Fra gli esperimenti più raffinati di questo cast di Sanremo c’è Joan Thiele, che si candida a essere la sorpresa di questa edizione del festival. O meglio, punta a conquistare finalmente il pubblico che merita, dopo una lunga gavetta fatta sui palchi di provincia.

Come ha raccontato di recente al Messaggero, fino a pochissimi anni fa faceva «cinquanta concerti a settimana a 20-30 euro l’uno nei bar intorno al lago di Garda», ovvero nella zona dove è nata a cresciuta. Per l’esattezza nella parte lombarda del lago, a Desenzano, provincia di Brescia: sua madre è napoletana e il padre svizzero (di origini colombiane).

Joan Thiele (che va pronunciata Tìle, alla tedesca), ha in realtà vinto anche un David nel Donatello con Proiettili, insieme a Elodie (anche lei quest’anno sarà a Sanremo). Era la colonna sonora di Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa.

Thiele sa di arrivare a Sanremo praticamente da sconosciuta (per il grande pubblico, si intende), ma questo non è mai stato un problema. Anzi, potrebbe essere persino un vantaggio. Tenetela d’occhio, se non l’amate già: ne sentirete parlare parecchio.

ANSA

Fluida

Nella stessa intervista al Messagero, Thiele dice di non amare le etichette: «faccio musica libera da schemi, fluida. Negli ultimi anni ho studiato approfonditamente le colonne sonore italiane, da Piero Umiliani a Piero Piccioni, passando per Ennio Morricone. Credo si senta, in Eco. Arrivo all’Ariston dopo un percorso a passettini, con i miei tempi, oggi che tutto è così veloce. Ad un certo punto, non lo nascondo, ho sviluppato insicurezza e paranoie. Al Festival avevo provato a partecipare già in passato: non andò bene».

E non andò bene neanche a X Factor, dove si presentò probabilmente troppo presto e fece scena muta. Sanremo arriva dunque al termine di un percorso, talvolta percorso in salita. Ma non è forse questo il modo migliore per raggiungere la vetta?

Ha probabilmente un difetto: di essere poco mainstream e di avere una personalità che la differenzia dalla gran parte della musica italiana che va per la maggiore. O forse è proprio il suo pregio.

Cose nuove

Joan Thiele ha insomma dalla sua già tutti gli ingredienti per farsi notare e raggiungere la consacrazione, in un festival che invece corre esattamente il rischio contrario. Ovvero, di peccare di scarsa originalità. Joan Thiele è fra i pochi rappresentanti nel cast dei debuttanti a Sanremo: oltre a lei, fra i “big” ci sono solo Bresh, Brunori Sas, Emis Killa, Lucio Corsi, Sarah Toscano e Tony Effe.

In un’intervista a Domani, nel 2021 aveva raccontato un’altra svolta nella sua carriera: la decisione di passare dall’inglese (e dallo spagnolo) all’italiano. «Personalmente non mi riconosco all’interno di una “avanguardia” specifica, ma mi rendo conto che c’è una nuova scena, che siamo in totale evoluzione», aveva detto.

«Siamo molti artisti, c’è sempre più musica, vedo un cambiamento, un approccio diverso. Non so se questa mia percezione è condizionata dal fatto che ho iniziato a cantare in italiano e io stessa sono quindi più aperta, ma vedo che ci sono artisti molto interessanti e che hanno cose nuove da dire».

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