«Vivi senza tempi morti, godi senza ostacoli». Queste poche parole, tratte dalle ultime righe del pamphlet situazionista che contribuì a incendiare le polveri del maggio 1968, Della miseria nell’ambiente studentesco, appartengono ormai alla storia dei proverbi.

Laddove il vecchio ordine sessuale continuava a codificare e ricodificare i corpi in modo tale che solo poche forme ristrette di godimento potessero essere considerate accettabili, quella che è stata chiamata la “rivoluzione sessuale” pretendeva di includerle tutte.

Questa inclusione, come sappiamo, non è stata priva di sbandamenti, tra le altre sul versante della pedofilia – tanto che, molto rapidamente, l’idea di “godere senza ostacoli” si è trasformata in “godere senza troppi ostacoli”, a seguito di una logica abbastanza vicina a quella della critica di Michel Foucault: non lasciarsi “troppo governare”.

Decostruire un’eredità

Non essere troppo vincolati nel proprio godimento, tuttavia, significava che la questione dell’uscita da un ordine sessuale ristretto non poteva essere totale – come se potesse esserci solo una sessualità ordinata.

La psicoanalisi avrebbe senza dubbio annuito gravemente: come aveva sottolineato Jacques Lacan in occasione del maggio 1968, il godimento è innanzitutto un’ingiunzione del Super-io – per di più, un’ingiunzione impossibile. Niente lo testimonia più delle strane scene che si possono osservare oggi su TikTok, Instagram, ecc., dove una nuova generazione di influencer dalla sessualità disinibita ha preso il posto delle riviste femminili della fine del XX secolo.

Impariamo a usare gli ultimi modelli di vibratori, impariamo (ma sempre con un sorriso) il BDSM, l’abbinamento del sesso ad alcune droghe, le buone pratiche nelle orge, e così via. Tutto ciò, ovviamente, nell’ottica di decostruire una certa eredità patriarcale e coloniale della sessualità, dove la predazione e l’egoismo devono lasciare il posto alla cura, al rispetto e all’esplorazione delle potenzialità, delle novità del rifiuto della penetrazione, della scelta della carezza, dell’astensione o, come ha sostenuto una volta Paul Preciado, di sesso anale per tutti – poiché tutti hanno un buco del culo.

Deridere tutto questo, bisogna ammetterlo, è facile. Tuttavia, ciò che ci insegnano questi recenti avatar della rivoluzione sessuale supera di gran lunga le fantasie di un’epoca; dietro i “consigli” benevoli dei coach della sessualità inclusiva si nasconde in realtà un antico imbarazzo.

Questo imbarazzo è quello che vuole che la polverizzazione degli ostacoli, la loro decomposizione o decostruzione, così come gli orizzonti di possibilità che essi offrono, finiscano sempre per sbattere contro un muro: il muro dell’inammissibile. Nel discorso sessuale contemporaneo, l’erotismo spinto allo scioglimento è anzitutto una pratica del “tranne”: tutto è permesso, tranne ciò che può dare l’impressione che ci sia violenza, o dominio, o riproduzione di cliché sessuali, eccetera, eccetera.

Il godimento senza ostacoli

In realtà, la versione contemporanea del “godimento senza ostacoli” è innanzitutto un programma positivo: è così che ci si diverte – e non altrimenti. L’infinità delle possibilità che la sessualità dovrebbe poter esplorare, e che la rendono una macchina umana da trasgredire (come ha martellato una volta Georges Bataille), è in realtà un’infinità ristretta a una nuova norma. La volontà politica di “godere senza impedimenti” è diventata un’ingiunzione morale a “scopare bene”, vale a dire a scopare secondo le specifiche che antepongono il bene al godimento stesso.

Va detto: è disprezzare l’infinito – e disprezzare tutto ciò che, nell’infinito, appartiene al buio, alla notte, al segreto, all’orrore e, sì, alla violenza di ciò che ci attraversa ed è più forte di noi. In breve, l’erotismo contemporaneo ha dimenticato piuttosto presto che la sessualità umana è soprattutto perversa. Per comprendere la sessualità, non bisogna guardare mai dalla parte di ciò che è consentito fare con i propri genitali (e alcuni accessori), ma dal modo in cui tutto, per gli esseri umani, è sessualità.

L’infinito sessuale non è l’infinito dei giochi da letto o dei modi di divertirsi, ma l’infinito di ciò che scatena un desiderio che può arrivare fino all’inumano. Questa è la vera rivoluzione sessuale che verrà: la rivoluzione della pornografia fondamentale dell’umanità.


La prima edizione del festival del Pensare contemporaneo è iniziata giovedì 21 settembre a Piacenza e si concluderà domenica 24 settembre, a cura di Alessandro Fusacchia e Andrea Colamedici, con oltre 60 relatori e 30 incontri in un programma ricco di dialoghi, lezioni e concerti diffusi in 10 diverse location della città. Laurent De Sutter interverrà sabato 23 settembre, alle ore 19, all’auditorium Santa Margherita per esplorare l’erotismo attraverso gli strumenti della filosofia.

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