Lo sappiamo da un bel po’, internet è il regno dei gattini. Ci sono articoli che ci spiegano perché i felini, e non invece i nostri migliori amici cani, sono i veri dominatori del web. Una mostra del 2015 ha ripercorso la storia dei gatti su Internet. Abbiamo dati che dimostrano che diventano più virali dei cani. 

Ma la politica sembrava un territorio più conteso. È vero, a Downing Street c’è il Chief Mouser Larry. E la famiglia Clinton aveva portato alla Casa Bianca un gatto, Socks. Ma tante First Families americane hanno scelto di avere un cane. Da ultimi anche i Biden, che hanno tra l’altro dovuto mandare via dalla residenza presidenziale ben due pastori tedeschi (Major prima e Commander poi) perché mordevano membri del Secret Service. 

Nelle elezioni americane quest’anno però sono i gatti a essere diventati centrali. Tanto per la comunicazione di sinistra quanto per quella di destra, sempre pronte a corriere dietro a trend e meme nati sui social. 

L’endorsement di Swift e Benjamin

L’endorsement più atteso del ciclo elettorale è firmato «Taylor Swift, childless cat lady». Swift ha postato il suo messaggio di supporto a Kamala Harris su Instagram e lo ha corredato con una foto in cui tiene in braccio il suo gatto Benjamin Button. Il ragdoll è uno dei tre gatti della cantante, conosciuto sul set del video musicale del singolo ME!.

Lo scatto è dei fotografi che hanno ritratto Swift per il servizio pubblicato su Time Magazine quando la cantante è stata nominata persona dell’anno (una delle copertine uscite la mostrava con Benjamin sulle spalle). 

Nel definirsi «gattara senza figli» Swift si è inserita in una delle polemiche più prolifiche degli ultimi mesi: le uscite degli anni passati in cui il candidato repubblicano alla vicepresidenza, J.D. Vance, ha chiamato i democratici un partito guidato da «un gruppo di gattare senza figli che sono infelici per le loro vite e per le scelte che hanno fatto e che quindi vogliono rendere infelice anche il resto del paese». 

L’obiettivo più volte reiterato di Vance sono le persone, o meglio, le donne che scelgono di non avere figli, che avrebbero fatto precipitare il paese nell’inverno demografico. Lo stereotipo che ha invocato, quello della gattara, ha una lunghissima storia: le zitelle sono gattare per antonomasia diciamo almeno dall’epoca vittoriana. 

Soprattutto, quel luogo comune si presta a farsi riappropriare in maniera molto efficace. Non soltanto sulla copertina del New Yorker (che ha scelto di illustrare questa settimana una “childless cat lady” molto felice delle sue scelte di vita). Ma anche da Swift, che per anni ha riempito i suoi profili social di foto dei suoi gatti. E che tra i suoi diversi e generalmente sfortunati exploit sul grande schermo può vantare anche una parte nel musical (universalmente disprezzato dalla critica) Cats del 2019. 

Razzismo e felini

C’è poi una bizzarra coincidenza: la foto di Taylor Swift con il suo gatto arriva in una settimana in cui l’ultradestra americana ha sostituito il vecchio slogan del «difendiamo le nostre donne» con «difendiamo i nostri gatti». 

All’origine c’è una fake news. Un post su Facebook dei residenti di Springfield (Ohio) che lamentano fantomatiche violenze di immigrati haitiani contro un gatto, condito con una storia di cronaca (avvenuta in un’altra città) che vede una donna (nata negli Stati Uniti) arrestata dopo essere stata trovata con il cadavere insanguinato di un gatto in mano, si è trasformato in una grande bufala razzista rilanciata tra gli altri da Elon Musk: orde di migranti che starebbero venendo a mangiarsi i gatti di tranquille cittadine americane. 

Durante il dibattito con Harris, Trump ha citato gli «immigrati» che mangiano i cani e i gatti degli abitanti di Springfield. E se l’ex presidente ha fatto riferimento in generale a tutti gli animali domestici, mentre sul web si fanno circolare anche storie che parlano di caccia alle oche, a dominare sulla sua timeline di Truth sono i felini.

Meme su meme, generati con l’intelligenza artificiale, mostrano Trump circondato da gattini, l’ex presidente che li difende con un mitra. Addirittura, Trump a cavallo di un gigantesco gatto, rilanciato su X dal figlio. Del resto, in un’elezione così terminally online si prova a cavalcare quello che sappiamo essere virale. 

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