Al posto delle sorprese fisiche, le aziende alimentari hanno introdotto man mano una varietà di contenuti digitali per intrattenere e educare i bambini. Adesivi digitali e figurine virtuali sono diventati popolari, consentendo di collezionare e scambiare personaggi attraverso piattaforme online sicure
Ti è mai capitato che un tuo genitore o zio ti mostrasse con entusiasmo dei piccoli giochini che stanno facilmente in una mano, che erano suoi quando era piccolo e appartenevano ad una collezione? Una collezione di cui aveva gelosamente cercato e poi custodito tutti i pezzi, scambiandoli con altri bambini e ingozzandosi forse di molte più merendine del previsto solo per poterne comprare un’altra confezione e completare la raccolta? Viene spontaneo chiedersi…che collezione?
In passato i bambini collezionavano molte cose: francobolli, biglie o schede telefoniche (servivano per ricaricare i telefoni pubblici dentro le cabine quando i cellulari non esistevano. Questi piccoli giochi che riproducevano oggetti, omini o animaletti non si potevano acquistare perché si trovavano solo nelle confezioni di uova di cioccolato o merendine, facevano parte delle collezioni delle cosiddette sorpresine: un’idea semplice e geniale ha rivoluzionato il mondo delle golosità per bambini. Da cinquant’anni infatti si possono comprare non solo per Pasqua ma per tutto l’anno delle piccole uova di cioccolato con sorpresa e circa dieci anni dopo quest’idea è venuta anche ai produttori di merendine.
Da allora, queste dolci aggiunte ai prodotti alimentari hanno catturato l’immaginazione dei più giovani, offrendo non solo il gusto del cioccolato ma anche la promessa di un regalo nascosto all’interno. Oggi, mentre i ricordi di quelle esperienze d’infanzia rallegrano ancora molti adulti e alcuni le espongono ancora come trofeo, è rarissimo trovarle nelle confezioni di dolci e merendine.
Nelle uova di cioccolata
Le collezioni di sorprese si sono evolute nel corso degli anni, proponendo tematiche variegate che spaziavano dall’animale fantasia alle miniature di personaggi famosi dei cartoni animati. Ogni collezione aveva le proprie caratteristiche distintive: alcune includevano piccoli animali che cambiavano colore con il calore, altre proponevano personaggi impilabili o figure interattive con parti mobili. Le serie limitate e le edizioni speciali in occasioni di particolari periodi o eventi (Natale, l’uscita di un film al cinema….) aumentavano l’interesse e il valore collezionistico.
Oggi, alcune di queste sorprese sono diventate oggetti di culto per i collezionisti, con valori che possono variare significativamente a seconda della rarità e delle condizioni di conservazione: pensa che alcune sorpresine di determinate collezioni se ben tenute, possono avere un valore di oltre 200 euro! Davvero tantissimi se si pensa che sono oggettini di plastica non più alti di tre o quattro centimetri.
Nelle confezioni
Nel 1983, Graziella Carbone, una giovane pubblicitaria, ebbe l’intuizione rivoluzionaria di includere un regalo in ogni confezione di merendine: per questo la si può considerare la “mamma” delle sorpresine. Questa idea semplice ma efficace ha trasformato il modo in cui i bambini vedevano il prodotto, trasformandole da semplici snack a un’esperienza di gioia e sorpresa al punto che nel 1985 venne creato anche il “maxisorpresiere” per conservarle tutte.
Le sorpresine avevano il valore esatto di cento lire (circa quello di un caffè) e se ne producevano oltre quattro milioni di pezzi la settimana, ovviamente uno per ogni confezione in vendita. Negli anni sono stati prodotti oltre 750 tipi di giocattoli in miniatura che includevano piccoli giochi di società, come miniature di scacchi, domino o altri giochi da tavolo adattati in dimensioni ridotte.
Questi giochi erano progettati per essere portatili e facilmente giocabili ovunque, hanno accompagnato in vacanza milioni di bambini italiani. Alcune sorprese erano costituite da gommine (ne sono state prodotte 316 milioni!), matite, temperini o altri articoli scolastici, come la cartina dell’Italia o il puzzle delle regioni.
Oltre a giochi e prodotti scolastici, le sorprese potevano includere anche oggetti decorativi, piccole figurine di personaggi famosi, gadget tematici o addirittura componenti di costruzione per assemblare oggetti più complessi, come gli origami o modellini di castelli medievali.
E nel 2024?
Al posto delle sorprese fisiche, le aziende alimentari hanno introdotto man mano una varietà di contenuti digitali per intrattenere e educare i bambini. Adesivi digitali e figurine virtuali sono diventati popolari, consentendo di collezionare e scambiare personaggi attraverso piattaforme online sicure. Inoltre, codici QR o alfanumerici permettono l’accesso a giochi online, storie interattive e attività educative che coinvolgono i personaggi preferiti dei bambini. Le app dedicate offrono una gamma di giochi, laboratori virtuali e attività pratiche che stimolano la creatività e l’apprendimento continuo.
Questo cambiamento è avvenuto soprattutto perché chi era bambino negli anni Ottanta e Novanta si è trasformato in un consumatore consapevole che desidera per i propri figli meno giochi a livello di quantità e di maggiore qualità, infatti la riduzione del consumo di plastica e altri materiali derivanti dalle sorprese fisiche contribuisce a un ambiente più pulito e sano per le generazioni future.
Uno dei limiti negli anni alla produzione delle sorpresine è stata la normativa in termini di sicurezza sul pericolo di ingerire piccole parti o sul fatto che assomigliassero troppo a prodotti alimentari invitando i bimbi a consumarle. Infine, la produzione e l’inclusione di sorprese fisiche comportano costi aggiuntivi per le aziende: ciò le ha spinte a considerare alternative più economiche e sostenibili.
Valorizzare le collezioni di sorpresine già esistenti e gelosamente conservate dai proprietari è un bellissimo modo per ricordare la propria infanzia da adulti e condividerla con i propri bambini, ma come dimostrano anche i ritrovamenti di plastica sulle spiagge, che spesso includono anche ahimè delle sorpresine, ciò non è più sostenibile del terzo millennio.
© Riproduzione riservata