A Milano cambia tutto in fretta. Il nome del miglior ristorante di sushi, i centri di Pilates, perfino le più accreditate scuole elementari. Se l’anno scorso si faceva la fila per un appuntamento dal numerologo, oggi l’ultima moda è il riflessologo plantare
Cambia tutto in fretta a Milano. Il nome del miglior ristorante di sushi («ora la cucina è solo peruviana»), i centri di Pilates, perfino le più accreditate scuole elementari. Se l’anno scorso si faceva la fila per un appuntamento dal numerologo, questo settembre la moda ci porta già altrove.
Lunedì sera, a cena a casa mia, Paride mi ha comunicato di essere appena tornato da una seduta dal riflessologo plantare, che manipolando le terminazione nervose del piede sblocca tensioni in altre aree del corpo, tipo schiena o stomaco. «Mi ha risolto un problema ai crampi in meno di mezz’ora», commentava incredulo.
Mi sembrava così soddisfatto che il giorno dopo ho contattato anch’io il centro più vicino, trovando miracolosamente un posto. Incenso nell’aria e musica di sottofondo, dopo un’anticamera di qualche minuto mi ha accolto un giovane e avvenente operatore in divisa, così avvenente che per un attimo ho temuto di essere su Scherzi a Parte. O che l’ufficio stampa mi avesse scoperta.
Un po’ come la mia prima volta su Bla Bla Car, quando ho offerto un passaggio in auto da Piombino a Milano e mi sono imbattuta nel più bello d’Italia. Tornando alla manipolazione dei miei alluci, pare che tra i benefici sia previsto quello all’umore, e posso assicurare che con me ha funzionato visto che uscita dallo studio ho cominciato a ridere da sola, dopo aver chiesto a Paride via Whatsapp se anche il suo riflessologo fosse così. «No. Il mio sarà di certo il più bravo del centro però», ha risposto. Se il mio è uno stagista, sono pronta a sacrificarmi. E se è una truffa, spero che non me lo faccia sapere nessuno.
App d’incontri
Settembre a Milano è tempo di ripresa. L’altra sera al vernissage di fotografia di Lady Tarin, allo spazio Leica a due passi dal Duomo, c’erano tutti, da Maurizio Cattelan a Fabio Novembre. L’amicizia con la fotografa di nudi di donna risale a molti anni fa, e la rinnovo ogni volta che vedo i suoi scatti in bianco e nero.
Stavolta ho apprezzato anche i rinfrescanti drink Hugo in quantità, tanto che al secondo giro Santi mi ha confidato che nelle app d’incontri scrive di avere 30 anni invece che 40. «Se poi diventa una cosa più seria, dico la verità» ha aggiunto. Sta progettando un viaggio a Miami per Art Basel, a dicembre, e per trovare casa usa l’app Mr B&B. Una specie di app di incontri per gay con l’opzione “ti offro il mio divano a una tariffa agevolata rispetto a quelle che si trovano su Airbnb”.
Quattro anni fa, a Tel Aviv, con questo metodo si è persino fidanzato. E così, in questi strani tempi in cui è tornata in auge la famiglia tradizionale – Roccella dixit – e non sembra facile essere gay, questa app mi ha fatto venire voglia di esserlo, visto anche i costi delle case a Miami.
Moana Pozzi
Tante sono ancora le feste all’aperto, che, come sostiene la mia farmacista, ci stanno aiutando a tenere a bada il Covid. «Alla psicosi collettiva invece dobbiamo pensarci noi addetti ai lavori: se non hai sintomi non fare il tampone», aggiunge perentoria. Intanto ieri sera sono stata all’inaugurazione del 21 House of Stories in via Ascanio Sforza 7, hotel, spazio coworking e in terrazza al settimo piano bar e piscina che sembra di stare a Los Angeles. Meno entusiasta è il barman che sorride e chiede di non fare pubblicità, «siamo aperti da quindici giorni e abbiamo cento ospiti ogni sera», specifica. All’aperto è stato anche il party a Villa Litta per festeggiare i quindici anni dell’agenzia di chef televisivi Realize.
Dopo aver mangiato i tortellini ideati da Bruno Barbieri e un dolce commovente di Damiano Carrara, tra le informazioni degne di nota che ho incamerato c’è l’uscita sul Nove del docufilm su Moana Pozzi e una stretta di mano col marito di lei Antonio Di Ciesco, a cui avrei voluto chiedere tante cose ma avevo bevuto troppo. Quella stessa sera ho scoperto che sono tornati di moda i carnet.
Al tavolo di fianco al mio un agente di volti noti spiegava che il carnet da dieci voli privati sta sui 120 mila euro ma esiste anche quello da venti, sui 180. «Un’offerta a cui è difficile dire no».
Imperdibile come quella, più alla mia portata, della Coach delle unghie, meglio definita come «onicotecnica migliore del mondo» dalla manager di talent Benedetta Balestri, che la segue in vista della settimana della moda. Da lei vanno Elodie, Clio Make Up e Noemi, per dirne alcune. Pare non si trovi mai posto ma io ho spuntato un appuntamento. A cui posso rinunciare solo se si sovrappone a quello del riflessologo plantare.
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