Solo sette squadre su venti hanno a disposizione la rosa per intero, le altre tredici stanno facendo i salti mortali per sistemare i conti in tempo e ricevere l’autorizzazione al tesseramento dei nuovi acquisti dalla Liga, il campionato europeo che ha introdotto le misure più rigide di fair play finanziario. Le difficoltà economiche del Barcellona sono il caso più mediatico, ma non l’unico.
Lo dicono tutti, lo scrivono tutti. “Una corsa contro il tempo” è la formula che i giornali di Spagna adoperano per raccontare questa vigilia, le ultime ore che mancano all’inizio della Liga, schiacciata sotto il peso del fair play finanziario introdotto da Javier Tebas. Solo sette squadre su venti hanno a disposizione la rosa per intero, le altre tredici stanno facendo i salti mortali per sistemare i conti e ricevere l’autorizzazione al tesseramento dei nuovi acquisti. Ci sono “giocatori immersi nell'incertezza” [Daniel Cebreiro, Abc], quelli che si allenano a pieno regime senza sapere se potranno partecipare alla prima giornata o dovranno star seduti in tribuna.
L'esempio più drammatico è quello del Barcellona. I violini e gli squilli di tromba dalla Catalogna accarezzano e soffiano nomi di grandi star in arrivo, Bernardo Silva un giorno, Neymar il giorno appresso. Quando la musica finisce, gli amici se ne vanno, rimane la realtà. Domenica a Getafe, Xavi può contare su undici-giocatori-undici della prima squadra. Fino a due giorni dalla palla al centro, Joan Laporta non ha potuto registrare ancora i nuovi acquisti [Gundogan, Iñigo Martínez, Oriol Romeu] e la situazione peggiora perché non sono disponibili neppure i calciatori che hanno firmato il rinnovo del contratto, gli Araujo, i Balde o i Marcos Alonso.
Fernando Polo sul Mundo Deportivo firma un editoriale nel quale rilancia il nome di Neymar, aggiunge quello di Joao Félix, ma sottolinea che nessuno dei due entusiasma Xavi. Ha perso Dembélé e “nel suo progetto c'è un enorme buco, come nella fusoliera di una nave”. Senza Neymar e Joao, ogni gol mancato avrà un alibi. Con Neymar o Joao, “dovrà gestire una personalità non esattamente docile”. Sempre che il club abbia poi i mezzi per permetterseli. Dovrebbe prima vendere, probabilmente Ansu Fati - e la cosa lascerebbe più di un rimpianto, specialmente se finisse a una diretta concorrente [l’Atlético Madrid, per esempio]. C’è un fondo tedesco arrivato in soccorso, chissà che qualcosa non si sblocchi nelle ultime ore.
È il caso più mediatico, non è l'unico. Alavés e Betis stanno finanche peggio. Il club di Vitoria ha 14 giocatori in tutto per la prima giornata. Manuel Pellegrini a Siviglia arriva a 16 e nessuno dei sei acquisti. All'estremo opposto sta l'Atlético Madrid, che ha riempito tutte le 25 caselle disponibili, così il difensore turco Soyuncu deve aspettare una cessione, prima di poter trovare un posto in rosa. Sono con i conti in regola e con il timbro per andare avanti Athletic Bilbao, Osasuna, Rayo Vallecano, Real Madrid, Siviglia, Valencia e Villarreal. Il termine definitivo scade alle 23.59 del 1° settembre, data di chiusura del mercato.
El País in prima pagina parla di Liga austera, la più austera che si ricordi. Ramon Besa scrive: "Non c'è traccia degli anni in cui il campionato era il centro dell'universo a causa del battito di Messi-Cristiano, Guardiola-Mourinho, Barça-Madrid”. Messi ha scelto Miami dopo essere stato allontanato da un club che non aveva più i soldi per permetterselo. Il Real Madrid ha risparmiato per sistemare lo stadio, la classe media del campionato vivacchia e cerca risorse dopo la crisi Covid”.
La rivalità tra le due grandi fa sempre da locomotiva al campionato, dice Besa, il Clásico rimane un riferimento mondiale, “la domanda è se Barça e Madrid riusciranno a stare alla larga dai fondi di investimento”. Appunto. Anche alcune delle migliori menti spagnole di calcio sono altrove. Le due grandi squadre di Francia, PSG e Marsiglia, sono guidate da Luis Enrique e Marcelino. Emery è all'Aston Villa, Guardiola sempre al Manchester City.
Molti dei club in difficoltà hanno alzato la voce. Trovano che non abbia senso giocare tre turni di campionato con il mercato ancora aperto. Quelli che hanno fatto i salti mortali e sacrifici per rispettare le regole, lo esigono: altrimenti le norme che ci stanno a fare? Per troppi anni la Spagna ha tirato dritto con rose costosissime, vivendo al di sopra delle proprie possibilità. Tebas ha stretto la cintura in pandemia, la tempesta perfetta sui club abituati a scommettere il proprio futuro sugli introiti presunti, all’improvviso spezzati dal covid. Il Barcellona è stato salvato dalle famose "leve" della scorsa stagione, in questa stagione ambiva a ridurre il monte ingaggi di 180 milioni. Il Betis ha proposto ai suoi azionisti un aumento di capitale per raggiungere i 45 milioni di euro. Secondo i dati del portale ufficiale della Liga, ci sono stati una novantina di trasferimenti in tutto, compresi svincolati e prestiti. Sono stati mossi 254 milioni in tutto, ben al di sotto della Premier [1.300 milioni] e perfino dell’impoverito campionato italiano [550 milioni], la Ligue [475] e la Bundesliga [450 o 560 appena Kane firmerà per il Bayern]. I sauditi sono arrivati a 410. Comunque sia, il 90 percento degli spettatori di un anno fa ha rinnovato il suo abbonamento. La tessera più economica è offerta a 175 euro dal Granada, la più cara per entrare al Bernabéu [2.307 euro].
Prevede Ramon Besa su El País: “La sensazione è che la stagione non comincerà fino a quando non si conoscerà il destino della stella del PSG. L’enigma Mbappé si ripercuote sul torneo. Anche un club serio e organizzato come il Madrid è esposto all'incertezza del calcio, alle possibilità incontrollabili degli affari, al gioco d'azzardo come una ragione d’essere”.
Il Real Madrid
A proposito. Il campionato del Real Madrid comincia con quello che il quotidiano Abc chiama un problema maiuscolo, il crociato anteriore spezzato di Courtois. La sua fotografia col gambone ingessato sta in prima pagina su Marca e su As. Starà lontano dai campi fra i sei e i nove mesi. Servirà un anno per rivederlo ai livelli di prima. Ancelotti partirà con Lunin a San Mamés, ma è alla ricerca di un sostituto sul mercato. Courtois ha lasciato il campo in barella, “piangeva, urlava per il dolore crescente al ginocchio sinistro”. Il primo grave infortunio per “un portiere storico, dopo mille parate impossibili e un'eroica Coppa dei Campioni, imprescindibile in un ruolo così complesso come il numero 1 al Santiago Bernabéu”. Scrive Abc che “l'unica certezza è l'incertezza. Con l'Europeo della prossima estate come obiettivo a lungo termine”. Ivan Martin esprime qualche perplessità su Lunin, chiamato ad “aggrapparsi a un treno che non gli passerà mai più accanto. La sfida è enorme, anche se un ragazzo che ha avuto il coraggio di sposarsi in tuta da ginnastica non dovrebbe sentire tremare i polsi”. Girano i nomi di De Gea, Kepa Arrizabalaga, Yassine Bono [favorito secondo As], Unai Simón, David Soria, Stole Dimitrievski.
Alfredo Relaño, decano dei giornalisti sportivi spagnoli, colui che vota per il Pallone d’oro, scrive stamattina su As che nessuno di loro è come Courtois, “riflessi felini, leadership e regolarità”. Azzarda una tesi. Dice che gli infortuni gravi ai portieri non sono così frequenti, questo al belga è stato “quanto mai assurdo e inaspettato”, e dunque potrebbe essere la conseguenza del nuovo stile, la nuova maniera di interpretare il ruolo, giocando con i piedi. “Non ne sono così sicuro - ammette - ma è una teoria”. È sempre colpa della costruzione dal basso.
I giovani
Così, come spesso succede ovunque nei momenti di difficoltà economica, sarà una stagione di facce nuove, forze fresche, giovanotti e ragazzini. Tra i dinosauri resistono Modric e Kroos a Madrid, “rappresentanti di un'età dell'oro pronta per una trasfusione di sangue” [Mundo Deportivo], mentre Jordi Alba e Sergio Busquets da Barcellona, “ultimi residui di una storica rivalità”, hanno fatto le valigie per andarsene a Miami da Leo Messi. Chi governerà il prossimo decennio? - si domanda il quotidiano sportivo catalano nel suo speciale di inizio campionato. “La Liga non aveva mai scommesso prima su tanti talenti così giovani, la loro crescita in questi mesi farà la differenza”.
Prima di sapere come andrà a finire con Kylian Mbappé, il colpo rumoroso di mercato porta il nome di Jude Bellingham, 20 anni, 103 milioni di euro, arrivato al Real per affiancarsi alle perle di Vinicius Jr [23 anni] e colmare il vuoto lasciato dall’addio di Karim Benzema. Sotto i 23 ci sono Fran García, Tchouaméni, Camavinga e Rodrygo. Il Barça replica con Araujo, Koundé, Balde, Pedri e Gavi, Fati e Abde se restano, mentre annuncia grandi cose il 16enne Lamine Yamal.
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