Cara Giulia,
sono in una situazione che mi dà molto da pensare. Ho superato i trent’anni e, anche se non posso lamentarmi di come mi vanno le cose, la mia posizione lavorativa è precaria e non guadagno molti soldi, soprattutto per gli standard della città in cui vivo. Questa cosa non mi preoccupa troppo in assoluto, nel senso che sapevo quando ho scelto che strada seguire che non sarei mai diventato ricco. L’ho accettato. Però comincia a pesarmi il confronto con i miei amici.

Da qualche tempo nel nostro gruppo sono decollate diverse carriere e anche se ci vogliamo sempre bene, vedere che loro comprano casa mentre io metto da parte i soldi per le bollette non mi fa sentire molto a mio agio. Non sono invidioso, sono felice dei loro successi, ma mi viene spontaneo mettere in discussione le mie scelte.

C’è poi un altro problema concreto, ovvero che molte delle cose che loro hanno iniziato a fare, come cene al ristorante o weekend in montagna, sono eccessive per le mie tasche, ma loro continuano a includermi. Credo che abbiano il diritto di fare quello che vogliono, ma vorrei che capissero che io non ho le stesse possibilità economiche e che mi ferisce non poter fare certe cose con loro per questo motivo. Posso affrontare l’argomento o è meglio di no?
A.


Caro A.,
la prendo larga: sono cresciuta in una città ricca, ho frequentato le scuole con i figli dei ricchi, i cognomi di alcune delle mie migliori amiche campeggiano sugli edifici delle zone industriali di Parma. Io non è che sia proprio Oliver Twist, però la disparità negli anni ogni tanto ha attraversato i miei pensieri: perché io no?

Diciamo che i soldi in casa mia sono sempre stati un tema (e non perché ce ne fossero troppi). Per questo quando a 11 anni partecipai alle olimpiadi della matematica, qualificandomi per le finali alla Bocconi, ai miei genitori – che per l’occasione salirono addirittura sulla stessa macchina – brillavano gli occhi. Già mi vedevano lanciata in una carriera nell’alta finanza, piccola anomalia nella lunga linea di discendenza di una famiglia denaro-repellente. E invece eccomi qui, quasi vent’anni dopo, incapace di fare una divisione a due cifre, con velleità da gran signora e le solite pezze al culo.

Un po’ ti capisco. La nostra è un’età in cui si comincia a vedere chi ha ingranato e chi no (o chi ha i genitori milionari e chi invece deve arrabattarsi con le proprie forze). La questione degli immobili in particolare, soprattutto a Milano (che intuisco essere la città in cui vivi anche tu), è estenuante per chi fa fatica a mettere insieme gli spicci.

I miei amici ricchi comprano case come io compro prodotti di bellezza da 30 euro, e intanto – con la faccia unta di creme – scrollo annunci di case da milioni di euro, perché se guardo quelli che verosimilmente un giorno, forse, potrei permettermi, mi disintegro per autocombustione.

Lo so che trattare certi argomenti con gli amici può sembrare difficile, ma se sono amici veri non dovresti farti problemi. Si possono fare le vacanze senza spendere tanto e mangiare bene senza accendere mutui, e sono sicura che se avete un passato comune e un rapporto sincero non faranno fatica a capire le tue difficoltà.

Devi considerare che, a meno che uno di loro non faccia la tua dichiarazione dei redditi, probabilmente non si rendono conto che quello che per loro è una serata normale per te implica dei sacrifici. Non è necessario metterti nei panni della piccola fiammiferaia: fai una battuta sul tuo conto in banca e trova una buona pizzeria dove dirottarli.
Giulia


Cara Giulia,
credo che il marito di una mia cara amica la stia tradendo. Non ho le prove, ma un paio di settimane fa l’ho visto per strada con una donna che chiaramente non era sua moglie, erano in atteggiamenti intimi. Non si stavano baciando, ma ci ho visto un’intesa sessuale nei loro sguardi ed eccessiva confidenza.

Lui quel giorno non mi ha visto e io alla mia amica non l’ho detto, però io al suo posto vorrei saperlo. Sono sposati da quasi vent’anni, hanno un figlio grande, e mi sono sempre sembrati una bellissima coppia, ma ho paura che la mia amica rimanga ferita e sola.

Credo che mi dirai di farmi i fatti miei, ma provo lo stesso a chiederti un parere.

Grazie,
G.


Cara G.,

quindi cosa ha visto esattamente? Stiamo parlando solo di sguardi sconvenienti o di una mano sulle chiappe? Mi sembra che il margine di fraintendimento sia molto ampio in questo caso e, se vuole sapere la mia, eviterei di sollevare la questione, rovinando la giornata alla sua amica per quello che potrebbe rivelarsi nient’altro che un falso allarme.

Ma io sono un po’ omertosa su certe cose e su questo devo dire che la penso diversamente da lei: anche avessi un palco di corna che mi impediscono di passare dalla porta di casa probabilmente preferirei non saperlo, almeno finché la mia relazione funziona. Se i suoi amici sono una bellissima coppia come lei dice, qualcosa di giusto lo staranno facendo, no?

Ad ogni modo valuti lei la gravità del suo avvistamento, ma si ricordi che camminare con una donna non è un reato, come non lo è ridere insieme a lei o persino guardarla con desiderio. Altrimenti ogni volta che a me arriva una frittatina di pasta in pizzeria qualcuno dovrebbe chiamare la buoncostume.

Giulia

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