Per gli ottant’anni di Bob Dylan crediamo a tutte le storie raccontate su di lui
FILE - Musician Bob Dylan performs with The Band at the Forum in Los Angeles on Feb. 15, 1974. Transcripts of lost 1971 Dylan interviews with the late American blues artist Tony Glover and letters the two exchanged reveal that Dylan changed his name from Robert Zimmerman because he worried about anti-Semitism, and that he wrote "Lay Lady Lay" for actress Barbra Streisand. The items are among a trove of Dylan archives being auctioned in November 2020 by Boston-based R.R. Auction. (AP Photo/Jeff Robbins, File)
17 maggio 2021 • 19:39Aggiornato, 24 maggio 2021 • 16:16
Festeggiando gli ottant’anni di Bob Dylan andrebbe tirata in ballo l’enantiosemia, quella caratteristica di una parola di avere due significati opposti, e soprattutto l’esempio più affascinante di enantiosemia: “storia”.
Direttamente dalla sua bocca e dalla bocca di gran parte della popolazione mondiale, dai primi anni Sessanta a oggi, sono uscite milioni di storie sulla vita e sull’opera di Dylan. Racconti veridici e menzogne palesi.
Per il suo ultimo compleanno ho voluto raccogliere una serie di queste storie, tutte verità rigorosamente accreditate e testimoniate ma non per questo realmente accadute. Di Dylan bisogna sapere tutto e credere a tutto.
Nato a Torino nel 1984. Ha pubblicato racconti su «Nuovi Argomenti» e «Linus». Nel 2016 ha pubblicato il suo esordio narrativo, Il grande animale (Nottetempo), con cui ha vinto il premio Volponi opera prima. Per Einaudi ha pubblicato Cosa faremo di questo amore. Terapia letteraria per cuori infranti (2018).