Cosa significa essere uomo nella Francia del XXI secolo? La giornalista francese Victoire Tuaillon ha interpellato numerosi ricercatori di scienze sociali per indagare il maschile attraverso il suo sguardo di donna e femminista. Nel podcast di successo e nel libro pubblicato a gran richiesta, Les Couilles sur la Table (Binge Audio), Victoire Tuaillon approfondisce ogni aspetto della mascolinità contemporanea. “Perché uomini non si nasce, si diventa”.

«Da anni sono affascinata dalle questioni femministe ma sentivo che c’era un elefante nella stanza ogni volta che parlavamo di femminicidio, stupro o violenza domestica: non condannavamo esplicitamente gli uomini. Ci comportavamo come se tutta questa violenza fosse inevitabile. In realtà c’è un intero campo di studi universitari che si occupa di uomini, mascolinità e patriarcato», così Victoire Tuaillon racconta la nascita di Les Couilles sur la Table.

Dal libro e dal podcast, giunto alla settima edizione e a quasi cento episodi, Victoire Tuaillon ha imparato che «l’essere uomo è innanzitutto una costruzione sociale, un insieme di norme, non è un dato puramente biologico. In secondo luogo, l’uomo bianco ed etero è sempre pensato come il punto di riferimento, la norma. E che è associato allo sfruttamento del lavoro delle donne, al loro dominio e quindi all’uso della violenza contro di loro e contro gli altri uomini».

Ma l’argomento è tutt’altro che esaurito, perciò la giornalista 34enne, continua a porsi innumerevoli domande sull’essere uomo oggi. Sorprendentemente i primi ascoltatori del suo podcast sono proprio gli uomini, «che si sentono sollevati dall’idea di parlare di loro stessi e delle pressioni a cui sono sottoposti, si sentono più compresi e hanno iniziato a guardare i loro padri in modo diverso».

Crisi eterna

Allora l’identità maschile è in un certo senso in crisi? «Penso che la mascolinità sia in crisi per definizione, perché questo rapporto di potere è sempre minacciato; gli uomini di tutto il mondo, fin dall’antichità, hanno gridato alla “femminilizzazione” della società». Tuaillon, dunque, osserva lo sgretolarsi del genere maschile, inteso come costruzione sociale, sotto il peso delle aspettative sociali.

«Come le donne anche gli uomini subiscono pressioni da parte della società che richiede loro di non piangere, non interessarsi ai cosiddetti argomenti femminili, essere muscolosi e amare il calcio. Il genere, maschile o femminile, è proprio l’insieme di queste pressioni, che però feriscono gli individui, li costringono, impediscono loro di esprimersi e di avere relazioni autentiche».

Oggi in Francia, che è nel pieno del movimento MeToo, forse però qualcosa inizia a cambiare. «È difficile misurare i cambiamenti. Non è diminuito il numero di stupri o di violenze contro le donne, ma c’è una maggiore consapevolezza, ci sono state grandi manifestazioni femministe e certi comportamenti predatori in ambito professionale non vengono più sminuiti con la stessa facilità di un tempo. Tuttavia, abbiamo un presidente della Repubblica che sostiene uomini accusati di violenza sessuale (Gérard Depardieu per esempio) e nessun uomo famoso è stato condannato in questo paese».

Parallelamente a un cambio di sensibilità, però, in Francia, come nel resto d’Europa, i femminicidi rimangono all’ordine del giorno. «Il femminicidio è il culmine della violenza inflitta alle donne ed è la società nel suo complesso a permetterlo, non combattendo tutte le altre forme di violenza. Perché un uomo si senta autorizzato a uccidere una donna in quanto donna, deve esserci un’intera cultura che lo incoraggia a farlo, svalutando, denigrando e rendendo le donne inferiori in ogni aspetto della vita quotidiana».

L’amore e la rivoluzione

In una società che confonde troppo spesso amore, violenza e dominio abbiamo bisogno di nuovi modelli per vivere relazioni sentimentali più profonde ed egualitarie. Victoire Tuaillon è convinta che potremmo amarci meglio e diversamente. Lo racconta nell’altro suo podcast Le coeur sur la table, diventato poi un libro di successo, pubblicato in Francia nel 2021 e disponibile nella versione italiana dallo scorso autunno (Fuori le palle, Add Editore).

Un’inchiesta sull’amore contemporaneo per donne che non vogliono più aspettare il principe azzurro e sono decise a conquistare la libertà del proprio cuore in una «società patriarcale, misogina ed eterosessista». L’amore è, in fondo, uno dei modi per fare la rivoluzione.

Victoire Tuaillon demolisce, dunque, i miti dell’amore romantico che ha educato le donne alla cultura della sottomissione, inoltre indaga la costruzione e l’interiorizzazione di norme e rappresentazioni androcentriche negli uomini, i quali fin da bambini imparano che «l’amore fa schifo» o «l’amore è per le ragazze».

«L’amore, la tenerezza e le conversazioni intime sono stati codificati come qualcosa di femminile, ma per essere uomini bisogna prendere le distanze dal femminile e quindi rifiutare tutto ciò che vi è associato. Carol Gilligan, psicologa americana, mostra chiaramente come i ragazzi imparino presto a non essere derisi, a non essere visti come “femminucce” o “froci”, a fare i duri, dissimulando la propria sensibilità o l’empatia nei confronti degli altri e dei loro sentimenti».

Lo stereotipo maschile include, inoltre, l’infedeltà, in fondo accettata e valorizzata come qualifica dell’uomo di tutti i tempi. Seppur convinte di tanti bei principi femministi, le donne in fondo continuano ad essere attratte dai bad boys, perché, secondo Tuaillon, non è facile demistificare l’amore così come abbiamo imparato a conoscerlo attraverso la cultura patriarcale, la società capitalista e la famiglia.

«Mi colpisce il numero di uomini che vivono una doppia, a volte tripla o addirittura quadrupla vita parallela con donne senza che nessuna di loro lo sappia, spesso facendo figli con ognuna. Le statistiche mostrano che gli uomini sono più infedeli delle donne, i truffatori e gli scrocconi dell’amore sono principalmente uomini. In primo luogo perché hanno i mezzi per farlo (è difficile capire come una donna possa nascondere più famiglie), e in secondo luogo perché la mascolinità consiste nell’imparare ad avere potere sulle donne, a manipolarle; mentire a qualcuno significa avere potere su quella persona».

Essere uomo oggi significa anche uscire dall’eterosessualità, intesa come modo di vivere, sistema politico, organizzazione sociale. «Sebbene costituiscano una percentuale minima della popolazione, gli uomini transgender hanno una comprensione unica di ciò che significa diventare uomo. Essendo stati designati come femmine alla nascita e trattati come tali, coltivano un rapporto ambiguo con i codici della mascolinità quando intraprendono la loro transizione, oscillando tra l’adesione e la messa in discussione di questi codici».

Questioni strutturali 

La mascolinità, inoltre, e precisamente la disuguaglianza di genere sono addirittura correlate ai disastri climatici secondo Victoire Tuaillon. «A prima vista, potrebbe sembrare che questi due argomenti non abbiano nulla a che fare l’uno con l’altro. Ma in realtà, si basano sullo stesso sistema di sfruttamento: un sistema capitalista, estrattivista e patriarcale che sfrutta le donne e la natura allo stesso tempo. Molti studi dimostrano che sono le donne le più colpite dai disastri climatici, soprattutto perché sono più povere e responsabili della cura dei più vulnerabili».

Maschilismo e femminismo poi diventano facilmente giochi di parole in pasto alla politica. Victoire Tuaillon demistifica le false idee diffuse da Marine Le Pen. «L’estrema destra odia le femministe e si appropria dei nostri temi snaturandoli: ad esempio, fingono di interessarsi alla violenza sessuale per alimentare la loro ossessione razzista nei confronti dei migranti. Ma tutte le statistiche dimostrano che lo stupro è quasi sempre commesso da una persona vicina alla vittima, quindi ci sono stupratori di ogni classe sociale, colore, età e professione».

Il mantenimento della struttura patriarcale della società poi a volte è anche favorito e giustificato dalla religione. «In Iran per esempio esiste un vero e proprio apartheid di genere, legittimato dalla religione e da un regime dittatoriale che si concretizza nella vera e propria violenza commessa dalle forze dell’ordine». Ma recentemente tra i giovani iraniani qualcosa forse sta cambiando. Sono sempre di più gli uomini che sostengono le donne del movimento Donna, Vita, Libertà e si battono per i loro diritti.

Victoire Tuaillon non tralascia nessun aspetto, perché bisogna rimettere in questione la mascolinità contemporanea a tutto tondo se si svuole raggiungere una vera uguaglianza tra uomini e donne. Sfatando incrollabili miti e smascherando modelli atavici, la giornalista francese rilegge la nostra cultura e la nostra storia attraverso il suo sguardo femminista. «La lotta per l’emancipazione può finalmente permetterci di formare relazioni autentiche, egualitarie e veramente amorevoli, quindi trasformare la società e le nostre vite. Il patriarcato non è inevitabile, sta a noi rovesciarlo, perché il dominio maschile rende infelici tutti, gli uomini in primis».

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