Il libro Il mondo al contrario ha venduto oltre 70mila copie nella seconda settimana su Amazon: non c’è alcun paragone possibile con i numeri prodotti da questo testo. Forse bisogna risalire a un fenomeno enorme, globale e mondiale, come quello della saga di Harry Potter
Altro che lancio col paracadute. È la progressione del numero delle copie vendute del libro del generale della Folgore Roberto Vannacci, incursore paracadutista, che ha fatto il vero volo, quello che carica di adrenalina anche un militare col suo curriculum di tutto rispetto, uno che in quarta di copertina vanta di avere una esperienza dove i millisecondi per prendere decisioni, spesso drastiche, fanno la differenza: ventimila la prima settimana, più di settanta la seconda. Sono non un militare, ma un editoriale di lungo corso. E sono stordito.
Chi può prevedere cosa accadrà la terza? Il libro è intitolato Il mondo al contrario, autopubblicato, distribuito, per ora, solo da Amazon. Nessun libro ha mai suscitato in Italia tanto clamore.
Del libro, dei suoi contenuti a ruota libera, non voglio parlare. Il critico letterario e ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito farneticazioni le predilezioni e le idiosincrasie del generale. Perché parlandone, anche male, si è propagata una eco immensa che contribuisce alla sua diffusione e alla crescita delle vendite. Gli si è attribuita credibilità editoriale e legittimità culturale.
È accaduto lo stesso per le parole di Andrea Giambruno sugli stupri, ha giustamente fatto notare la bravissima storica Vanessa Roghi ieri su Repubblica. Il generale si candiderà con Salvini che è d’accordo con le sue idee, troverà un editore, farà un trionfale book tour, diventerà una star marziale di TikTok, farà un sacco di soldi. Fatti suoi.
Quello che ci riguarda è invece questa scossa sismica del mercato dei libri. Ancora, e di solito, per lo più veicolo di storie e di intrattenimento, a volte addirittura di pensiero e di cultura. Non c’è alcun paragone possibile con i numeri prodotti da questo libro. Forse bisogna risalire a un fenomeno enorme, globale e mondiale, come quello della saga di Harry Potter.
In questa strana estate che ha visto prima sventolare come bandiere i libri di Michela Murgia in una magrittiana piazza del Popolo gremita dentro una Roma agostana attorno deserta, cosa mai accaduta pure quella, mai avevamo visto libri e non fiori come segni identitari a un funerale, e poi l’exploit sulla piattaforma del libro del generale. Il mondo non solo al contrario, ma diviso a metà, proprio gli uni contro gli altri, tra chi legge i libri di una delle maggiori scrittrici, e attiviste, italiane, diventata immediatamente santa laica, (l’intera back list dei suoi titoli è tornata in classifica) e chi legge lo sfrenato pippone marziale del generale. Manco fosse il sergente maggiore Hartman inventato da Kubrick in Full Metal Jacket.
Amazon non dà dati numerici. L’Unione Europea ha imposto l’obbligo di condivisione dei dati di vendita con i propri “business users”, nel caso di Amazon gli editori. Di se stessa Amazon predica di essere guidata da quattro principi: ossessione per il cliente piuttosto che attenzione verso la concorrenza, passione per l’innovazione, impegno per un’eccellenza operativa e visione a lungo termine. Il 10 agosto Amazon ci ha annunciato che Spare del principe Harry, Mondadori, è il libro più letto dagli italiani. Ha venduto 300mila copie, tra la piattaforma, che dopo il Covid si è assestata più o meno sul 30% del mercato, e gli altri canali fisici. La prima settimana ne fece 50mila, librerie comprese. Tanto per avere un’idea, prima di lanciarsi col paracadute tessuto con la tela delle borsine Adelphi, sulle spalle uno zainetto Einaudi, del volo e del numero pirotecnico fatto del generale. Cui non voglio fare i conti in tasca. Ma eliminando editore e distribuzione in libreria ha sicuramente un’interessante percentuale in royalties. Sempre in agosto Amazon ci aveva anche informato che Milano è la città italiana dove si legge di più. Pavia e Siena si assestano in seconda e terza posizione. Davanti a Pisa, Padova, Bologna, Cagliari, Firenze, Roma e Torino. A ben vedere la geografia delle migliori università italiane. Luoghi dove non ci può stupire che si legga. Sulla carta e in formato digitale, acquistando libri in libreria e sulle piattaforme, frequentando le biblioteche. Sarebbe interessante conoscere pure la geografia delle vendite del libro del generale, perché in questo caso si tratta anche di geopolitica. Più in profondità di qualunque sondaggio, questi dati rivelano l’umore politico del paese e quanti siano i followers delle idee, delle predilezioni e delle idiosincrasie per neri e omosessuali del generale. Mi preoccupa soprattutto “la visione a lungo termine” di Amazon. Sono bravi ed efficienti. Conoscono ossessivamente scelte e gusti dei clienti. Lettori in questo caso. Meglio del generale che in una nota del testo mette le mani avanti e «declina ogni responsabilità in merito a eventuali interpretazioni erronee dei contenuti e si dissocia, sin d’ora, da qualsisi tipo di atti illeciti possano da esse derivare.» L’algoritmo di Amazon è assai più preciso. Dovrebbe preoccupare tutti.
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