Stabili le posizioni sul podio. Primo Severgnini, per la quarta settimana, con Socrate, Agata e il futuro. L’arte di invecchiare con filosofia, Rizzoli; secondo Maurizio de Giovanni con il romanzo L’antico amore, Mondadori; terza Valérie Perrin col best seller da 300mila copie Tatà, e/o.

La novità sta al quarto posto, con il debutto di Erica Cassano con La grande sete, da Garzanti. Lei ha 27 anni ed è nata a Maratea. E ha una bella storia editoriale happy ending che vi racconto.

La storia di un debutto editoriale

5 giugno 2024. A Torino si aprono le porte della scuola Holden. È la fine dell’anno accademico. È un momento emozionante per tutti gli studenti dell’ultimo anno di scrittura creativa, il giorno in cui racconteranno le loro storie ad agenti e editor. Durante il pitch di presentazione, una voce risuona più ascoltata delle altre, la sua, quella di Erica Cassano che, a soli 26 anni, dopo una laurea in Filologia e un master alla Holden, ha scritto un romanzo ispirandosi a foto e lettere custodite in un baule dalla nonna. L’indomani tutte le agenzie letterarie la contattano. Coraggiosa, la giovane scrittrice sceglie di farsi rappresentare dalla più importante, The Italian Literary Agency.

Fine giugno 2024. La grande sete viene inviato agli editori più importanti. Garzanti le fa il contratto.

Estate 2024. Erica Cassano, seguita dagli editor di Garzanti, lavora su ogni passaggio, ogni frase, ogni parola del romanzo, in preda a un entusiasmo raro e prezioso.

Novembre 2024. Il romanzo è pronto. La grande sete ha un corpo, un volto e una missione: conquistare lettrici e lettori, e prima ancora i librai e gli editori di tutto il mondo, che lo attendono sin dall’annuncio durante la fiera di Francoforte.

Marzo 2025. La grande sete esce in libreria: Erica Cassano è pronta a incontrare i lettori di tutta Italia e si piazza al quarto posto.

Il libro è liberamente ispirato alla storia di sua nonna, che ha scoperto tramite il ritrovamento di un diario e di alcune foto.

«Lessi per la prima volta il diario di mia nonna quando avevo più o meno 14i anni e fu come immergermi al contempo in un romanzo e in un libro di storia. Sono sempre stata una lettrice di romanzi ambientati nel passato, anche perché storia era una delle mie materie preferite a scuola. Ricordo che mi sembrava incredibile che tutto quello che veniva raccontato nel diario fosse accaduto a una persona tanto vicina a me. Così iniziò una specie di innamoramento per quella storia. Non riuscivo a togliermela dalla testa. Sin da subito iniziai con i tentativi di tramutare alcuni passi del diario in scene. Posso dire che in questo modo è maturata la mia volontà di scrivere e allo stesso tempo la consapevolezza di quanto fosse difficile. A oggi, guardandomi indietro, mi sembra che io e la storia che racconto siamo cresciute insieme, è una parte importante di me».

Sete di vita e di futuro

È un romanzo ambizioso, sulle spalle letterarie di La pelle di Curzio Malaparte, il Mistero napoletano di Ermanno Rea, La Storia di Elsa Morante.

Ecco la trama: «Anna ha sete. Tutta la città ha sete, da settimane. C’è chi li chiamerà i giorni della Grande Sete, e chi le ricorderà come le Quattro Giornate di Napoli. È il 1943 e l’acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui Anna vive con la sua famiglia. Mentre davanti alla Casa del Miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia così insaziabile.

Perché quella che Anna sente è diversa: è una sete di vita e di un futuro di riscatto. A vent’anni vorrebbe seguire le lezioni alla facoltà di Lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l’agguato continuo delle sirene antiaeree. Ma non c’è tempo per i sogni. Il padre è scomparso, la madre si è chiusa in sé stessa, la sorella e il nipote si sono ammalati. Il loro futuro dipende da lei.

Così, quando ne ha l’opportunità, Anna accetta un impiego come segretaria presso la base americana di Bagnoli, quella Nato a un passo dall’Italsider. Entra in un mondo che non conosce, incontra persone che provengono da una terra lontana, piena di promesse, che incanta e atterrisce allo stesso tempo, come tutte le promesse.

La cosa più semplice sarebbe scappare, lasciarsi alle spalle gli anni dolorosi della guerra. Ma Anna non vuole che qualcun altro la salvi. Come Napoli si è liberata da sola, anche Anna deve trovare da sola la sua via di salvezza. La grande sete non è facile da soddisfare. Viene da dentro e parla di indipendenza e di amore per il sapere e, soprattutto, parla del coraggio necessario per farsi sentire in un mondo che non sa ascoltare».

I top della saggistica

Nella saggistica competono con Severgnini il papa, con l’autobiografia Spera, per Mondadori, e due pesi massimi delle vendite: Gianrico Carofiglio con L’elogio dell’ignoranza e dell’errore, Einaudi Stile libero, e Aldo Cazzullo con Il Dio dei nostri padri, HarperCollins.

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