In una scuola di Modena è scoppiata una polemica per una foto che ritrae due ragazzi che si baciano. Da sempre l’arte lo rappresenta come un gesto politico. Capace di far iniziare, o finire, una guerra
Un bacio non è mai solo un bacio, a insegnarcelo è la letteratura, la musica, il cinema, l’arte e la vita stessa. Appoggiare le labbra su quelle di un’altra persona è l’atto più intimo e pubblico che si possa fare, il più carico di significati simbolici - amore e tradimento, pace e guerra, libertà e obbligo, rivoluzione e conservatorismo - e per questo, il più politico.
Nessun bacio è solo un bacio, lo dice anche mia nonna con quella saggezza concreta di chi non ha paura di chiamare le cose per nome. Quanti libri hanno la parola “bacio” nel titolo? Quante canzoni ne parlano? Quante foto simbolo ritraggono due persone che si baciano? Quante guerre sono iniziate o finite con un bacio?
Così capita che in una scuola superiore di Modena venga istituito un concorso fotografico sulla legalità, dove viene premiato uno scatto che ritrae due ragazzi - sì, due maschi - che si baciano, facendo esplodere una polemica tra la dirigente scolastica, che vorrebbe censurarlo, e i docenti che lo vogliono esporre in mostra (e infatti lo faranno).
Dai murales di TvBoy - il bacio tra Messi e Ronaldo, quello tra Salvini e Di Maio - passando per il bacio dei poliziotti (Kissing Copper) realizzato da Banksy a Brighton fino a quello tra Papa Benedetto XVI e l’Imam del Cairo, il bacio resta uno dei gesti umani più potenti di sempre. E per questo il più censurato.
Il bacio di Modena
Torniamo a Modena, all’istituto Fermi, dove alla fine di un percorso di sensibilizzazione contro le mafie viene indetto un concorso, “Palermo Libera Tutti”, e qui troviamo la fotografia al centro della polemica, con due giovani studenti che si baciano in una strada di Palermo (sono gay? Etero? Ha importanza?).
La giovane autrice, Chiara Vaccari, ci racconta che lo scatto nasce per caso: «Eravamo in gita e due miei amici, per scherzare, decidono di baciarsi. Io li ho fotografati. Quando è uscito il concorso ho pensato di usare la foto perché poteva essere un simbolo rispetto alle battaglie della comunità Lgbtqi+ e al significato che gli si può attribuire nella lotta alle mafie».
La studentessa ha interpretato alcune parole del giornalista e scrittore Roberto Saviano, scrivendole in bella calligrafia sotto lo scatto, per precisarne il senso: «Scegliere la vita, la sessualità libera da vincoli, proclamare la normalità di un corpo non assoggettato dalla morsa della convenzione è un atto antimafia. Anzi, è l’atto antimafia più forte che possa esistere».
La giuria le assegna il premio nella categoria “Libertà”, per poi paradossalmente rischiare di doverla censurare. Quanta libertà si può esercitare senza disturbare? C’è una misura? Era scritta nel bando del concorso? La dirigente scolastica, Stefania Giovannetti, vede l’immagine e ne chiede la rimozione, facendo insorgere docenti, studenti, associazioni e politica.
Dopo un lungo silenzio si giustifica: «Il mio unico intento era verificare che ci fosse la tutela del diritto alla riservatezza dei soggetti interessati». Era l’unica foto di baci in concorso? «Nella categoria Libertà ne ricordo almeno altre due, però con un ragazzo e una ragazza. Su quelle non mi sembra ci siano state discussioni», spiega Chiara.
La foto è ora ospitata nella Biblioteca “Luis Sepùlveda” di Castelnuovo Rangone mentre il caso è finito sulla scrivania del ministro per l’Istruzione e il merito, Giuseppe Valditara. Vent’anni dopo il bacio in mondovisione tra Madonna e Britney Spears agli Mtv Music Awards (quanti anni avrà avuto la dirigente della scuola nel 2003? L’avrà visto?) che inaugurava, più o meno consapevolmente, una stagione di baci non etero in diverse serie tv: da Jennifer Aniston con Winona Ryder in Friends a Willow e Tara in Buffy l’ammazzavampiri e i milioni arrivati su ogni media dopo di loro (da Sex Education a Prisma, passando per Chiamami col mio nome di Luca Guadagnino, arrivando fino ai cartoni animati per i più piccoli, come Il principe dei draghi), ci ritroviamo a scontrarci con l’idea, anacronistica, che il bacio tra persone dello stesso genere sia qualcosa da percepire come non conforme, sbagliato, non gradito.
Dipingilo sui muri
Il simbolismo del bacio è presente da sempre nell’arte visiva, che lo ha interpretato riflettendo, quando non anticipando, le istanze della contemporaneità. Tra i baci recenti più famosi troviamo quello tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, dipinto da Tvboy in una strada di Barcellona alla vigilia del Clàsico del 2017: Messi in punta di piedi che bacia con passione Ronaldo, statuario come sempre, in un’opera dal titolo L’amore è cieco che è finita come cover di France Football, scatenando i commenti di lettori e tifosi e svelando - come se ce ne fosse stato bisogno - quanto sia omofobo l’ambiente del calcio.
Lo street artist però non si risente e due anni dopo, nel marzo 2019, sui muri di Roma dipinge un bacio tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Amor populi, che è anche la profezia sull’accordo di governo che arriverà da lì a poco. Il murales viene cancellato in fretta ma non abbastanza perché il web non lo renda iconico (effetto collaterale della censura: far sì che se ne parli tantissimo).
Che sia politica o sport, scegliere di raffigurare due persone dello stesso genere che si scambiano un bacio è anche un modo per tenere acceso il dibattito sulle discriminazioni verso la comunità Lgbtqi+, come nel caso dell’opera Kissing Coppers (Il bacio dei poliziotti) realizzata da Banksy a Brighton nel 2004, un’azione di arte pubblica che vuole fare riflettere sul come alcuni ambienti, come quello delle forze dell’ordine (ma anche nel calcio, vedi Tvboy), siano ancora poco tolleranti, e quindi accoglienti, rispetto alla comunità queer. Quanti baci gay si dovranno dare, raccontare, dipingere o fotografare prima che vengano considerati alla stregua di quelli etero?
Non baciamoci
Tutte le persone che passano da Berlino fanno un giro a vederlo: il murales del bacio tra Leonid Breznev ed Erich Honecker, riproduzione di quello che si scambiarono nel 1979 quando erano presidenti dell’Unione sovietica e della Germania est, diventato simbolo della Guerra fredda. L’opera è stata realizzata nel 1990, dopo la caduta del muro, dall’artista russo Dmitri Vrubel che l’ha intitolata Dio mio, aiutami a sopravvivere a questo bacio della morte.
Un’opera d’arte così iconica da continuare a ispirare generazioni di artiste e artisti, come dimostra la campagna “UnHate” realizzata da Benetton nel 2011, che reinterpreta quel bacio famoso utilizzando le immagini dei leader internazionali, con l’obiettivo dichiarato di combattere l’odio in ogni sua forma.
Una mattina fredda del novembre di dodici anni fa, sul ponte di Sant’Angelo a Roma viene srotolato uno striscione con il fotomontaggio di un bacio tra Papa Benedetto XVI e l’imam del Cairo Mohamed Ahmed al Tayeb, scatenando l’ira del Vaticano – che immaginiamo abbia avuto un brutto risveglio, aprendo le finestre e ritrovandosi la fotografia gigante in mezzo alle statue di santi e angeli, rimasti invece impassibili nelle loro vesti di pietra – e costringendo i promotori a togliere lo scatto della campagna (sparisce anche quella di Silvio Berlusconi e Angela Merkel, perché il primo nel frattempo si era dimesso da presidente del Consiglio). Restano i baci (sempre finti) tra Merkel e Sarkozy e Obama e Hu Jintao. Pare che nessuno di loro abbia sollevato obiezioni.
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