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Finzioni – il mensile culturale di Domani

Il lavoro di Pietro Citati per trasformare Gadda in una specie di Lollobrigido

Giorgio Pinotti
09 settembre 2022 • 13:26
  • «Per certi aspetti mi aveva eletto suo padre (io ero infinitamente più giovane di lui);» ricorda Citati «mi chiedeva consiglio per tutte le cose della vita: le tasse, la domestica, il cibo, l’editore, il rapporto con gli scrittori e tutti gli esseri umani. Di Gadda mi occupai molto».
  • «Sembra che tutte le mie nascoste o palesi macchinazioni ad maiorem Caroli Emilii Gaddi gloriam debbano andare a finire male o riuscire a metà!  … Cosa vuole, i Suoi libri sono troppo belli, intelligenti, generosi e moderni per essere capiti dagli stupidi, dai presuntuosi e dai vecchiacci rimbambiti e ammuffiti che, in Italia, fanno la critica letteraria, danno i premi e così via»
  • Questo articolo è tratto dal nuovo numero di Finzioni, il mensile culturale di Domani che puoi scaricare e leggere a questo link.

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Giorgio Pinotti

È editor in chief presso Adelphi. Si è occupato di letteratura italiana del Novecento e in particolare di Gadda, procurando l’edizione di numerosi testi (fra cui Accoppiamenti giudiziosi e Eros e Priapo, con Paola Italia; La cognizione del dolore, con Paola Italia e Claudio Vela) e carteggi. Ha inoltre tradotto e/o curato opere di Jean Genet, Georges Simenon, Vincent de Swarte, Irène Némirovsky, Milan Kundera, Jean Echenoz. Un altro suo campo di interesse è la storia dell’editoria (Editori e filologi, a cura di P. Italia e G. Pinotti, Roma, Bulzoni 2014).

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