Cara Giulia,

ho 33 anni e una vita serena. Il lavoro va bene, ho degli amici fantastici e sto per comprare casa, un passo che mi fa paura ma mi fa anche sentire un’adulta con tutte le carte in regola. È una casa piccola, un bilocale tutto per me (e il mio gatto). Non sono fidanzata da un po’ di tempo, ma la cosa non mi turba più di tanto. Ogni tanto esco con amici di amici o ragazzi conosciuti su Tinder, ma non ho nessuna voglia di impegnarmi. So che non c’è niente di male, ma intorno a me diverse amiche stanno facendo scelte diverse, si sono sposate o si sposeranno presto e pensano ai nomi dei loro futuri figli.

Ecco di figli io penso di non volerne proprio, ma quando lo dico, soprattutto ai miei famigliari, vengo guardata come se fossi una persona orribile. Ogni volta che c’è un pranzo di famiglia volano battute sul mio orologio biologico, mia nonna ripete sempre che alla mia età aveva già tre bambini alle elementari e questo atteggiamento mi fa montare un misto di fastidio e paura, perché magari hanno ragione loro e quando incontrerò la persona giusta o vorrò rimanere incinta sarà troppo tardi. Dall’altra parte vorrei solo urlare che siamo nel 2021 ed essere madre non è l’unica cosa che dà valore all’essere donna. Come glielo faccio capire?

P.

Cara P.,

siccome rovesciare il tavolo e andartene da casa di tua nonna bestemmiando non è un’opzione (per quanto capirei benissimo l’istinto) e la scienza non ha ancora trovato un modo per permetterci di inoculare determinati concetti nel cervello di chi non ci comprende attaccandogli uno spinotto dietro alla nuca come in Matrix, proverò a formulare una soluzione più socialmente accettata e tecnicamente realizzabile.

Mi chiedi come fai a farglielo capire e la mia risposta è “non farlo”. Davvero, risparmia le energie. Tu hai tutto il diritto di fare le tue scelte, ma tua nonna – che immagino sia una signora di una certa età, cresciuta con riferimenti molto diversi dai nostri – ha il diritto di non condividere la tua visione della realtà. Hai mai provato a spiegare Twitter a un anziano? La fatica è la stessa, ma mentre sui social tua nonna potrebbe non avere un’opinione particolarmente articolata, dal momento che non ne ha alcuna esperienza, sul procreare scommetto che se la sente da premio Pulitzer.

Puoi provare a condividere il tuo punto di vista con toni non belligeranti (ovviamente hai ragione tu, la maternità non è certo obbligatoria), puoi ribadire che tu e il tuo gatto siete molto felici insieme e che le tue giornate non sono meno ricche di quelle delle tue amiche sposate. Puoi far notare – serenamente, pacatamente – che certi commenti ti hanno rotto il cazzo. Ma la verità è che provare a capire gli altri talvolta è molto meno stressante che farsi capire e quindi tanto vale tenersi la bile per un giorno di pioggia.

Un’unica nota: è più facile essere comprensiva se arrivi a pranzo già ubriaca.


Cara Giulia,

ho il sospetto che mio figlio sedicenne sia gay, ma non so come parlargliene. Siamo una famiglia aperta e vorrei che capisse che né io né sua madre lo giudicheremmo mai per le sue scelte. È un ragazzo molto riservato e con noi non parla molto. È figlio unico. Non so se ha qualcuno con cui confrontarsi a scuola, passa molto tempo a casa da solo e ho paura che non abbia valvole di sfogo, amici con cui confidarsi.

Magari mi sono fatto l’idea sbagliata, ma questi silenzi in cui si chiude dicono qualcosa. Mi sembra che ci sia un disagio evidente. La distanza generazionale sicuramente mi rende un po’ impreparato davanti a certi argomenti, per questo ho deciso di scriverti. La situazione è delicata e non voglio fare passi falsi. Cosa posso fare per non sbagliare?

Un padre

Caro un padre,

non ho esperienze dirette di coming out, ma gli amici e le amiche che ci sono passati mi hanno sempre detto tutti la stessa cosa: ognuno ha i suoi tempi. Riporto quindi la loro lezione: non è lei a dovergliene parlare, il suo unico compito di genitore in questo caso è rimanere con le antenne alzate e la mente aperta ad aspettare che sia suo figlio a trovare il momento e il modo giusti.

Che poi, posso dire? Può anche darsi che lei stia fraintendendo dei comportamenti. Un ragazzo riservato magari è solo riservato e un silenzio a volte è solo un silenzio. Ha 16 anni, dopotutto. È già tanto se non fa finta di non conoscervi quando vi incrocia per strada.

Se lei sente di avere delle lacune su certi temi intanto si sforzi di colmarle. Non è difficile, di questi tempi non si parla letteralmente d’altro. Legga, si metta in ascolto, impari il lessico giusto. È una banalità gigantesca, ma per comunicare bene servono prima di tutto parole adeguate. E mi sembra di capire che sia questa la cosa che più di tutte vi manca, un terreno comune per poter semplicemente parlare. Non per forza di orientamenti sessuali. Parlare, punto. Ribadisco che è molto possibile che un maschio adolescente preferisca tagliarsi la lingua con le forbici da cucina piuttosto che confidarsi con il proprio padre, ma avere anche solo la possibilità di farlo può essere più che sufficiente. Faccia in modo che questa possibilità fra voi esista sempre, come una farmacia aperta 24 ore di cui tutti speriamo di non aver mai bisogno, ma la cui presenza ci rassicura.

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