- Chiara Braga è stata nominata responsabile alla Transizione ecologica nella nuova segreteria di Enrico Letta: «Il Pd è stato determinante, nel governo Conte prima e ora nel governo Draghi, per definire quel risultato e in questa fase per dispiegarne appieno gli effetti positivi».
- Tra i punti che perseguirà, la creazione di una «filiera italiana dell’idrogeno, accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili, produzione di biometano da impiegare soprattutto nel trasporto pubblico, interventi di forestazione urbana e azioni di contrasto all’inquinamento atmosferico».
- «Al centro di questa rivoluzione verde deve trovare spazio un rinnovato patto sociale per l’agricoltura, uno dei settori produttivi con il maggior impatto sull’ambiente».
Nel momento più difficile della sua storia l’Europa ha risposto in modo non scontato con coraggio e visione, mettendo in discussione dogmi e rigidità del passato. Grazie all’approvazione del Next Generation Eu i paesi europei si sono dotati di uno strumento decisivo per rispondere alla grave e inedita crisi provocata dalla pandemia. Un’iniziativa che segna un mutamento di prospettiva e un cambio di passo invocato da anni e ottenuto grazie al contributo decisivo dell’Italia.
Il Partito democratico è stato determinante, nel governo Conte prima e ora nel governo Draghi, per definire quel risultato e, in questa fase, per dispiegarne appieno gli effetti positivi. Con lungimiranza l’Unione europea ha destinato le ingenti risorse del Next Generation Eu agli obiettivi della coesione e della transizione digitale e ambientale, con l’intento di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050 e rispettare così gli Accordi di Parigi. Nella stessa direzione saranno finalizzati larga parte del bilancio comunitario 2021-2027 e gli obiettivi del Green Deal europeo. Si tratta di una sfida enorme che richiede di mobilitare le migliori energie istituzionali, politiche, sociali, culturali, tecnologiche, l’apporto di risorse private a fianco di quelle pubbliche, il coinvolgimento delle realtà economiche e produttive e soprattutto la partecipazione dei cittadini.
Idrogeno e biometano
L’Italia, in Europa e nel mondo, può inequivocabilmente dare un contributo importante alla sfida della ricostruzione post Covid-19 grazie alle molte eccellenze “sostenibili” di cui dispone. Penso alle tante opportunità legate all’ambiente e alla transizione ecologica, al primato italiano sul riciclo dei rifiuti e alla riconversione in chiave green di interi settori produttivi, anche di quelli tradizionali, per rendere più competitiva la nostra manifattura e produrre nuove occasioni di lavoro di qualità.
Molto però resta ancora da fare. Occorre sviluppare una filiera italiana dell’idrogeno, accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili, superando i blocchi di questi ultimi anni e prevedendo processi autorizzativi più rapidi e certi, anche per il revamping degli impianti esistenti. Sull’economia circolare è quanto mai necessario investire risorse nel potenziamento della raccolta differenziata, in particolare della frazione organica, nell’ammodernamento e realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati finalizzati soprattutto al recupero di materia e alla produzione di biometano da impiegare soprattutto nel trasporto pubblico. Politiche di investimento che devono servire a colmare il divario ancora esistente tra aree del paese, in particolare tra Nord e Sud, accompagnando i livelli di governo territoriali nella realizzazione degli investimenti in tempi certi e costruendo il consenso tra i cittadini. Azioni in materia di risorse idriche, così come la cura del territorio, politiche efficaci di contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico, tutela della biodiversità e valorizzazione delle aree protette.
Abbiamo visto, nella pandemia ancora in corso, quanto le città svolgano un ruolo cruciale nel promuovere le dinamiche di innovazione, offrendo le più ampie opportunità per le imprese e le persone. Le città oggi rappresentano il contesto più sfidante per qualità della vita, sostenibilità ambientale, salute e inclusione sociale. E, conseguentemente, le città sono ambiti privilegiati di investimento per le politiche green, dal trasporto alle misure di adattamento ai cambiamenti climatici e di riduzione delle emissioni.
Per questo sono necessarie politiche di rigenerazione urbana integrata, che uniscano la dimensione della riqualificazione fisica degli spazi a quella di lotta al degrado sociale ed economico, interventi di forestazione urbana e azioni di contrasto all’inquinamento atmosferico. Al centro di questa rivoluzione verde deve trovare spazio un rinnovato patto sociale per l’agricoltura, uno dei settori produttivi con il maggior impatto sull’ambiente. La riconversione agro-ecologica può contribuire in maniera decisiva a mitigare i cambiamenti climatici, e contenere la riduzione di biodiversità e realizzare obiettivi di economia circolare.
Assunzioni
Molti di questi obiettivi sono parte del Pnrr che il governo si appresta a presentare alla Commissione europea: risorse ma anche riforme, a partire da quella essenziale della pubblica amministrazione che deve servire a mettere a disposizione nuove professionalità e competenze per accompagnare lo sviluppo di progetti e investimenti innovativi e sostenibili, con l’assunzione di donne e giovani in tutti i livelli della pubblica amministrazione. Abbiamo intelligenze, tecnologie e un enorme potenziale umano che sono una straordinaria possibilità per non sprecare questa crisi. Farlo è un dovere per il futuro nostro e per chi verrà dopo di noi.
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