Ci voleva lo scrittore svizzero Joël Dicker, tra gli autori di thriller e noir più amati in Italia, per ridare slancio a un mercato dei libri fiacco e riportare lettori in libreria. Fa sloggiare dalla vetta Severgnini, fa il vuoto (in una settimana vende esattamente le stesse copie dell’altro in sette) e si prende il primo posto con La catastrofica visita allo zoo per la Nave di Teseo. Non a caso, il suo ultimo giallo, Un animale selvaggio, è il libro più venduto nel nostro paese nel 2024. Dicker non se la tira e ha le idee chiare: uno scrittore, per lui, non scrive parole, scrive vite (fatte di parole). 

«Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo che cosa fosse realmente accaduto. Fino a questo libro». Come una storia per ragazzi inizia così il suo ultimo lavoro di tessitore di trame che ha venduto più di dieci milioni di copie e ha fatto il giro del mondo in quaranta lingue. 

Alla vigilia di Natale, una innocente gita scolastica allo zoo si trasforma in una tragedia. I genitori di Josephine, la giovane protagonista, vogliono sapere. E noi con loro. Ma la catastrofe, si sa, non arriva mai da sola: le apparenze ingannano e il racconto prende una piega che nessuno avrebbe potuto prevedere.

La catastrofica visita allo zoo è un altro libro che si legge d'un fiato, dove Dicker gioca con la tensione narrativa, ma non si ferma al semplice intrattenimento: sfida il lettore con po’ di pedagogia con temi come la democrazia, l'inclusione, i rapporti tra genitori e insegnanti. Il tutto servito dalla traduzione di Milena Zemira Ciccimarra. 

Parla Dicker

In fondo al libro Dicker spende qualche parola a proposito della lettura del suo romanzo.

«All’inizio del 2024 è uscito il mio settimo romanzo. Erano trascorsi 12 anni dall’inizio della mia carriera di scrittore e dal successo di La verità sul caso Harry Quebert. Che bilancio trarre di questi dodici anni? Molte delle librerie dalle quali ero stato invitato al mio esordio avevano ormai chiuso. Quelle rimaste, per sopravvivere, erano costrette ad aggiungere sui loro scaffali tutta una serie di articoli che non avevano nulla a che fare con la letteratura. A bordo di autobus, metropolitane, treni e aerei, le persone stavano con gli occhi fissi sugli schermi dei cellulari, avendo in gran parte rinunciato al piacere della lettura durante i loro spostamenti.

Questi schermi onnipresenti ci hanno fatto rinunciare a guardarci intorno, a socializzare e a informarci, per sprofondare pian piano e sempre di più nelle nostre piccole cerchie protette, se non addirittura in noi stessi. Malgrado questo in dodici anni c’è qualcosa che non è cambiato. Libro dopo libro, e in paesi del mondo intero, durante i firmacopie nelle librerie mi capita di incontrare centinaia di lettori entusiasti, tutti molto diversi fra loro. Sono giovani, anziani, leggono un libro alla settimana o uno all’anno. Sono di tutte le origini, di ogni credenza, convinzione e opinione. Bambini, genitori e nonni. Con veli, kippah, turbanti, piercing, tatuaggi, completi giacca e cravatta.

Anticonformisti, eccentrici. Ecco il vero successo dei libri. Non dei miei in particolare, ma di tutti i libri. Riconciliare le persone, permettere loro di incontrarsi, di ritrovarsi. È questo il vero potere della letteratura. Con La catastrofica visita allo zoo, che avete appena terminato di leggere, ho quindi cercato, con modestia e umiltà, di scrivere un libro che potesse essere letto e condiviso da tutti i lettori, chiunque essi siano e ovunque si trovino, dai sette ai centoventi anni. Con i vostri figli, il vostro coniuge, i vostri genitori, i vostri vicini, i vostri colleghi. Un libro che faccia venir voglia di leggere e da far leggere a tutti, senza distinzioni. E che ci permetta di ritrovarci. Sul serio». 

Un esordio altovendente

New entry al sesto posto con l’esordio (altovendente) che sa di caffè, naturalmente bevuto a Napoli, di Aspettami al Caffè Napoli, il divertente romanzo di Chiara Gily per Mondadori. Napoli è più di una città: è un richiamo, un legame indissolubile tra radici e destino. Tra le strade del centro storico e l’aroma del caffè, la protagonista affronta ricordi e segreti di famiglia, scoprendo che la vita regala sempre una seconda occasione a chi la sa cogliere. Proprio come accade con la felicità.

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