Mentre il dibattito presidenziale di giugno aveva drammaticamente dimostrato che le preoccupazioni sullo stato psicofisico di Joe Biden erano fondate, anche Donald Trump ha cominciato a fare i conti con alcuni dubbi dei cittadini americani sulla sua età. Un sondaggio ABC News/Washington Post/Ipsos aveva rivelato che il 60 per cento degli americani pensa che Trump sia troppo vecchio per un secondo mandato.

Adesso, con il ritiro di Biden, è Trump il candidato presidenziale più anziano della storia. Questo dà a Kamala Harris, indicata da Biden come sua sostituta nella corsa alla Casa Bianca, l'opportunità di presentarsi non solo come la candidata giovane, ma anche come quella più vicina alla cultura giovanile. E la Gen Z sembra averla già approvata come tale.

Harris è una ventata di novità

«La cultura è un riflesso di quello che è il nostro momento nel nostro tempo. E la cultura di oggi è solo il modo in cui esprimiamo quello che stiamo provando proprio in quel momento,» aveva detto Harris all’edizione del 2023 dell'Essence Festival of Culture.

E la comunicazione social di Harris, per quanto negli anni abbastanza silenziosa, è diventata già molto potente grazie a un’ondata di contenuti virali che le generazioni più giovani le hanno dedicato nelle ultime settimane, tramite video su Instagram e TikTok, meme e remix di canzoni.

La Generazione Z, un blocco di elettori non facilmente conquistabile e che negli ultimi quattro anni non ha mostrato grande entusiasmo nei confronti di Biden, ha fornito a Harris un supporto social ampio e improvviso, come mai si era visto nei confronti di un leader politico nella storia moderna americana.

Biden, per una questione anagrafica ma anche di personalità, nel corso degli anni aveva perso il supporto degli elettori più giovani. Alcune sue prese di posizione sono state fortemente criticate da parte di alcune organizzazioni giovanili, tra cui l'approvazione di un progetto di trivellazione petrolifera in Alaska oppure il sostegno militare a Israele.

Harris, rimasta abbastanza sotto tono negli anni della vicepresidenza, si sta dimostrando la risposta più giusta e naturale alla narrativa trumpiana. E questo non solo per le sue idee politiche, ma anche grazie a una schiettezza talmente vivace che ben si presta alla comunicazione social.

«Non si prende troppo sul serio. Sa come divertirsi ed è una persona che è disposta a essere un po' meno ingessata di quanto lo sarebbe un candidato presidenziale tradizionale, e penso che sia una buona cosa in questo ciclo elettorale», ha detto Marianna Pecora, direttrice delle comunicazioni per il gruppo di advocacy politica Voters of Tomorrow.

La sua vitalità sembra quindi sostituire con credibilità le rigide e nel tempo sempre più goffe performance di Biden, nonostante proprio questa sua spontaneità negli anni passati sia stata presa di mira da avversari politici e supporter repubblicani.

Come sono cambiati i meme su Harris

I contenuti social di questi giorni riprendono anche vecchi materiali sulla vicepresidente, come quello della telefonata tra lei e Biden dopo la vittoria alle elezioni del 2020, probabilmente il primo video davvero virale di Harris. Molti ribaltano meme che giravano proprio tra le piattaforme dei repubblicani per attaccare Harris.

Quando, citando una frase che le diceva sua mamma, in un discorso pubblico a maggio 2023 Harris disse «pensate di essere appena caduti da una palma da cocco?», un canale YouTube repubblicano aveva estratto la clip e l'aveva pubblicata. La scena era stata ricondivisa milioni di volte, sottolineando l’ambiguità delle frasi di Harris, paragonata dagli utenti a una presentatrice di talk show o a una persona sotto effetto di sostanze stupefacenti.

Il video, però, tagliava la frase che Harris aveva pronunciato successivamente e che spiegava più chiaramente il senso della metafora della palma. «Esisti nel contesto di tutto ciò in cui vivi e di ciò che è venuto prima di te», aveva detto la vicepresidente subito dopo.

Anche i video di Harris che ballava agli eventi della campagna elettorale venivano descritti come «imbarazzanti». Lo stesso Trump più volte e pubblicamente ha definito Harris «pazza» o «strana» per il suo modo di ridere, oppure «incomprensibile» per il suo modo di parlare.

La forza del fandom trumpiano online è proprio il potere deformante nei confronti degli avversari politici, trasformando una loro caratteristica in una potenziale debolezza.

Fino a qualche mese fa sembrava quasi impossibile immaginare che un candidato del Partito democratico sarebbe stato in grado di rispondere a questa energia sminuente, per di più ispirando una risposta dello stesso Internet altrettanto potente e attrattiva. Ora, incredibilmente, sembra che invece qualcuno ci sia. Oggi, infatti, le risate di Harris, spesso fragorose, e le sue mosse di danza sono tra le sue movenze più popolari. 

Spesso le frasi di Harris sono perfette da memare perché possono essere estratte facilmente dal loro contesto e comunque funzionare; al contempo, poi, riescono a veicolare messaggi effettivamente coerenti con la sua campagna. Cosa che non è sfuggita né agli elettori né ai suoi social media manager. 

L’uso dei meme nella campagna Harris

La campagna stessa di Harris ha abbracciato e rilanciato i contenuti prodotti su di lei sui social, ottenendo decine di milioni di visualizzazioni. E più il partito ammicca ai trend della Gen Z, più gli utenti, galvanizzati dal loro potere collettivo, manifestano la loro preferenza alle elezioni.

Cruciale è stato il fatto che i meme di Harris siano cominciati subito dopo il dibattito di Biden e poi scoppiati definitivamente quando il presidente si è ritirato dalla gara.

Lunedì la cantante britannica Charli XCX ha pubblicato su X un tweet in cui definisce Harris “brat” (“ragazzaccia”), citando il suo ultimo album, uscito l’estate scorsa, diventato virale per via della sua copertina: uno sfondo verde neon con la scritta “brat” sgranata.

L'archetipo del “brat”, aveva spiegato Charli su TikTok, sarebbe «quella ragazza che è un po' disordinata e ama fare festa e magari a volte dice delle cose stupide, che si sente sé stessa, ma poi magari ha un crollo nervoso, ma in un certo senso lo supera facendo festa».

Quando l’account su X della campagna elettorale di Biden ha cambiato il proprio nome da “Biden HQ” a “Kamala HQ”, ne ha approfittato per cambiare anche la propria immagine di copertina, riprendendo gli stessi colori e lo stesso font dell’album di Charli XCX.

Nello spazio sul profilo dedicato alla bio, invece, è apparsa la frase «forniamo contesto». Il riferimento è chiaramente al discorso sulla palma da cocco, ormai diventata simbolo di un’idea politica comunitaria e di cittadinanza consapevolmente radicata nel contesto sociale in cui vive.

Pian piano i meme si sono moltiplicati, contribuendo a tessere l’immagine di un politico di personalità, che però non rinuncia a spiegare le sue posizioni con immagini semplici e accattivanti e, quando le capita, scoppiando a ridere.

Tra i più recenti quelli che la paragonano a Selina Meyer, il personaggio protagonista della serie tv Veep, interpretato da Julia Louis-Dreyfus, che racconta la storia di una vicepresidente che diventa inaspettatamente presidente. Oppure l’amore di Harris per le «good news», come ha spesso ripetuto in alcune interviste.

Una scelta trendy e sovversiva

Alcune posizioni di Harris risultano comunque poco popolari tra i più giovani, dal suo sostegno a Israele o alcuni aspetti del suo passato da procuratrice, spesso definiti eccessivamente duri o conservatori.

Per quanto per alcuni possa non essere la scelta migliore, a oggi su Internet supportare Harris sembra essere la cosa più giusta da fare per contrastare l’ascesa di Trump. O, perlomeno, quella più divertente. Se sarà davvero ufficializzata la sua candidatura, il 5 novembre non basteranno i meme e il supporto di molte persone sui social.

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