È stato adottato dai suoi coetanei, che probabilmente lo hanno votato in massa. Ma è riuscito a conquistarsi anche un pubblico più ampio, raccontando della nostalgia per un amore finito. Dimostrando – come era ovvio – che i ragazzi di oggi non sono solo trapper e violenza. Sul finale fischi per la sesta posizione di Giorgia e la settima di Achille Lauro
Forse un indizio che Olly potesse vincere il festival di Sanremo lo potevamo avere quando Simon Le Bon – frontman dei Duran Duran – lo ha voluto incontrare per fargli i complimenti. In molti altri avevano comunque scommesso su questo finale e sul trionfo di un ragazzo genovese di 23 anni, il cui nome da oggi è scritto per sempre nell’albo d’oro del festival.
La canzone, “Balorda nostalgia”, intanto sta scalando anche le classifiche degli streaming, a conferma che c’è una stretta connessione fra quello che accade all’Ariston e quello che succede fuori. Sentiremo parlare ancora a lungo di Olly, che ha il pregio di dare voce a una generazione che sta affrontando tutte le difficoltà di crescere in un periodo di crisi.
Lo fa rappresentando un’alternativa rispetto a chi canta la violenza e la ribellione. La canzone che ha vinto il festival è invece classicamente una canzone d’amore. Racconta una relazione finita e quel velo di nostalgia che comunque continua a portare con sé. «Ma come te lo devo dire / Sta vita non è vita senza te».
Il finale concitato dal festival è stato caratterizzato anche da qualche fischio dalla platea, quando sono state annunciate la settima posizione di Achille Lauro e soprattutto la sesta di Giorgia. A fronte di tanto affetto, quest’ultima si è commossa quando ha ritirato un premio minore d i uno sponsor. Sul podio sono poi arrivati due outsider: Lucio Corsi (secondo) e Brunori SAS (terzo). Quarto Fedez e quinto Simone Cristicchi.

Senza polemiche
Intanto scende la notte anche sul teatro dell’Ariston e metaforicamente su tutti i divani d’Italia che sono rimasti sintonizzati su questo spazio-tempo parallelo che è il festival della canzone. Chi lo ha seguito per intero ha del sonno da recuperare e c’è poco altro su cui continuare a discutere nei prossimi giorni, a parte la musica.
Lo sforzo titanico di questa direzione artistica è stato proprio quello di lasciare le polemiche il più lontano possibile; farle sembrare fuori contesto, non il centro intorno al quale ruotava tutto lo spettacolo. Il rischio è stato forse quello di fare un prodotto più noioso, ma è stato un rischio calcolato.
Anche la vittoria di Olly rientra dunque in questa narrazione che non ha spazi per colpi di scena, al massimo per una piccola sorpresa (c’è chi avrebbe puntato tutto sulla vittoria di Giorgia, arrivata sesta, senza fare i conti sulla forza di una comunità che sostiene Olly da mesi. E che probabilmente ha votato in massa).
La canzone
Ovviamente resta da dire che la canzone non sfigura affatto sulla vetta che ha raggiunto e soprattutto non sfigura Olly. Infatti, anche i giornalisti e i bookmaker avevano scommesso sulla sua vittoria, ancora prima che il festival iniziasse.
Olly è rimasto sempre lì: fra i possibili vincitori, senza sgomitare per screditare le alternative. La sensazione è che anche questo atteggiamento composto lo abbia premiato, contribuendo alla vittoria finale.
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