo con il suo libro Le perfezioni, pubblicato in Italia nel 2022 da Bompiani e già candidato al Premio Strega. La sua presenza si spiega con il fatto che Le perfezioni è stato tradotto solo a febbraio in inglese da Fitzcarraldo. Un prerequisito, questo, affinché sia eleggibile.

Le perfezioni è una satira breve, astuta e tagliente sui millennial insoddisfatti. È una critica devastante del consumismo ambizioso e del personal branding.

La coppia di espatriati della generazione dei Millennial, Anna e Tom, vive il proprio sogno a Berlino, in un luminoso appartamento pieno di piante a Neukölln. Sono giovani creativi digitali, freelance senza troppi vincoli. Hanno una passione per il cibo, la politica progressista, la sperimentazione sessuale e la scena delle feste berlinesi che finiscono la mattina tardi. La loro esistenza ideale è quella di un’intera generazione, vissuta su Instagram. Una quotidianità limpida e seducente come una timeline di fotografie scattate con cura.

Ma fuori campo cresce un’insoddisfazione profonda quanto difficile da mettere a fuoco. Il lavoro diventa ripetitivo. Gli amici tornano in patria. Il tentativo di impegno politico si spegne in uno slancio generico. Gli anni passano. E in quella vita così simile a un’immagine – perfetta nel colore e nella composizione, ma piatta, limitata – Anna e Tom si sentono in trappola, tormentati dal bisogno di trovare qualcosa di più vero.

Con la maestria stilistica di Georges Perec e il nichilismo di Michel Houellebecq, Le perfezioni è un romanzo scritto bene e pungente. Insomma, meglio dei nostri politici e delle squadre di calcio in Champions League, il romanzo italiano, quando è in salute come in questo caso, può competere in Europa e mostra cosa si possa fare con le parole quando si ha qualche talento.

C’era la luna e l giorno dell’ape 

Guardiamo ora la classifica dei libri più venduti nell’ottava settimana dell’anno. Questo il podio. Il bestsellerista Beppe Severgnini mantiene la prima posizione col suo Socrate, Agata e il futuro. Per Rizzoli un ottimo manuale per imparare l’arte di invecchiare con filosofia. Segue il realismo magico sardo di Istella mea dell’ingegnere esordiente agée Ciriaco Offeddu per Bompiani. Al terzo posto il romanzone sulla sorte misteriosa di Tatà di Valérie Perrin, scrittrice di grande successo, amatissima dalle lettrici. A seguire ancora L’elogio dell’ignoranza e dell’errore di Gianrico Carofiglio da Einaudi Stile libero e Spera, l’autobiografia del Papa per Mondadori.

Per trovare una new entry dobbiamo scendere all’ottavo posto di C’era la luna di Serena Dandini in versione romanziera per Einaudi Stile libero. «Volevamo essere avventati e liberi di sbagliare, sì, soprattutto di sbagliare».

L’educazione sentimentale, politica, sessuale di un’adolescente nella seconda metà degli anni Sessanta, tra feste e proteste, risate e pianti, sogni arditi e drammatici risvegli. Roma, 1967. Sara è stanca di essere una bambina. La terra di mezzo del ginnasio, su cui è appena approdata, non le basta. Il suo sguardo punta dritto ai piani superiori della scuola, dove ci sono le classi del liceo. Ad affascinarla è soprattutto un gruppo di ragazze spavalde, portatrici di una femminilità non rassicurante che ancora non conosceva. Una di loro ha un fratello, Saverio.

È bello, colto, impegnato: impossibile non innamorarsene. Sara si butta senza rete nel vortice di cambiamento che travolge la società. Passa senza sosta dal Piper ai cineforum, dalle prime impacciate esperienze con i maschi ai contrasti familiari, soffre e gioisce insieme alle amiche. Vive una stagione irripetibile. E arriva il 1969. Un anno incredibile, il 1969. È l’anno dello sbarco sulla luna, quello in cui Sara si scopre grande, quello in cui le illusioni di una generazione si sbriciolano nel fragore di una bomba.

Chiude al decimo posto Paul Murray con Il giorno dell’ape, ancora Einaudi Stile libero, che Bret Easton Ellis ha definito «la più bella lettura dell’anno». Al centro della storia ci sono i Barnes, una famiglia sull’orlo del disastro. Con umorismo e una scrittura notevole, Murray dipinge un ritratto familiare intrecciando desideri, solitudini e rovine.

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