Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro–tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza di primo grado che ha assolto l’ex Presidente del Consiglio Giulio Andreotti. La sentenza di secondo grado, confermata in Cassazione, ha accertato invece che – fino alla primavera del 1980 – Andreotti aveva avuto rapporti con i boss Cosa Nostra


Ulteriori interventi di rilevante importanza, compiuti dall’on. Lima a vantaggio dell’associazione mafiosa attraverso il controllo, la spartizione e la gestione degli appalti pubblici banditi dalla Provincia di Palermo (il cui Presidente era, in quel periodo, Girolamo Di Benedetto, appartenente alla corrente andreottiana), sono stati menzionati dal collaboratore di giustizia Angelo Siino, il quale ha evidenziato che l’on. Lima fu il suo referente per questa attività illecita, da lui svolta tra il 1986 ed il 1991.

Dalla sua deposizione si desume che in questo periodo il Siino arrivò a movimentare tangenti per 30 miliardi di lire, le quali vennero ripartite tra il gruppo andreottiano, l’organizzazione mafiosa e la Commissione Provinciale di Controllo.

In particolare, il Siino all’udienza del 18 dicembre 1997 ha dichiarato quanto segue:

Pm: (...) Per la sua esperienza vissuta, per la sua conoscenza diretta, Lima era coinvolto nel settore delle tangenti per il mondo degli appalti? Lei ha dato soldi a Lima? Ha ricevuto soldi da Lima?

Siino A.: Sì.

Pm: Ha fatto da tramite?

Siino A.: Sì, certamente. Praticamente era il mio riferimento di elezione per la questione degli appalti, dal 1986 al 1991. E' stato il personaggio a cui io mi sono rivolto sia in ... in positivo abbiamo fatto diverse operazioni, diverse cose. Veramente quelle che se le faceva ero io, però col suo benestare e informandolo minutamente.

Pm: Mi può quantificare il volume di soldi che, grazie a questo riferimento di Lima, lei ha movimentato?

Siino A.: Ho movimentato in generale?

Pm: In generale.

Siino A.: In generale mafia-appalti, 30 miliardi.

Pm: Di tangenti o di lavori 30 miliardi?

Siino A.: No, no, 30 miliardi di tangenti, che di lavori!

Presidente: Cioè dall'86 al 1991?

Siino A.: Sì. Solo SALAMONE mi dava 200 milioni al mese.

Pm: Senta, e questi 30 miliardi di tangenti, li prendeva tutti Lima, oppure c'era una ripartizione?

Siino A.: No, no, erano ripartiti. Praticamente Lima a un certo punto si trovò in condizione di nascondere parte di queste cose, perchè naturalmente c'erano i mafiosi che facevano la parte del leone. Praticamente alle volte noi eravamo diventati ...

Pm: La percentuale ci dica, la percentuale.

Siino A.: La percentuale era così divisa: 2% la mafia, 2% al gruppo andreottiano, lo 0,50% era per la commissione provinciale di controllo. (...) Stiamo parlando del solo accordo provincia. Perchè poi ce ne erano altri.

Pm: Ho capito. Quello gestito direttamente da Lima?

Presidente: Pubblico Ministero, 2% rispetto a cosa?

Siino A.: All'importo dei lavori.

Pm: Quindi, lei ha detto che stiamo parlando del settore provincia, perchè il settore provincia era quello gestitoda Lima personalmente?

Siino A.: Sì, la provincia è mia, e se la gestiva lui. Cioè praticamente dice:-"Questa qua non me la deve toccare nessuno".

(...)

Siino A.: (...) Io ero un avvicinato prima. Poi nel 1987 ho avuto modo di mettere a punto un congegno che determinò l'accordo mafia-appalti con ... tra l'Onorevole Lima e la mafia.

Avv. Coppi: Prendo atto di questa sua precisazione che, se quindi ho ben capito, sta a significare questo, che dal 1987 in poi lei ha prestato in favore della mafia questa sua attività nel campo degli appalti.

Siino A.: Sì.

Avv. Coppi: Prima però lei già in qualche modo era inserito, sia pure, d'ora in poi quando dico inserito lo intendo secondo la sua precisazione, quindi non iniziato formalmente ma ...

Siino A.: Avvicinato.

Avv. Coppi: Certo, non inserito formalmente ma comunque vicino a "Cosa Nostra", quindi lei già prima dell'87 comunque aveva questi contatti e questi rapporti con "Cosa Nostra"?

Siino A.: Sì.

Avv. Coppi: Però lei si occupava di appalti anche prima del 1987.

Siino A.: Sì.

Avv. Coppi: Allora mi spiega perchè solo a partire dal 1987 la mafia si accorge di lei, di questa sua competenza nel campo degli appalti, e decide di servirsi di lei nel campo degli appalti solo a partire da questa data?

Siino A.: Professore Coppi, non è che la mafia si accorge della mia competenza proprio nell'87. E' stato un caso, erano venuti a mancare quelli che erano i cardini su cui si basava la gestione dell'appalto mafioso che non era un fatto solo mio; c'era stato l'arresto di VITO CIANCIMINO, proprio quando io ho avuto il primo contatto per questo affare con l'Onorevole Lima, e lui mi disse che non c'era nessuno dei palermitani in grado di potere gestire adeguatamente il settore degli appalti, riferendosi che invece ad Agrigento c'erano dei personaggi che già gestivano degli appalti.

Avv. Coppi: Sì, le devo fare però due domande. Innanzitutto lei ricorda però che l'arresto di CIANCIMINO, se ricordo bene, se non cado in errore, è del 1984? Non nel 1987. Quindi son passati ...

Siino A.: Ma c'è stata una vacatio evidentemente, Professore, perchè in quel momento c'era un modo di gestire degli appalti che era stato demandato verso altre città della Sicilia e verso altri personaggi. C'era stato l'eclissarsi della stella CIANCIMINO e c'erano stati nuovi astri che stavano per nascere che già gestivano gli appalti.

(...)

Avv. Coppi: (...) Fino al 1987, la data in cui inizia questa sua collaborazione con "Cosa Nostra", sul fronte degli appalti, lei ...

Siino A.: Mi scusi Professore, vorrei fare una piccola precisazione. Non è 1987, è 1986-1987.

Nella medesima udienza il collaborante ha specificato: “l'accordo Provincia era l'accordo che avevo io per gestire gli appalti della provincia, dell'ente provincia di Palermo”. Il Siino ha altresì evidenziato che l’imprenditore Cataldo Farinella, il quale aveva instaurato “legami mafiosi e politici” per esercitare la propria attività, si attivò, nelle elezioni europee del 1989, in favore dell’on. Lima, con il quale aveva “un buonissimo rapporto”; al riguardo, il collaborante ha precisato: “fu infatti il Lima che mi segnalò in via primaria l'aggiudicazione della San Mauro Gangi per Cataldo Farinella” (riferendosi all’appalto per la realizzazione della strada tra San Mauro Castelverde e Gangi, bandito dalla Provincia di Palermo).

Nella successiva udienza del 19 dicembre 1997 il Siino ha aggiunto di avere ottenuto, in occasione delle elezioni politiche del 1987 (quando diversi esponenti di "Cosa Nostra" diedero indicazione di votare per candidati del P.S.I.), una deroga in favore di Girolamo Di Benedetto (già Presidente della Provincia di Palermo); sul punto, il collaborante ha esplicitato: “per quella particolare situazione inerente un collegio senatoriale di Palermo io avrei fatto votare per Di Benedetto. Perché l'ho chiesto? Mettendo subito un cambio, attenzione quello è stato Presidente della Provincia e ci è prezioso. Di Benedetto non sapeva esattamente come era organizzata la situazione Provincia, però era al corrente di determinate situazioni”. Il Siino ha, inoltre, compiuto le seguenti precisazioni:

Pm: Ora intanto Di Benedetto era un andreottiano?

(...)

Siino A.: Sì sì, era un andreottiano, era un andreottiano...

Pm: Vuole esplicitare un attimo meglio cosa significa che era prezioso?

Siino A.: Prezioso nel senso che presiedendo la Provincia poteva... debbo dire che nell'accordo Provincia, accordo mafia-Provincia, che riguardava l'Ente Provincia, il Di Benedetto sapeva qualcosa, però non sapeva effettivamente come era strutturato. Per esempio, non sapeva che dietro di me c'era la mafia e per molto tempo non sapeva che dietro di me c'era anche l'Onorevole Lima. Una volta l'Onorevole Lima, su istanza del Di Benedetto, fece un appuntamento con me e poi mi disse di non andarci, infatti io piantai il Di Benedetto e non ci sono andato. Poi dietro le reiterate insistenze del Di Benedetto, il Lima (...) organizzò un altro finto appuntamento con me, dove addirittura il Di Benedetto mi si presentò.

Presidente: La domanda era perché era prezioso?

Siino A.: Era prezioso perché era Presidente della Provincia e per questo poteva determinare delle situazioni di ordine amministrativo, che potevano essere preziose per l'accordo mafia e appalti.

Pm: Ecco, ma poteva determinare su quale input? Cioè suo, di Siino, di Lima, di chi? Cioè... Poteva determinare che significa, autonomamente?

Siino A.: Io a BRUSCA ho detto che era autonomamente, cioè era un fatto...

Pm: No, non quello che ha detto a BRUSCA.

Siino A.: Che interessava a me.

Pm: Il fatto oggettivo. Lei dice "poteva determinare", poteva determinare perché e su input di chi?

Siino A.: Mio.

Pm: Soltanto suo?

Siino A.: Sì, perché praticamente il Di Benedetto, pure avendo chiesto se io ero una persona affidabile, non sapeva esattamente come l'accordo era strutturato, andò a chiedere "ma è venuto questo Siino...

Pm: Andò a chiedere a chi?

Siino A.: A Lima.

Pm: A Lima?

Siino A.: E' persona affidabile? Sì sì. Cioè praticamente era un discorso dove tutti sapevamo e facevamo finta di non sapere niente.

Pm: Mi scusi un attimo. Perché Di Benedetto chiese a Lima se lei era affidabile?

Siino A.: Perché il Lima mi aveva mandato dal Di Benedetto e mi aveva detto di discutere su fatti di appalti.

Pm: E perché Lima l'aveva mandato da Di Benedetto?

Siino A.: Perché non si voleva scoprire con Di Benedetto, perché mi disse letteralmente "io mi fido, ma non tanto, perché questo signore qualche giorno se ne va con Orlando", letterale.

Pm: Ho capito. Quindi ricapitolando, Lima le dice "vai da Di Benedetto per problemi di appalti", però vuole restare dietro le quinte.

Siino A.: Certo.

Pm: Di Benedetto, quando lei va da lui, chiede a Lima se lei è una persona affidabile...

Siino A.: Sì.

Pm: E Lima gli risponde affermativamente.

Siino A.: Sì.

Pm: E' giusto?

Siino A.: No, guardi, quello che rispondeva Lima era letterale, quello che sto per dire "mah, mi pare, sì, m'hannu dittu ca è un picciottu bonu, si ci può aviri a chi fari". Ma non è che anche in altre occasioni, anche per altri personaggi a lui vicini, lui esprimesse il suo... più di tanto la sua cosa, questo era il suo modo per... diceva e non diceva, parlava e non parlava, cioè era un modo di esprimere (...) se mi permette di dire mafiosesco.

Pm: Ho capito. La domanda che io le vorrei fare è questa: per quale motivo Di Benedetto, che era Presidente della Provincia e, quindi, era titolare di una carica pubblica, si rivolgeva a Lima, che invece era un parlamentare europeo e, quindi, non aveva nessun rapporto con la Provincia di Palermo?

Siino A.: Era il suo capo corrente e parlamentare di riferimento. (...) Era il suo capo corrente. La Provincia era un Ente che era stato assegnato agli andreottiani, mentre il Comune era stato assegnato a Orlando, ai mattarelliani allora, perché allora Orlando faceva riferimento a Mattarella.

L’attività svolta dal Siino, per conto di "Cosa Nostra", ai fini dell’illecito controllo delle gare di appalto bandite dalla Provincia di Palermo, il cui Presidente era l’esponente andreottiano Girolamo Di Benedetto, trova puntuale conferma nelle dichiarazioni rese all’udienza del 29 luglio 1997 dall’imputato di reato connesso Giovanni Brusca, il quale ha aggiunto di essersi interessato, unitamente al Siino, anche degli appalti della S.I.R.A.P. S.p.A., nella quale aveva un ruolo importante l’ing. Ciaravino (indicatogli dall’ing. Giuseppe Zito come “uomo di Lima”).

Il Brusca ha specificato di avere appreso dallo Zito che l’on. Lima sarebbe stato “la persona giusta” per ottenere il finanziamento dei lavori di pertinenza della S.I.R.A.P. S.p.A., e di essersi quindi rivolto ad Ignazio Salvo per ricevere aiuto in tal senso. Ignazio Salvo suggerì al Brusca di inviare l’imprenditore Cataldo Farinella a discutere dell’argomento con l’on. Lima, e si impegnò a comunicare al medesimo uomo politico che i predetti lavori interessavano a soggetti che erano suoi amici (e quindi ad “uomini d’onore”). Conseguentemente, su invito del Brusca, il Farinella ed il Siino si recarono a conferire con l’on. Lima, il quale si attivò, con esito positivo, per ottenere il finanziamento dei lavori, e diede precise indicazioni sul modo di risolvere gli imprevisti che sarebbero insorti.

Il Brusca ha altresì confermato che le tangenti riscosse dal Siino sui lavori pubblici venivano corrisposte in parte ad esponenti di "Cosa Nostra" ed in parte ad uomini politici, ed ha chiarito che il Farinella ottenne l’aggiudicazione, oltre che di un appalto della Provincia di Palermo relativo alla realizzazione della strada tra San Mauro Castelverde e Gangi, anche di un appalto della S.I.R.A.P. S.p.A. concernente lavori da eseguire in località Madonnuzza. […] Attraverso questo sistema di illecito controllo degli appalti pubblici, nel quale assumeva un ruolo determinante l’on. Lima, si realizzò quindi una significativa interazione tra "Cosa Nostra" e la corrente andreottiana nella provincia di Palermo, attivamente cooperanti nella realizzazione di un accordo criminoso che assicurava loro ingenti disponibilità finanziarie.

I rapporti dell’on. Lima con l’ing. Ciaravino e con il Farinella sono confermati dalle risultanze dell’attività di intercettazione effettuata in relazione all’utenza telefonica intestata alla S.I.R.A.P. (Siciliana Incentivazioni Reali per Attività Produttive) S.p.A. (con sede a Palermo in Via Mariano Stabile n.160).

Di particolare interesse, sono, infatti, i seguenti passaggi della conversazione telefonica svoltasi il 6 aprile 1990 alle ore 18.45 tra l’on. Lima e l’ing. Antonino Ciaravino (dirigente della S.I.R.A.P. S.p.A.), acquisita al fascicolo per il dibattimento con ordinanza del 14 aprile 1997:

Lima: io ho qua un mio amico che è un consigliere comunale nostro di Petralia Soprana.

Ciaravino: sì.

Lima: ci sono questi lavori.

Ciaravino: sì...

Lima: che devono cominciare tra poco... lì a Madonnuzza.

Ciaravino: sì

Lima: io lo conosco Farinella siamo in buoni rapporti... però ti pregherei tu...

Ciaravino: sì...

Lima: questo ha problemi, questo mio amico, che è nostro

rappresentante di Petralia di avere assunto qualche operaio...

Ciaravino: sì...

Lima: oppure di fare travagliare... se hanno bisogno... loro hanno delle cooperative di lavori che possono avere fatto...

Ciaravino: che fa mi dai il nome? Oppure me lo mandi...

Lima: ti do il nome oppure te lo mando quando mi dici tu.

Ciaravino: lunedì... perché ora chiudiamo.

Lima: lunedì? E a che ora viene?

Ciaravino: lunedì... alle dodici e mezza?

Lima: alle dodici e trenta, Si chiama Agnello.

Ciaravino: Agnello... va bene... va bè... ci penso io.

Dalla suesposta conversazione telefonica si desume che l’on. Lima era in buoni rapporti con il Farinella (il quale avrebbe iniziato l’esecuzione di alcuni lavori nella zona di “Madonnuzza” poco tempo dopo) ed era interessato a far sì che quest’ultimo, su sollecitazione del Ciaravino, soddisfacesse le esigenze di un consigliere comunale di Petralia Soprana riguardanti l’assunzione di alcuni operai o l’affidamento di parte dei lavori a determinate società cooperative.

Il riferimento ai lavori che sarebbero dovuti iniziare poco tempo dopo la data della telefonata (6 aprile 1990) nella zona di “Madonnuzza” consente di individuare senza alcun dubbio il destinatario finale della segnalazione nell’imprenditore Cataldo Farinella.

Infatti dalla sentenza n.171/94 emessa il 2 marzo 1994 dal Tribunale di Palermo nei confronti di Angelo Siino, Cataldo Farinella ed altri quattro imputati (acquisita al fascicolo del dibattimento all’udienza del 10 giugno 1998) si desume che il 30 ottobre 1989 era stato aggiudicato alle imprese associate Siino Costruzioni s.r.l. e Cataldo Farinella S.p.A. l’appalto dei lavori di completamento infrastrutturale dell’area mista della “Madonnuzza” in Petralia Soprana, per l’importo di oltre 26 miliardi di lire. La società appaltante era la S.I.R.A.P. S.p.A..

Le risultanze processuali menzionate nella suddetta pronunzia evidenziano che la gara di appalto in esame era stata pilotata dall’organizzazione criminale in cui era inserito Angelo Siino, il quale aveva altresì tenuto un contegno intimidatorio di chiaro stampo mafioso nei confronti dei dirigenti della Tor Di Valle S.p.a. (il cui amministratore era il dr. Paolo Catti) per indurre la medesima società a rinunziare al proposito di presentare al giudice amministrativo un ricorso tendente ad invalidare la gara.

La circostanza che l’on. Lima abbia deciso di avvalersi dell’ing. Ciaravino per trasmettere la suindicata segnalazione al Farinella conferma l’esistenza di rapporti privilegiati tra i soggetti in questione.

La conversazione intercettata costituisce, dunque, per quanto attiene alla posizione dell’on.Lima, un univoco riscontro logico alle dichiarazioni rese, sull’argomento, dal Siino e dal Brusca.

Il Siino, all’udienza del 18 dicembre 1997, ha aggiunto che l’on. Lima lo rimproverò energicamente per il comportamento tenuto nei confronti dell’imprenditore Catti De Gasperi, il quale era stato raccomandato al sen. Andreotti da un altissimo personaggio. Tale iniziativa dell’on. Lima appare pienamente coerente con l’interessamento da lui esplicato - nella suesposta conversazione telefonica intercettata - con riguardo alla gestione del predetto appalto.

In merito all’intervento del sen. Andreotti non sono, invece, stati acquisiti adeguati riscontri estrinseci, che confermino la veridicità delle circostanze riferite – peraltro, de relato – dal collaborante.

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