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Lo smarrimento secondo Milan Kundera

Siamo un occidente prigioniero dell’ego che pensa e dubita

(CTK via AP Images)
(CTK via AP Images)
(CTK via AP Images)
elio cappuccio
27 luglio 2022 • 20:07Aggiornato, 27 luglio 2022 • 20:07
  • Nel 1967, nel clima in cui maturò la drammatica rivolta cecoslovacca, fu convocato a Praga il Congresso degli scrittori. In quell’occasione Milan Kundera intervenne con una relazione che aveva per titolo La letteratura e le piccole nazioni.
  • Nel corso del Novecento i processi di integrazione si sono intensificati e diviene problematico dare giustificazione della propria specificità in un mondo che tende all’omologazione. Riflettendo sul fatto che l’eredità della cultura classica e della tradizione cristiana appariva affievolita, anche in molti intellettuali, Kundera osservava una diffusa crisi di consapevolezza storica.
  • Se l’occidente si fonda sull’ego che pensa e dubita, la civiltà del totalitarismo russo, scrive Kundera, ne era la «radicale negazione». L’Europa centrale, concludeva Kundera, si collocava a est riguardo al suo sistema politico, ma incarnava l’occidente sul piano della cultura.

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elio cappuccio
elio cappuccio

Elio Cappuccio (Siracusa 1954) è presidente del collegio di Filosofia siciliano. Insegna Filosofia moderna e contemporanea all’Istituto superiore di scienze religiose San Metodio. Già vicedirettore della rivista d’arte contemporanea Tema Celeste, è autore di articoli e saggi critici in volumi monografici pubblicati da Skira e da Rizzoli NY. Collabora con il quotidiano Domani e con il blog della Fondazione Luigi Einaudi.

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