«Mike Bongiorno non è particolarmente bello, atletico, coraggioso, intelligente. Rappresenta, biologicamente parlando, un grado modesto di adattamento all’ambiente» scrive Umberto Eco nel suo famoso saggio Fenomenologia di Mike Bongiorno. Mike Bongiorno, spiega il semiologo, è l’every-man, l’opposto del super-man. Sono passati sessantatre anni da quando il saggio venne pubblicato per la prima volta e nel frattempo, di presentatori televisivi che entrano nelle case degli italiani, tra quiz, Sanremo e Domenica In, ce ne sono stati molti altri.

Volendo fare il gioco della fenomenologia, potremmo dire che se Bongiorno era l’every-man, Pippo Baudo è l’istitutional-man: democristianamente equilibrato, nazionalpoplarmente amato. Fabrizio Frizzi era il lovable-man, pacato, gentile, adorabile, mentre Paolo Bonolis è il funny-man, cinico, pungente, ironico. Fabio Fazio, che ha reinterpretato la temperanza baudiana in chiave democratica, è un moderate-man, mentre Gerry Scotti è un reassuring-man, non ti rimprovera se sbagli, non ti prende in giro se fai una gaffe – al contrario di Flavio Insinna, spurring-man. Carlo Conti è un clock-man, puntuale e preciso, non sbaglia un colpo. Amadeus, inutile specificarlo, è un fatherly-man. Ed è così che ci ha fatti sentire quando ha detto che avrebbe abbandonato la Rai: orfani.

Per quanto variegato sia lo spettro delle sfumature caratteriali di ogni presentatore che ha tenuto il timone della nave nelle acque tempestose dell’access prime time, è facile notare che tutti mancano di un elemento. O meglio, nessuno di loro ne è dotato in modo predominante, anche se posso assicurare di aver conosciuto diverse persone con una cotta per Gerry Scotti.

Il conduttore del quotidiano, quello che ti entra in casa all’ora di cena e che ti intrattiene come uno zio esuberante durante la tombolata di Santo Stefano, non è sexy, nell’accezione più etimologica che si può dare a questo prestito dall’inglese. Nessuno di loro vanta una reputazione da latin lover, né un curriculum da Dongiovanni, per quanto allegra possa essere stata la loro vita sentimentale e numerose le scappatelle a loro attribuite.

È questa la vera novità che porta Stefano De Martino: per la prima volta, a presentare Affari Tuoi, c’è un sex symbol.

Un’eccezione

Partiamo da un presupposto. Che la televisione italiana viva un momento di stallo, dovuto alla rivoluzione digitale, al cambio di interesse del pubblico, agli ascolti che vengono erosi lentamente ma in modo costante dalla moltitudine dell’offerta, è noto. Che la crisi, insieme alla riproposizione incontestabile di format vecchi e sicuri di decenni, abbia portato anche a una mancanza di ricambio in fatto di volti e personalità lo è altrettanto. Stefano De Martino, in questo quadro tra il desolante e il disperato, è senza dubbio tra le eccezioni più valide che la televisione pubblica può vantare in termini di ricambio generazionale.

Giovane, se in anni televisivi i trentacinque sono ancora un’età da poppante, digitalmente alfabetizzato, il suo profilo Instagram vanta un feed di tutto rispetto, simpatico, ha fatto la gavetta nella comicità rassicurante di Rai 2, preparato, va in onda da quando aveva vent’anni e non ha più smesso da allora. Perché allora il suo arrivo ad Affari Tuoi, programma cardine del palinsesto, la famosa «Ferrari» lasciata in eredità da Amadeus, è così dibattuto?

Il gossip

Prima di tutto, perché ad accompagnare il suo ingresso nella fascia più delicata del serale, peraltro in competizione con Amadeus che nel frattempo si dà alla pazza gioia sul NOVE, c’è stato uno scandalo, smentito, ma comunque lanciato. Se «una notizia smentita è una notizia data due volte», aforisma che Google attribuisce ad Andreotti ma di cui non mi prendo la responsabilità, anche negare il presunto legame di De Martino con Arianna Meloni, sorella della più famosa Giorgia, nonché nostra presidente del Consiglio, significa comunque parlarne, alimentando la fiamma del gossip. E di gossip, De Martino se ne intende; anzi potremmo dire che è proprio un campione.

Sin da quando è entrato nella scuola di Amici di Maria De Filippi, diventando presto il ballerino fidanzato della vincitrice, Emma Marrone, prima tradita con un’altra ballerina e poi nientemeno che con Belen Rodriguez, ha dato spettacolo della sua passionalità. Con Belen, oltre a un figlio e a un matrimonio, la vena del pettegolezzo non si è mai ostruita, tra infiniti tira e molla, presunti tradimenti – anche questi smentiti – con la collega Alessia Marcuzzi, e quei dodici nomi della rubrica che la presentatrice argentina ha chiamato di suo pugno, interrogando ciascuna delle ragazze coinvolte in una ricostruzione del puzzle dell’infedeltà.

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Un angelo caduto dal cielo

De Martino porta dunque con sé la croce e la delizia dell’essere un tombeur de femmes di altissimo livello, ma non di quelli turpi, viscidi, come la tradizione del potere e dello spettacolo impone. De Martino è bello, molto più bello di qualsiasi suo predecessore e probabilmente anche successore. Lo chiamano il beauty privilege, quello di chi nasce con la fortuna di sembrare un angelo caduto dal cielo e a cui si perdona tutto. La sua bellezza, nonché la tensione sessuale che emana con qualsiasi essere femminile lo circondi, fanno di lui un conduttore di Affari Tuoi del tutto insolito.

Per quanto, all’indomani del suo esordio, c’è chi lamenta piattezza, mancanza di verve, e soprattutto il fatto di aver scelto di tornare alle origini del programma con il vecchio telefono rosso e i pacchi con lo spago, in un passo che, più che di rottura col passato recente, sembra voler trasmettere nostalgia per quello che fu, tecnica che di questi tempi sembra sempre un po’ sospetta.

Ma c’è anche chi, al contrario, ne esalta la freschezza, la professionalità e l’umiltà, anche nella citazione ad Amadeus che con il suo «soldi sicuri» torna a riecheggiare in forma di ricordo tra le pareti dello studio. Camicia aderente, niente giacca, maniche arrotolate, tatuaggi che si intravedono dal polsino e una postura dritta e simmetrica che solo anni di danza possono conferire a un corpo umano, De Martino è, a colpo d’occhio, un insieme di elementi estetici che, se non nel contenuto, sicuramente nella forma risultano inediti per quel palco.

Il suo tono di voce basso, che ad alcuni sarà sembrato poco arzillo, dà persino un tocco di ASMR al confronto con i pacchisti e con l’italianità in pillole che questo tipo di format vuole regalare al pubblico di Rai 1. Resta solo da capire se il suddetto pubblico, affezionato al programma e allo spazio che ricopre, sarà ben lieto di accogliere questo nuovo modello di presentatore da compagnia, il sexy-man.

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