Di questi tempi molti degli uomini – uomini ordinari – che mi capita di incontrare tramite le app di appuntamenti tentano una specie di strangolamento se le cose procedono verso la camera da letto. Sono diventata abile nel rimuovere le loro mani quando si spostano in direzione della gola. Alcuni tentano dei pizzichi un po’ dolorosi; alcuni chiedono direttamente come mi piaccia essere schiaffeggiata. La risposta è che non mi piace affatto. La scorsa settimana un giovane mi ha detto che gli sarebbe piaciuto premere la mia faccia contro una finestra durante l’atto sessuale. Gli ho chiesto se davvero pensava che una donna volesse avere il viso premuto contro il vetro durante il sesso. Ha risposto: «Molte sì». Poi, rivedendo la risposta: «Beh, molte dicono di sì».

Mi sembra di essere diventata una specie di anomalia per il fatto che trovo disgustosi questi rituali di violenza. Il dolore e l’umiliazione, un tempo cose estreme, fanno ormai parte del sesso mainstream. E non solo per uomini frastornati dal porno che incitano le donne. Le donne stesse partecipano attivamente a questa nuova cultura del sesso doloroso e violento. Alcune lo stanno addirittura plasmando.

Milioni di persone (me compresa) hanno cantato la super hit di Cardi B e Megan Thee Stallion che è uscita in agosto, WAP: «Dammi tutto quello che hai... picchiami... parcheggia quel grosso camion proprio in questo piccolo garage... non voglio sputare, voglio inghiottire, voglio strozzarmi». La maggior parte dei critici hanno elogiato WAP come un trionfo di una sessualità femminile sicura di sé. Il Los Angeles Times lo ha definito «sesso positivo». Se qualcuno ha avuto un sussulto, suggerivano i critici, sarà stato sicuramente un repubblicano.

Che le donne abbraccino il sesso violento, ispirato al porno, non è una novità, ma negli ultimi anni la cosa ha subito un’accelerazione. Ciò che sorprende è la tempistica di questa accelerazione, che ha coinciso con il movimento #MeToo. Dopo l’ottobre del 2017, quando le rivelazioni sulle aggressioni sessuali di Harvey Weinstein hanno scatenato un’ondata di rabbia repressa e accuse, le donne di tutto il mondo sono diventate molto in sintonia con le sfaccettature del potere sessuale e dei suoi abusi da parte degli uomini. Comportamenti che le donne avevano ignorato o ritenuto accettabili in precedenza, da commenti inappropriati sul posto di lavoro a uomini che ignorano chiari segnali negativi durante il sesso, sono diventati oggetto di interesse pubblico. L’impressione preponderante, che commentai all’epoca, era che gli uomini fossero fondamentalmente predatori sessuali, la cui brutalità deve essere costantemente monitorata da donne relativamente passive e vulnerabili.

“Consenso entusiasta”

Il #MeToo ha aperto una nuova era di preoccupazione su che cosa sia il consenso, rivedendo la precedente definizione di un semplice “sì” verbale o dell’incapacità di dire “no” in una richiesta di un “consenso entusiasta”. Il caso del comico Aziz Ansari, quando si è scoperto che aveva tentato giochi erotici durante il suo appuntamento nonostante lei mostrasse un evidente desiderio che lui smettesse, è diventato caso di studio di come un consenso entusiasta e ripetuto sia divenuto necessario.

Ma c’è un inghippo. Nel sesso violento e pornificato si suppone che la donna supplichi lo strangolamento, gli schiaffi e il soffocamento; la messa in scena include il consenso entusiastico come parte del gioco delle parti. (Nel privato, però, almeno con gli uomini con cui ho avuto rapporti intimi, lo spazio per un consenso entusiasta è difficilmente garantito. Bisogna porre il veto ad alta voce.

La stessa Cardi B è una fautrice del #MeToo e ha invocato il movimento perché ponga fine alle molestie sessuali. In qualche modo è successo che il femminismo #MeToo e i comandi “picchiami… voglio soffocare” hanno iniziato ad andare a braccetto.

Com’è successo? Il nuovo gusto ha origine nelle idee di liberazione sul sesso: che il piacere femminile sia importante tanto quanto quello degli uomini, forse anche di più. Eppure questo si è mescolato con una nozione più regressiva: che l’uguaglianza delle donne significhi adottare lo stesso comportamento brutale in camera da letto mostrato da alcuni uomini.

La questione di cosa sia l’“uguaglianza” nel sesso è stata a lungo oggetto di dibattito e si è intensificata nell’era della fiorente cultura del sesso occasionale e del dominio delle app. Alcune inchieste hanno suggerito che il sesso senza emozioni ha conseguenze per molte giovani donne e che le donne acconsentono ad atti che in realtà non vogliono perché si adattano a una cultura sessuale maschile.

Ma la complicità delle donne in questo nuovo sesso brutale non è solo un tentativo di mettersi al pari degli uomini. Da Cinquanta sfumature di grigio il sesso violento ha guadagnato fascino, è associato alle Audi, agli attici e a vini bianchi della Borgogna. Il video della canzone di Rihanna S&M - fruste, manette, cinghie, sculacciate - è stato impacchettato e pubblicizzato come uno stile di vita lussuoso.

Nuove norme sessuali

Schiaffi e soffocamenti hanno smesso di essere dominio del porno squallido o estremo e hanno iniziato a sembrare popolari: freddi, potenti, taglienti. Per alcuni il bondage è tutto incentrato sull’attrezzatura sexy e costosa.

Ad aprile i rivenditori online hanno registrato un aumento dell’83 per cento nelle ricerche di articoli del genere, in particolare manette e fruste, rispetto all’anno precedente. La noia e lo stress provocati dal lockdown è una delle spiegazioni, ma è anche chiaro che una nuova serie di norme sessuali ha preso piede. Le femministe hanno a lungo osservato come il mercato cannibalizzi tutto, dalla politica, alle emozioni, al sesso. Il sesso occasionale eterosessuale contemporaneo, con il suo strano mix di vigilanza politica, controllo emotivo e prosperità pornografica, è diventato una combinazione di tutte e tre le cose; e ci viene rivenduto come tale.

Il marketing della freddezza emotiva nella sessualità come femminismo non è nuovo. In The Commercialization of Intimate Life (2003), la sociologa di Berkeley Arlie Hochschild ha notato che gli esperti di relazioni negli anni Ottanta e Novanta hanno diffuso l’idea che le donne dovrebbero sviluppare “un distacco strumentale”, che consentirebbe loro di guardare agli uomini come pari non bisognosi, esperte di quella “freddezza” emotiva che è richiesta a un partner cosciente di sé, autoprotettivo ed equilibrato.

Una lettura del nuovo sesso doloroso, aggressivo e ostile è come una manifestazione ultima di quel “distacco strumentale” che ha cominciato a essere confezionato alla fine del ventesimo secolo. Magari ad alcune donne piace anche. Ma oggi tutto ciò significa che l’intimità deve lavorare duramente per rimanere sexy, ora che il sexy non è mai stato più lontano dall’intimità.

 

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