La serie Netflix in cui la signora della tv ripercorre il dramma della separazione nella “royal family” della Capitale. Una storia di sentimenti intrecciati nei sampietrini. L’orgoglio ferito del Pupone, il ruolo di Noemi, le dicerie. Un romanzo tra meraviglie del passato e rovine del presente, di cui la morale è l’assoluta insostituibilità della protagonista
Nella casa del Grande Fratello si sta consumando uno spin-off di Temptation Island, a riprova del fatto che il multiverso Mediaset è fatto di trame che si rimbalzano da format a format, creando una continuità da far invidia agli sceneggiatori Marvel. Perla e Mirko sono stati insieme molto tempo, ma dall’isola delle tentazioni ne sono usciti separati.
Lui si è preso una scuffia per la tentatrice Greta, e la loro infatuazione si è trasformata nel giro di poche settimane in un tatuaggio di coppia: I tuoi occhi, la mia cura. Finita l’estate e smorzati gli entusiasmi apparentemente indelebili del nuovo amore, Mirko si ritrova dentro la casa più spiata d’Italia, ignaro del fatto che a breve avrebbe dovuto condividere la reclusione con la sua ex. L’incontro tra i due, come era prevedibile, ha riacceso quel fuoco di cui parlava Domenico Modugno, e se la lontananza è come il vento, la vicinanza è benzina.
Nel frattempo, il pubblico da casa che ha seguito la storia dall’estate è in visibilio: la coppia deve tornare insieme. Perché Greta è solo una copia di mille riassunti, perché l’amore vero è quello che parte dall’inizio, non si interrompe, e anche se si interrompe poi non si esclude il ritorno – almeno, così dice il sentiment. Greta, nel frattempo, cancella il tatuaggio dai suoi post con Photoshop, lei che voleva sentirsi speciale, amata più di tutte, in una sola parola, Unica.
Non so se è colpa di Ross e Rachel o di JLo e Ben Affleck, ma l’idea per cui certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano è un espediente narrativo per le vicende sentimentali pop davvero efficace.
Una cosa sola
È questo il motore a propulsione che spinge Ilary Blasi nell’iperspazio a bordo dei suoi 80 minuti di confessionale che si è presa su Netflix per fare chiarezza su una delle vicende di gossip più avvincenti del piccolo, provinciale ma agguerrito star system italiano, o meglio all’italiana.
Non la vendetta, né la rabbia, che pure ci sono, chiaro, in questa rimozione di sassolini dalle scarpe con il tacco a spillo di sigaretta che la signora della televisione si leva – non solo i sassi, anche le scarpe, mettendo i piedi sul divano come in una chiacchierata confidenziale – tra una risata e un pianto, parlando faccia a faccia con l’autore Peppi Nocera.
Il senso di Unica, commistione tra televisione generalista e confezione netflixiana di documentari-confessione, è nel titolo: le corna, le dicerie, i vecchi drammi mai del tutto risolti, le smentite goffe sono il sottofondo di un monologo in cui Ilary Blasi ci dice chiaramente una cosa sola, ossia che lei è insostituibile; unica, appunto.
E che tutto quello che c’è stato prima e dopo il divorzio da Francesco Totti, persino quello che ci sarà dopo questo documentario, non cambia il suo ruolo nel mondo che si è creata, né soprattutto in quello del suo ex marito.
Chanel, Hermès, Prada
Solo lei può camminare per le strade di Londra agghindata come La donna ricoperta di gioielli di Oscar Wilde e domandarsi come mai tutti la scambiano per russa. Solo lei può aprirci le porte del castello all’Eur, tra spogliatoi, saune, e arredamento degno di un lounge bar a Ostia, per condurci in questa caccia al tesoro di scarpe e borse nascoste goffamente dal Pupone in giro per casa.
Il controsoffitto da cui fa capoccetta per scoprire di aver ritrovato la refurtiva scomparsa, la macchinetta del golf per portare scatole di Chanel, Hermès e Prada dalla mamma, al sicuro. E poi, ovviamente, i Rolex che non erano mica rubati, erano regali di Francesco Totti in persona, una ricostruzione che fa passare l’ottavo re di Roma per l’ultimo dei sudditi, lui che regala alla sua signora gli orologi e poi se li riprende indietro per ripicca.
Il tutto scandito da un grande protagonista simbolico, il caffè, quello che Ilary prende con questo misterioso ragazzo a Milano e che dovrebbe essere il pomo della discordia che ha innescato la valanga in casa Totti-Blasi. Ferito nell’orgoglio, il Pupone, che mai come in questi giorni indossa alla perfezione questo soprannome, chiede a Ilary di rinunciare a sé stessa – e al suo profilo Instagram, che forse è ancora più grave, visto il mestiere che fa – per poter rimediare a questa umiliazione. Sappiamo com’è andata a finire, il profilo Instagram di Ilary Blasi è ancora là.
Donne e maritozzi
E poi c’è Roma che protegge e accoltella i suoi figli, la lupa che allatta e l’aquila che sbrana. “Bentornata a casa Ilary” avevano scritto i tifosi della Lazio alla notizia della separazione, come se ci fosse bisogno di sottolineare quanto questa storia d’amore si intrecci con i sanpietrini della Capitale.
Durante Unica, Ilary parla ai tassisti della sua vita sentimentale, in una rivisitazione moderna de Il tassinaro di Sordi, vero termometro del sentimento capitolino, o comunque di una parte molto rumorosa di questo. «A Totti due cose piacciono, i maritozzi e le donne», dice la vox populi che porta in giro Ilary tra le meraviglie del passato e le rovine del presente, sottintendendo che lo sapevano tutti.
C’è una voce collettiva, un coro tragico che fa da colonna sonora al racconto, di chi sapeva a non ha parlato, di chi ha parlato troppo, come sottolinea Blasi stessa nel trailer. E poi c’è un elefante nella stanza, per dirla come direbbero gli americani: Noemi Bocchi, la nuova compagna del Capitano che appare sugli spalti allo stadio, in incognito, poi di spalle, in una Jacuzzi a Montecarlo, e infine nelle parole della figlia minore Isabel, che racconta alla mamma di aver conosciuto dei bambini nuovi.
Noemi avrà Netflix?
Chissà se Noemi Bocchi, che allo stadio per la partita del primogenito del Re, Cristian, commenta con un’amica la foto di Ilary presente nello stesso posto, facendosi pizzicare in un momento di puro fastidio, o rosicamento come direbbero a Roma, avrà un abbonamento Netflix.
Chissà se Noemi Bocchi, innominata ma sempre presente come entità che serpeggia tra gli equilibri precari della royal family della Capitale, ha guardato questo documentario e cosa ne ha pensato. Di sicuro, tutti noi che abbiamo assistito a questo triangolo, il sentimento che abbiamo provato vedendo le prime foto a viso scoperto è stato quello dell’agnizione: in quel volto abbiamo riconosciuto qualcosa che conoscevamo già, Noemi sembrava proprio una sosia di Ilary.
Ed è forse per questo che lei ha scelto di sottolineare la cosa più importante, ossia che il suo ex marito si sarà pure trovato una versione leggermente più giovane ma sicuramente meno ingombrante di lei, e lei si sarà pure trovata una versione teutonica e mutissima di Totti, ma quella della maglia al derby è Ilary e nessun’altra. Lei, che è così unica e noi che in fondo, nonostante tutto, speriamo un po’ che alla fine lui tornerà a gridarglielo.
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