Il tema è da sempre un soggetto valido per una gran varietà di prodotti. L’impressione è che di recente ci sia stato un piccolo twist: la maternità è diventata anche comica. Breve guida a una serie di titoli disponibili sulle piattaforme: da Babes a Human Magic, da Kinga Pregnant a Nightbitch
Dicono che quando sei incinta vedi donne gravide da tutte le parti, e un po’ è vero, anche se la sensazione è più che altro quella di essere un piccolo panda in via d’estinzione. Il riguardo con cui vengo trattata da qualche mese a questa parte, cioè da quando ho una pancia inequivocabile, è un’esperienza nuova e inedita, che so già che rimpiangerò. Credo sia una mia forma di egocentrismo, ad altre donne dà fastidio essere guardate e toccate come palle magiche. Io mi sento quasi sempre speciale.
«Che bella pancia!» mi urla una signora dal motorino fermo al semaforo e io mi tocco l’addome a forma di cocomero con un sorriso, compiaciuta come sempre del complimento. Si sono contestualmente esaurite le molestie en passant degli uomini cafoni, un altro vantaggio che non mi sento di sottovalutare.
Mi siedo ovunque, salto le file, scelgo sempre il ristorante. In generale ricevo una dose extra di attenzioni e affetto che tuttavia hanno un sapore dolceamaro, perché dentro di me so che non sopravviveranno: presto passerò da essere l’adorabile donna incinta dalla pelle luminosa, una venere di Willendorf da venerare, alla mamma puzzolente di creatura urlante (e puzzolente). I sorrisi benevoli si trasformeranno in smorfie di fastidio, una cena fra amici forse richiederà l’organizzazione millimetrica di una campagna militare e la deprivazione di sonno mi renderà una persona un po’ peggiore, e di conseguenza meno piacevole da frequentare. Potrei sbagliarmi – non sarebbe né la prima né l’ultima volta – ma il grande consumo di contenuti a tema maternità che ho fatto in questo periodo sembra puntare tutto in questa direzione.
I libri e le serie
Non parlo solo dei libri più o meno pratici che ho letto sul tema in questi mesi – ho trovato conforto sia in resoconti squisitamente narrativi (e assai cinici) della maternità, come Il lavoro di una vita di Rachel Cusk, che in grandi classici più vicini al manuale di istruzioni, come Il linguaggio segreto dei neonati di Tracy Hogg – ma in questo periodo mi sembra che anche il mainstream abbia prodotto molte cose sull’argomento. Non che ci fosse carenza prima, la maternità e la sacralità che a questa viene spesso associata – nel bene e nel male – sono da sempre soggetti validi per una gran varietà di prodotti. Ma l’impressione è che di recente ci sia stato un piccolo twist: la maternità fa anche ridere.
Com’era prevedibile sento poca affinità per l’enfasi da Donna Coraggio che spesso avvolge l’esperienza femminile e, inevitabilmente, anche quella del diventare madri. Sono dunque felice di aver avuto accesso a una serie di sciocchezze, più o meno ben realizzate, che affrontano l’argomento con una leggerezza francamente gradita, soprattutto mentre prendevo un chilo al mese e la leggerezza si faceva un ricordo lontano. Tra l’immacolata concezione e Rosemary’s Baby, la condizione di una donna incinta è spesso anche grottesca, ridicola, paradossale e imbarazzante, tanto vale riderci su. Ecco dunque alcune segnalazioni:
Babes, di Pamela Adlon. I fan di Louis CK si ricorderanno di Adlon in Louie, altri impallinati di cose americane divertenti avranno visto Better Things, bellissima serie di qualche anno fa, anche quella a tema maternità, di e con Adlon (e con la giovane Mickey Madison di Anora) che in Italia si può vedere su Disney+. Babes (che si trova a pagamento su varie piattaforme) mi ha fatto meno ridere di Better Things, nonostante in questo caso fossi più direttamente interessata all’argomento. Però una delle due protagoniste è Ilana Glazer, che da quando ha regalato Broad City all’umanità (seppur gravemente assente dalle piattaforme di streaming italiane) è una delle mie persone preferite al mondo e vorrei che fosse la mia migliore amica. Nel film di Adlon, oltre a gravidanza e maternità, si prova a raccontare cosa succede al rapporto tra due migliori amiche quando i cicli biologici non sono perfettamente allineati.
Human Magic è un nuovo pezzo di stand up comedy di Glazer (anche questo su Disney+), che nella vita vera è diventata mamma un paio di anni fa. Per essere così divertente in Broad City avevo provato una grande delusione, per non dire imbarazzo, per la sua performance dal vivo nel precedente special The Planet is Burning. Non so se sono gli ormoni di questo periodo o il famoso cervello da gravidanza che mi rende più stupida e meno esigente, ma con Human Magic ho riso.
Kinda Pregnant è appena uscito su Netflix e pare che stia andando eccezionalmente bene ovunque. La protagonista è Amy Schumer, una delle comiche contemporanee di maggiore successo, che firma la sceneggiatura e interpreta una donna che scopre che con una pancia finta il mondo è un posto migliore e molto più accogliente del solito. Onestamente il film è bruttino, ma un paio di gag spassose, tra cui una lezione di yoga per gravide dove scoreggiano tutte senza freni, comunque ci sono.
Nightbitch (di nuovo, Disney+), tratto dal bestseller internazionale di Rachel Yoder, non è esattamente una commedia, ma non si prende neanche troppo sul serio. Amy Adams è spaziale e vorrei che fosse in tutti i film com’era qualche anno fa. Come per gli altri titoli elencati, la morale anche qui sembra essere: la gravidanza sarà anche dura, ma quello che ti aspetta dopo è molto peggio. Che devo dire non è una prospettiva a cui amo pensare al nono mese di gravidanza.
Mi sento preparata ma in segreto mento a me stessa. «Sarò diversa» mi dico immaginandomi impunemente libera e di buonumore anche con mio figlio, riposata e con i capelli in piega come non li ho mai avuti, nemmeno prima di riprodurmi (forse avrei dovuto inserire il Dyson Airwrap nella lista nascita, invece di tutte quelle tutine per la creatura). Ho ancora tempo per rendermi conto di quanti chilometri sono fuori strada, per il momento lasciatemi divertire.
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