«Ehi fratello, facciamo una rivoluzione»: così invita il lettore Diane di Prima, poeta eccentrica, ricercatrice spirituale e attivista convinta, nata a Brooklyn nel 1934. E si può dire che la rivoluzione Diane l’abbia nel sangue da prima di nascere; il nonno materno, infatti, era un anarchico. A lui, dedicatario insieme a Bob Dylan di Lettere Rivoluzionarie, la piccola Diane deve la lettura di Dante e le storie anarchiche, l’educazione alla ribellione e l’amore per tutto, senza vergogna.

Generazione Beat

Diane inizia a scrivere già a sette anni, a soli quattordici dichiara di voler diventare poeta, e in effetti, in poco tempo riuscirà ad avverare quella sua promessa. Negli anni Cinquanta vive a New York e frequenta il Greenwich Village, il quartiere più alternativo della città. È qui che incontra Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William Burroughs e gli altri, configurandosi così come una delle rare voci femminili della beat generation. Diane trascorre anni liberi e frenetici, facendo esperienze di ogni tipo. Di questo folle periodo racconterà in Memorie di una beatnik, una autofiction erotica per cui l’autrice darà parecchio scandalo.

Nel 1966 si trasferisce a Millbrook, a nord di New York, per partecipare alla comunità psichedelica di Timothy Leary, un professore di psicologia che aveva lasciato Harvard per dedicarsi allo studio di LSD e funghi allucinogeni, sostanze psicoattive che in quel periodo si stavano diffondendo capillarmente nelle culture underground. Diane si sposta poi in California, dove rimarrà per tutta la vita. Sono questi gli anni in cui si dedica alla scrittura delle sue Lettere rivoluzionarie, progetto cominciato come poesia da performance, continuando poi la sua storia editoriale in diverse reincarnazioni.

Contro la guerra

Questa raccolta di poesie è un’opera intensa, attraversata da ritmi e sentimenti diversi, tutti però destinati ad un unico obiettivo: distruggere un mondo sbagliato per crearne uno migliore, invitando metaforicamente il lettore a «uccidere / l’uomo bianco dentro ognuno di noi». Di Prima, provocatoria e incendiaria, in linea con il turbolento periodo delle contestazioni si scaglia contro la società americana in tutte le sue forme.

Contro la guerra: «La guerra a tutti i costi è l’errore che commettiamo / ripetutamente / un altro modo esiste». Contro lo sfruttamento del pianeta: «i fertilizzanti chimici / devono sparire, i nitrati / avvelenano l’acqua; l’agricoltura su larga scala / deve sparire, la terra / sta scomparendo». Contro la scuola: «SFASCIA I MEDIA, ho detto, / E BRUCIA LE SCUOLE / così la gente si può incontrare, sedersi / e parlare insieme, affettuosi e vicini». Contro il sistema economico: «distruggi il concetto di denaro / […] / o, cominciamo proprio senza soldi e inventiamoli / se ci servono / o, usiamo il mimeo così tutti / se ne stampano quanti ne vogliono / e vediamo che succede». 

E noi tutti in quanto persone siamo portatori di un messaggio politico, nostro diritto e dovere è di uscire dai confini che la società ci costruisce attorno: «Io sono una prigioniera politica incatenata nel vizio della rabbia / Io sono una prigioniera politica incatenata nel vizio dell’avidità / Io sono una prigioniera politica incatenata nel vizio della paura / Io sono una prigioniera politica incatenata in sensi scialbi / Io sono una prigioniera politica incatenata in una carne paralizzata / Liberami / Liberami / Aiutami a liberarmi / Liberati».

Visioni rivoluzionarie

Ma questa continua invettiva non resta mera polemica, piuttosto si trasforma in nuova visione sovversiva. Diane, spinta da un desiderio appassionato di cambiamento, propone soluzioni alternative che abbracciano una coscienza del tutto. Attraverso la poesia elimina quei dualismi tipici della filosofia occidentale, immaginando «tutti noi, in un trip tutti insieme». E la rivoluzione prende così la forma di «una spirale yin-yang nell’etere».

Ma come realizzare questa visione? Diane cerca di «prendere in mano la magia in qualsiasi modo possibile», sia nella poesia, sia nell’esperienza (ammesso che possano essere due cose distinte). E allora si spoglia del materiale per cercare l’invisibile, studiando il buddismo zen e il buddismo tibetano, l’alchimia e il misticismo. Tra l’altro, di Prima sarà proprio cofondatrice del SIMHA – San Francisco Institute of Magical and Healing Arts – dove terrà un corso sulle tradizioni spirituali occidentali dal 1983 al 1992.

Di questa magia delle corrispondenze siamo tutti partecipi: «è tutto, è un tutto, è sempre stato un tutto / non è che lo ‘fai diventare’ / non c’è niente da integrare, tu sei presenza». Fare esperienza delle cose, immaginarle e toccarle, significa partecipare all’esistenza, senza possibilità di fuga: «tu hai una poetica: il tuo passo nel mondo».

Diane muore a San Francisco nel 2020, dopo aver scritto più di quaranta libri, cresciuto cinque figli, ottenuto numerosi e prestigiosi premi e avere contribuito con la sua poesia alla costruzione di quella rivoluzione culturale che forse non avrà mai eguali. E dunque leggere la poesia di Diane di Prima e impararla a memoria, scriverla sui muri e donarla a uno sconosciuto, per scoprire che «ogni amore / è rivoluzione / & ogni contatto / una forma d’amore».

Lettera rivoluzionaria #4

Lasciate a loro stesse le persone

si fanno crescere i capelli.

Lasciate a loro stesse

si tolgono le scarpe.

Lasciate a loro stesse fanno l’amore

dormono senza pensieri

condividono coperte, droga & bambini

non sono pigre o spaventate

piantano semi, sorridono,

parlano tra di loro. Il verbo

che prende forma: un tocco d’amore

nel cervello, nell’orecchio.

Ritorniamo con il mare, con le maree

ritorniamo spesso come foglie, numerose

come l’erba, gentili, insistenti, ci ricordiamo

la strada,

i nostri piccoli a piedi nudi attraversano le città dell’universo.

Lettera rivoluzionaria #7

ci sono quelli che ti possono dire

come si fa una molotov, lanciafiamme,

bombe, quello

che ti potrebbe servire

trovali e impara, definisci

il tuo scopo con chiarezza, scegli le ammonizioni

tenendo conto di questo

non è una buona idea portarsi dietro una pistola

o un coltello

a meno che sei un’esperta nell’usarla

tutte le armi sono a doppio taglio, possono essere utilizzate contro di te

da chiunque te le strappa

è

possibile pure nella costa est

trovare un posto isolato per fare tiro al bersaglio

il successo

dipende soprattutto dal tuo stato mentale:

fai meditazione, prega, fai l’amore, sii preparata

sempre, a morire

ma non ti preoccupare: le armi

non la vinceranno questa, sono

una parte casuale dell’azione

che dobbiamo padroneggiare,

quello che vincerà

saranno i mantra, il sostegno che diamo l’uno all’altro,

l’energia con cui ci colleghiamo

                        (il nostro contatto

                        il condividere cibo)

la natura di buddha

di tutti, amici e nemici, come milioni di lombrichi

che traforano tunnel sotto questa struttura

fino al suo crollo

Lettera rivoluzionaria #34

ehi fratello facciamo una rivoluzione, diamo

a ognuno una supersonica

tv a colori, un frigorifero,

antibiotici gratis, costruiamo

appartamenti con stanze separate per ogni bambino

divani gonfiabili di plastica, e vitamine

con tutti i fabbisogni nutrizionali giornalieri per posta

benzina & elettricità & telefono gratis &

niente affitto, perché no?

ehi fratello, facciamo una rivoluzione, spegni

la corrente, accendi

le stelle della notte, rimetti il metallo

nella terra, o almeno non lo tirare

più fuori, fai un sacco di chitarre e flauti, insegna alle ragazzette

come ci si cura con le erbe, impariamo

a vivere insieme in uno spazio piccolo, e a costruire

le hogan, e le dome e le tapee dappertutto

FAI SALTARE IN ARIA I CONDOTTI PETROLIFERI, trasforma le macchine

in fioriere o sculture oppure

vivi in quelle grandi, perché no?

Lettera rivoluzionaria #51

Appena ci pieghiamo

a un sistema basato sulla causalità, il tempo lineare

ci pieghiamo, di nuovo, ai vecchi valori, cadiamo di nuovo

nella schiavitù. Sii forte. È nostro diritto creare l’universo

che sogniamo. Niente bisogno di aver paura della ‘scienza’

                                                                                  servendo

scuse per come sono le cose, TUTTO IL POTERE

ALLA GIOIA, che rifarà il mondo.

Traduzione e fonti

La traduzione delle poesie è a cura di Veruska Cantelli.

Fonti: Diane di Prima, Lettere rivoluzionarie, Le Lettere, 2021; Web Archive

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