C’è un libro unico in tutta la letteratura mondiale: i Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, quello che l’autore amò di più, tra tutti i suoi; probabilmente è quello che più degli altri lo consegnerà alla sopravvivenza letteraria nel tempo futuro; di certo, fu quello meno capito.
Il mito impone un risveglio dell’immaginazione e un continuo, eterno ritorno a un’origine da cui non ci si potrà liberare.
«Che cos’è la vita eterna – dice Calipso – se non accettare l’istante che viene e l’istante che va?». Questa abolizione del tempo, o riflusso nel tempo non-tempo del mito, Pavese lo intuì e lo trasformò in parole.
Pavese ha inseguito il mito per afferrare l’immortalità

26 marzo 2021 • 20:33Aggiornato, 26 marzo 2021 • 20:33